Milano
Il piano di governo di Milano? E’ tutto nel cda di Catella
La lista per il nuovo consiglio di amministrazione di Coima Res sembra un vero e proprio programma di governo su Milano, ecco perché
Il piano di governo di Milano? E’ tutto nel cda di Catella
Parafrasando Lucio Battisti: uno lo voglio perché conosce bene il mondo della sanità e ha entrature in UBI banca. Una la voglio perché sa ballare con Microsoft e Feltrinelli e i loro progetti di sviluppo su piazzale Baiamonti. Un'altra soltanto perché viene dal mondo della SDA Bocconi School of Managment, vera e propria fucina dei manager che costruiscono la nuova Milano. Una perché naviga nel mondo bancario e della gestione dei crediti. È un vero e proprio programma di governo su Milano la lista per il nuovo consiglio di amministrazione di Coima Res – società di investimento immobiliare quotata guidata da Manfredi Catella che con il gruppo omonimo fatto anche di Srl e Sgr gestisce 22 fondi di investimento per 5,8 miliardi di euro a regime e 500 milioni di euro di acquisizioni effettuate negli ultimi 24 mesi. Così, fra conferme e rinnovamento, il livornese adottato da Milano – cattolico e con sei figli (“ho una propensione 'cattolica' al sacrificio e sono convinto che dalla scarsità si generino le maggiori forze positive” dice) – e con il principale azionista la un po' meno cattolica Qatar Holding, ha scelto i suoi compagni di viaggio per il futuro del “mattone” post Covid. C'è l'ingegnere palermitano di nascita, Caio Massimo Capuano, già amministratore delegato di Borsa Italiana spa, con ruoli nel mondo bancario, finanziario e nei comitati interministeriali per energia, borsa e privatizzazioni. Ma più del passato conta il futuro. Capuano è stato anche Presidente di IW Bank, banca del Gruppo UBI specializzata nel retail banking e trading on-line. Non male se si pensa alla partita, anche immobiliare, che coinvolge il gruppo bergamasco nel ruolo di banca-preda con Intesa San Paolo. Fra Fintech, razionalizzazione delle filiali e fusione su cui, per ora, glissa l'antitrust. Proprio Intesa ad aprile è salita a oltre il 4 per cento del capitale di Coima Res; l'investment bank del gruppo guidato da Carlo Messina, Banca Imi, ha messo nero su bianco a maggio i dati finanziari di Coima e l'intero gruppo bancario è attivo a Milano sul alcune delle principali aree di sviluppo urbano della città: dalla zona circostante ad Expo con EuroMilano, all'housing sociale con Fondazione Carplo e indicato dal piano Colao come la freccia da scoccare in termini di politiche abitative per il ceto medio impoverito, al controllo assieme ad Unicredit di Risanamento spa, attraverso Milano Santa Giulia Spa. Che riparte dopo dieci anni di stop su alcuni lotti del quartiere immaginato all'epoca dal palazzinaro Luigi Zunino, su quella Rogoredo e Santa Giulia bonificate da spaccio e “boschi” dell'eroina, che attendono con ansia le Olimpiadi invernali del 2026 nel cui villaggio per gli atleti allo Scalo Romana è entrata proprio Coima che poi ne farà residenze universitarie post manifestazione, in uno snodo milanese che incrocia le vie per arrivare in Bocconi, all'Università Statale, Ied e Iulm. Per ora su Santa Giulia si riparte con 33mila metri quadrati di aree edificabili adiacenti al Complesso Sky e all'alta velocità dello scalo ferroviario. Mentre Risanamento è entrata pure join venture in una nuova società chiamata InTown con Lendlease, la multinazionale australiana che si è aggiudicata l'area Mind per il post Expo, che ha fatto le Olimpiadi di Londra 2012, e che pochi mesi fa ha esercitato l'opzione d'acquisto proprio sul complesso Sky di Rogoredo. Dall'altra parte è invece Ubi che da poche ore ha ufficializzato la riorganizzazione logistico-organizzativa del gruppo a Milano, spostandoil suo quartier generale in via Merchiorre Gioia 22, di proprietà del fondo immobiliare Porta Nuova Gioia con Coima sgr che continuerà gestire il progetto.
