Milano

Il museo deserto costato 3 milioni. Ex sindaco archiviato e prescritto

di Fabio Massa

Il Museo Salterio a Zibido San Giacomo doveva essere un polo di riferimento, ma poco valorizzato e poco visitato parrebbe avviarsi verso la chiusura

Il museo deserto costato 3 milioni. Ex sindaco archiviato e prescritto. Il caso

Ci sono casi incredibili, in giro per la provincia milanese (per una volta non parliamo di Coronavirus ma della cara vecchia politica dei territori). Uno di questi casi riguarda un piccolo paese alle porte di Milano. Zibido San Giacomo, estensione enorme e meno di 7mila abitanti. Nel 2008 l'amministrazione retta dall'allora sindaco Piero Garbelli avvia un progetto di recupero di una struttura dell'Ottocento, con una grande corte centrale, la Cascina Salterio. L'idea? Sfruttare l'Expo che si sarebbe tenuto sette anni dopo per creare, proprio in mezzo alle campagne che riforniscono di riso la Lombardia e l'Italia, e varare il Musa. Musa sta per "Museo Salterio", ma - stando al sito web - "Musa non è un museo tradizionale, è un hub della cultura: un luogo di produzione e scambio di conoscenze in materia di gusto e paesaggio". Come tutti i progetti ambiziosi, Musa si inceppa su una serie di atti, e in particolare nel rapporto con la società Il Loghetto Srl, con cui inizia un contenzioso legale. Fin qui, la normalità dell'anormalità, si potrebbe dire. Il 30 maggio 2015 si inaugura. Stando alle vecchie locandine, con laboratori del gusto e risi e risotti per grandi e piccini. Insomma, tutto come previsto. Certo, l'investimento non è stato da poco. Tra museo e opere connesse si parla di 3 milioni mal contati. Ma sarà un successo, si auspica Garbelli. Auspici di cui oggi vediamo gli esiti, però. Secondo quanto può riferire Affaritaliani.it Milano, il museo è chiuso da qualche mese perché - semplicemente - non ci andava nessuno, incastrato e poco valorizzato tra l'ex Statale dei Giovi e le viette del paese. Fonti raccontano di una media di una ventina di persone al mese. Facendo due conti della serva, moltiplicando quella media di visitatori per gli ultimi cinque anni e dunque considerando circa 1200 accessi al museo, l'investimento è costato, per ogni visitatore, 2500 euro. Senza contare le spese di mantenimento. Ma non c'è solo questo. Perché in Italia tutto finisce in Tribunale. E così si scopre oggi che che Piero Garbelli, l'ex sindaco, "accompagnato" in questa avventura dai colleghi di giunta Francesca Pesenti, Giovanna Meazza, Laura Boerci e Stefano Dell'Acqua è stato archiviato per il reato di abuso di ufficio. Ma in questi casi è nei dettagli che il diavolo nasconde la coda. E' stato archiviato perché il fatto non sussiste, o perché non costituisce reato? Assolutamente no. Piero Garbelli è stato assolto per intervenuta prescrizione. Anzi, il giudice Pasta del Tribunale di Pavia osserva: "Un ingiustificato vantaggio per il Loghetto è rinvenibile nella delibera consigliare del 24 gennaio 2013 con cui è stata approvata una variante al piano di recupero da cui derivavano ulteriori vantaggi in favore della società (...) Per tali episodi, tuttavia, gli unici per i quali si sarebbe potuta sostenere l'accusa, è maturato il termine di prescrizione". Che dire? Piccolo caso, per carità. Ma tre milioni di euro non sono uno scherzo, per un piccolo comune, che ora si trova un "fantastico" museo chiuso nel quale nessuno va. Noi non siamo di quelli che condividevano la frase di Tremonti sul fatto che con la cultura non si mangia, ma vien da dire che anche se si regala un risotto ogni tanto, le opere culturali mal nate finiscono comunque per fare la fame.

fabio.massa@affaritaliani.it 







A2A
ZX