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Milano
Il ministro Lollobrigida da Tuttofood si scaglia contro il cibo sintetico
Francesco Lollobrigida

Il ministro Lollobrigida da Tuttofood si scaglia contro il cibo sintetico

Il ministro dell'agricoltura Francesco Lollobrigida, durante un convegno organizzato da Coldiretti nell'ambito di Tuttofood a Rho Fiera Milano, torna a parlare di cibo sintetico. Dopo il ddl in materia approvato dal Cdm lo scorso 28 marzo, il tema torna all'ordine del giorno in occasione dell'evento meneghino. 

Il ministro dell'agricoltura sul cibo sintetico: "Potenzialmente dannoso"

Il tema del cibo sintetico torna in primo piano a seguito delle dichiarazioni del ministro dell'agricoltura Francesco Lollobrigida, che torna a parlarne durante la sua visita a Tuttofood. "Abbiamo un ministro della salute che ci ha dato una indicazione: ci ha detto che il cibo sintetico non e' sicuro anzi, la potenzialità che possa essere dannoso esiste. E anche in Europa ci batteremo per questa nostra posizione. È nell'interesse nostro, dei cittadini europei e dei cittadini del Pianeta. Noi siamo convinti che ci possa essere un'altra strada: cibo per tutti tenendo al centro la qualità. Non ci arrendiamo all'idea che la carne si produca nei bioreattori invece che nelle nostre stalle".

La genesi del ddl

per il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida il ddl approvato dal Governo è "una norma che nasta nella maniera piu' democratica possibile. Coldiretti parte con la raccolta firme, con il primo firmatario il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni; dopodiche' nei comuni italiani, dove ci sono assemblee rappresentative elette dal popolo, 3.050 Comuni votano un documento che chiede al governo di agire in questo modo. Abbiamo poi 19 Regioni su 20 che si riuniscono in assemblea e votano un documento di questa natura. Niente di piu' democratico, niente di piu' chiaro" ha concluso.

L'intervento sugli agrofarmaci

Il titolare del dicastero dell'agricoltura ha poi parlato anche di agrofarmaci. "Viste le imminenti decisioni sulla riduzione del loro uso in agricoltura - ha affermato - dobbiamo adottare un modello di sviluppo meno ideologico con una riduzione degli agrofarmaci più lenta in modo tale da andare sì incontro all'ambiente ma dall'altra senza cancellare le nostre culture perchè alla fine le persone mangiano lo stesso. Scegliere di cancellare l'utilizzo degli agrofarmaci in assenza di piante che resistono alle fitopatie - ha concluso - significa semplicemente cancellare le sue imprese e comprare cibo da nazioni che usano 50-60 volte i pesticidi che tu proibisci in Europa". 

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