Ci sono altre partite su cui l'ingegner Capuano può mettere bocca a ragion veduta. È consigliere di amministrazione di Humanitas S.p.A. importante realtà privata ospedaliera e di ricerca in Italia. Può essere interessante dopo una pandemia mentre piani di rilancio, decreti governativi e fondi comunitari dicono di puntare sull'edilizia ospedaliera. Anche perché Coima – che mostra sicurezza rispetto al futuro – dovrà forse riorganizzare pezzi del proprio portfolio a livello nazionale. Che vede anche alcune patate bollenti come l'ingresso nello stagnante mercato romano, gli uffici in tempi di smartworking (i maggiori conduttori sono Microsoft, Philips, IBM, Vodafone, Techint, BNP Paribas, Deutsche Bank, Sisal, PwC e NH Hotels), il turismo nel Lido di Venezia e la riqualificazione dell'ex convento e manifattura tabacchi di Lucca, direttamente in concorrenza con quello che fa Cassa Depositi e Prestiti sulle manifatture tabacchi delle penisola abbandonate dai tempi della privatizzazione dell'industria dei primi Duemila. Dai sigari toscani alla salute e gli ospedali il passo è breve. Lo aveva detto “Mr. Porta Nuova” in tempi non sospetti. Perché se da una parte la trasparenza dei titolari effettivi e dei fondi intermediati da Coima non è esattamente la priorità della società, dall'altra non si può certo imputare a Catella di nascondere la sua idea di futuro. Meeting di Rimini, estate 2019. “Siamo un Paese di 60 milioni, tra qualche anno saremmo 7 di meno, avremo 8 milioni in più di residenti stranieri e sei milioni in più di over 65 – dice di fronte a una folta platea – .La nuova demografia la rigeneri perché ci mettiamo a fare più figli e io sto per fare il sesto quindi il mio contributo l'ho dato, anzi mia moglie lo sta dando. [...] Il fatto di diventare un Paese più saggio può essere una risorsa. In America si sono inventati la Florida, l'Italia non vedo perché non possa essere la Florida dell'Europa. Possiamo avere anche più 65enni che vengono da noi. Mentre noi siamo qua ogni giorno a fare i Twitter, Portogallo e Spagna stanno portando economia europea dalla loro. [...] Partiamo con i settori: se siamo più vecchi abbiamo bisogno di salute e se portiamo gli altri abbiamo bisogno di turismo. Facciamo della scuola per l'immigrazione”. Al netto della boutade sulla “Florida d'Europa” (in Florida sono scoppiate le due più grosse crisi immobiliari globali, 1929 e 2008) più anziani e piramide demografica invertita significa anche ospedali e senior living. Di progetti ospedalieri Milano è ricca anche se a oggi vive una contraddizione. Con i vertici delle Asst che da una parte dicono di puntare su telemedicina e medicina da remoto, per un primo screening sul territorio in modo da “completare” la riforma Maroni del 2016 messa in stato d'accusa con il Covid, e dall'altra però non giungono a quella che sarebbe la normale conseguenza e cioè che se esiste la medicina da remoto allora sono superflue o esagerate le mega “cittadelle” della salute, come quelle che puntano a creare Policlinico, ortopedico Galerazzi, il neurologico Besta e l'Istituto dei Tumori, San Paolo e San Carlo con accorpamento anche fisico-spaziale oltre che amministrativo, e raddoppio del pediatrico Buzzi. Propria nella Fondazione dell'ospedale dei bambini, nel comitato d'onore, è entrata la moglie di Catella, l'americana Kelly Russell con il compito di spingere investimenti e riorganizzazione “green” e sostenibile.
Non solo banche e salute. Nella lista presentata dagli azioni il 18 maggio per il rinnovo del Cda di Coima trovano spazio anche la bergamasca Ariela Caglio. Classe '73, bocconiana di formazione e poi professoressa in viale Bligny, direttrice del Master of Science in Management e docente alla SDA Bocconi School of Management e alla London School of Economics. Non c'è società immobiliare a Milano a guardare cda e manager che non peschi almeno un nome – a volte più di uno – dall'ateneo privato dalla SDA. La vera classe padrona del mattone sotto la Madonnina.
