Il Pd fa causa all'ex Laforgia: i Dem vogliono le quote mai versate
Pare proprio che finirà a carte bollate tra il Pd e l'ex segretario dei Dem di Milano Francesco Laforgia, passato in MDP e ora eletto in parlamento con Leu
di Fabio Massa
Pare proprio che finirà a carte bollate tra il Partito Democratico e l'ex segretario dei Dem di Milano Francesco Laforgia, poi diventato capogruppo di MDP e adesso uno degli esponenti eletti in parlamento di Leu. Secondo quanto può riferire Affaritaliani.it Milano, il parlamentare ex Bocconiano dovrebbe al Pd una cifra che si aggira sui 29mila euro. Non è l'unico: anche la parlamentare Eleonora Cimbro (25mila euro), l'ex consigliere regionale Massimo D'Avolio (23mila euro) e Carlo Dell'Aringa (recordman: 47.600 di debito). Per tutti questi la federazione milanese ritiene di vantare un credito, tanto che nella direzione di stasera verrà proposto l'incarico a un legale per ottenere il recupero coatto delle somme.
Ma da che cosa sarebbero originate, stando alla versione del Pd milanese? Sono soldi dovuti prima della fuoriuscita degli esponenti politici dai Dem (poi sono confluiti in Articolo 1 e poi in Leu). Nel regolamento finanziario del partito, infatti, è scritto che il 10 per cento dello stipendio da parlamentare o da consigliere regionale doveva essere devoluto al partito. Una pratica abbastanza comune nei grandi partiti italiani. In più, e questo va a complicare la situazione, c'era un contributo "iniziale" di 30mila euro. Perché? La logica era che essendo i parlamentari nella scorsa legislatura (elezioni 2013) di fatto scelti come "listino", e dunque eletti senza fare campagna elettorale in base alla forza della lista, contribuissero alla campagna generale del Partito, che si occupava di ogni spesa di comunicazione. Insomma, considerato che non bisognava andarsi a prendere le preferenze, o a vincere in un collegio uninominale, questa era la richiesta dei Dem, sottoscritta e firmata un po' in tutta Italia. Tuttavia i 30mila spesso non erano nella disposizione immediata dei parlamentari, e dunque venivano rateizzati sui 5 anni. Secondo la federazione milanese, i quattro esponenti non avrebbero pagato quanto dovuto. E adesso arrivano le carte bollate.
fabio.massa@affaritaliani.it