Milano

Il sindaco? E' già stato deciso. La campagna da sogno di Beppe Sala

di Fabio Massa

Lunedì a Milano non si vota per il sindaco, ma per capire chi comanda tra i partiti

Il sindaco? E' già stato deciso. La campagna da sogno di Beppe Sala

Ballottaggio o primo turno, non c'è alcun tipo di differenza. Beppe Sala, secondo i sondaggi in mano al centrodestra e al centrosinistra, è già sindaco. Potrebbe diventarlo lunedì sera, e si risparmierebbe due settimane di ulteriore lavoro, o potrebbe diventarlo due settimane dopo. Del resto - questo è il ragionamento che si fa nel campo di Luca Bernardo, il suo sfidante - "se davvero arrivassimo come ci dicono i sondaggisti a 15 punti di distacco chi pensa davvero che riusciremmo a colmarli?". Tanto più che al secondo turno non ci sono neppure gli aspiranti consiglieri che spingono al voto. Certo, c'è chi evoca il caso Letizia Moratti, ma all'inverso. Anche allora si pensava che l'attuale vicepresidente di Regione Lombardia avrebbe vinto a mani basse, e invece incrociò sulla sua strada Giuliano Pisapia e perse. Pisapia che però anticipava l'avvento del centrosinistra a livello nazionale, che però aveva movimentato tutta una serie di gruppi in città fin dal luglio antecedente le elezioni (quasi un anno prima), e che aveva già una notorietà non da poco. E che scatenò una tempesta sui social. Insomma, casi diversi.

Qui invece, manca solo un asteroide sulla campagna di Bernardo. Prima i dissidi tra Fratelli d'Italia e Lega, poi i litigi con la sedia vuota della Meloni, poi l'aereo in ritardo, poi il caso Morisi sulla Lega, adesso il caso Fidanza su Fratelli d'Italia. E per completare l'audio di Bernardo, i soldi che non arrivavano (e ne potrebbero essere arrivati molto pochi), le liti tra centristi tra Albertini e Lupi, la freddezza dell'ex mondo ciellino, che in città aveva e ha circa 10mila voti. Ah, e il Covid, non ce lo scordiamo. Insomma, se voleva una campagna semplice Beppe Sala non poteva desiderare di meglio. Neppure nei sogni più rosei.

Infatti, non ha voluto correre alcun rischio: poche dichiarazioni, ben dosate, toni bassi, nessun comizio. Meno gente vota, più sono i fedelissimi che votano. E i fedelissimi che votano sanno perfettamente per chi votare. A complicare ulteriormente il quadro è la presenza di Gianluigi Paragone che ruba voti a Bernardo, mentre nessuno ruba voti a Sala, dei suoi competitor a sinistra o di Layla Pavone, segnaposto per il Movimento 5 Stelle in caso di ballottaggio, ovviamente a favore di Sala. Del resto, che Conte voglia Sala è roba nota anche alle pietre.

La verità è che lunedì non è interessante capire chi diventerà sindaco, ma i rapporti di forza. Tra Partito Democratico e liste collegate a Sala (Riformisti e Lista Sala), e nel Pd tra le varie anime e correnti. Ovviamente tra Lega e Fratelli d'Italia, ma anche la tenuta o crollo di Forza Italia. E Paragone, come si è già detto. Perché lunedì non si vota per il sindaco, ma per gli assetti politici in città. Tutto il resto, come cantava Califano, è noia. E no, non ho detto gioia ma noia noia noia.

fabio.massa@affaritaliani.it








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