L'avvocato Alessandra Stabilini di Nctm viene confermata al comitato per le remunerazione di Coima. Ma ha ruoli anche in Unieuro, Bruno Cucinelli, Hitachi Retail e in Librerie Feltrinelli. Chissà che non torni utile quando ci sarà da realizzare la seconda piramide di vetro che domina su piazzale Baiamonti a Milano per realizzarre la nuova sede di Microsoft, accanto a Fondazione Feltrinelli di viale Pasubio, negli spazi della ex Tamoil e che andrà a sovrastare il parchetto dedicato a Lea Garofalo, vittima di 'ndrangheta dopo essere stata testimone di giustizia e recuperato da un'associazione di quartiere dopo anni di abbandono. I comitati di Sarpi-Baiamonti-Montello, “green” e progressisti, sono agguerriti sul punto e così il sindaco Beppe Sala ha promesso di realizzare anche il “Museo della Resistenza” con abile mossa di marketing politico. A progettare il tutto c'è lo studio di architettura svizzero Herzog&De Mauron che proprio nelle adiacenze del distretto di Porta Nuova ha disegnato negli anni gli headquarter di Google, Samsung e la stessa Microsoft a Feltrinelli. Problemi di lingua? Nessuno visto che Coima può contare su Luciano Fiorino Gabriel, nato a Muralto in Svizzera.
Spazio anche per Antonella Centra, avvocatessa romana che ha collezionato incarichi dopo essere partita nel 1994 alla Commissione Europea nello staff del diplomatico Raniero Vanni d'Archirafi. Oggi riveste ruoli in “Guccio Gucci” con il suo hub in zona Mecenate – realizzato nel 2016 dentro l'ex fabbrica aeronautica Caproni, che raggruppa gli uffici della Maison insieme agli showroom e allo spazio dedicato alle sfilate, nell'area più interessante per lo sviluppo della logistica dentro la cinta esterna di Milano – ma già in Bottega Veneta e nel settore retail di Wind. Chiude la lista delle donne la manger Paola Bruno, 25 anni di carriera fra Banco Popolare, Credito Valtellinese, Italease Merrill Lynch, Ubs, Commissione Europea e infinito elenco di società italiane, lussemburghesi e americane. Una parentesi di un anno, ma significativa, nell'ex DoBank. Oggi DoValue, è il leader italiano per concentrazione nella gestione di crediti per le banche, un tempo Unicredit, oggi controllata da SoftBank e Fortress Investment che continua però a gestire miliardi di crediti deteriorati ed è Npl per il gruppo guidato da Jean Pierre Mustier. Conoscere quel mondo è importante per capire dove va il mattone: il real estate italiano è fatto anche di 245mila esecuzioni immobiliari all'anno (ultimo dato 2018) che sono più di un terzo delle transazioni residenziali complessive. Un volume d'affari per quasi 40miliardi di euro figlio di mutui non pagati, sofferenze bancarie, procedure fallimentari. Per chi perde la proprietà è la morte civile perché significa non solo restare senza casa ma anche venire segnalati come cattivi pagatori e non poter più accedere a linee di credito e ritrovarsi sul groppone il debito residuo da saldare a botte di prelievi di un quinto dello stipendio e beni mobili. Per chi compra l'affare della vita. Si acquista in asta con uno sconto medio del 45 per cento rispetto al valore iniziale. Poi si ristruttura, si accorpa, si chiedono cambi di destinazione. C'è un settore effervescente fatto di “cacciatori di case” dal livello professionale a quello più da piccoli investitori. I numeri sono destinati ad aumentare con il progredire della crisi economica e si vedono i primi segnali embrionali, con community di migliaia di persone su youtube che intervistano esperti di società come Ernst&Young o Astasy – leader italiano di consulenza sul mercato aste e esecuzioni immobiliari – per ricevere consigli di investimento. E quando non arriva il privato giunge il pubblico. Come il progetto di housing sociale nel quartiere Barona di Milano chiamato “ViviVoltri”, uno dei “gioielli” sponsorizzato dalla giunta Sala. Realizzato da Cdp, Pessina Costruzioni, il fondo immobiliare Fedora di Prelios e Torre Sgr controllata proprio da Fortress e Unicredit. Basta un'occhiata alle poltrone negli incarichi di punta e nei collegi dei revisori contabili per trovare il classico valzer fra uomini di Unicredit, la fondazione bancaria alle spalle Cariverona e DoValue. Del resto si giocano partite non solo immobiliari dietro ai nomi. L'ad di DoValue, Andrea Mangoni, viene dal mondo Fincantieri, Cir e Telecom mentre il Presidente è Giovanni Castellaneta, ex ambasciatore negli Stati Uniti e Iran ed ex vicepresidente di Finmeccanica. Perché un diplomatico esperto di industria delle difesa finisce a dirigere società di gestione crediti bancari e Npl? Saperlo...