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Imprese lombarde, "prosegue la fase espansiva". Tutti i numeri di un successo

Imprese lombarde, "prosegue la fase espansiva". Tutti i numeri di un successo

Imprese lombarde, "prosegue la fase espansiva". Le registrazioni salgono a 957.682, con un +0,2% la crescita delle imprese attive nel 2016”. Prosegue anche la tendenza alla crescita delle società di capitali (+2,4%) e alla diminuzione delle società di persone (-2,3%).

LA CRESCITA - Nel 2016 si conferma la variazione positiva del numero di imprese attive (+0,2%), lo stesso incremento registrato nel 2015 dopo la variazione nulla del 2014 e i cali del biennio 2012-2013. Diminuiscono iscrizioni (-3,1%) e cessazioni (-2,9%), anche per il calo delle cancellazioni d’ufficio, ma il saldo si mantiene positivo per circa 3.300 posizioni.

MILANO TRAINA - A livello territoriale si conferma il ruolo trainante di Milano (+1,1%), mentre tra le forme giuridiche prosegue la crescita delle società di capitale (+2,4%), anche grazie al successo delle srl semplificate (+58,6%). Il processo di terziarizzazione in corso nell’economia lombarda favorisce le imprese femminili (+0,8%), maggiormente concentrate nei servizi, mentre le difficoltà dell’edilizia (-1,2%) continuano a penalizzare l’imprenditoria giovanile (-2,7%) e artigiana (-0,8%); si conferma determinante l’apporto delle imprese straniere (+4,2%). Fallimenti (-7,2%) e concordati (-47,3%) risultano ancora in diminuzione, ma un segnale negativo giunge da scioglimenti e liquidazioni, che tornano a crescere (+5,7%).

Nel corso del 2016 le imprese che si sono iscritte alle anagrafi camerali lombarde sono 57.319, con un calo del 3,1% rispetto all’anno precedente; anche le cessazioni sono diminuite in misura simile (-2,9%), registrando 54.037 movimenti: il saldo risulta quindi positivo (+3.282) per il terzo anno consecutivo, sebbene in lieve calo rispetto al 2015 (+3.503). La diminuzione delle cessazioni è dovuta soprattutto alle minori cancellazioni di ufficio (-28,6%), legate ad attività di pulizia degli archivi amministrativi da posizioni non più operative da tempo, al netto delle quali la riduzione del saldo risulta più consistente (da +8.059 a +6.535).

Le imprese registrate salgono così a 957.682 unità, mentre le posizioni attive risultano pari a 815.246, confermando la stessa crescita del 2015 (+0,2%). Dopo il calo degli anni 2012-2013 si è quindi avviata una fase lievemente espansiva del tessuto imprenditoriale lombardo, sebbene la dinamica trimestrale sembri evidenziare un rallentamento nel corso del 2016.

Prosegue la tendenza alla crescita delle società di capitali (+2,4%) e alla diminuzione delle società di persone (-2,3%): tale fenomeno strutturale, legato all’esigenza di maggiori garanzie e di forme di governance più strutturate, assume particolare rilievo in Lombardia per l’ampia incidenza di società di capitale sul totale delle imprese (28,9% rispetto al 21% italiano), che a Milano raggiunge il 39,7%. Tra le società di capitali spicca il boom delle società a responsabilità limitata semplificata (+3.478 imprese, pari al +58,6%), mentre diminuiscono le srl a socio unico (-2.637 unità, pari al -8,1%).

Il 2016 conferma le dinamiche territoriali in corso negli ultimi anni, con la provincia di Milano che, grazie a un elevato livello di natalità e al minore tasso di mortalità della regione, evidenzia una crescita (+1,1%) molto superiore alla media lombarda, sebbene in lieve rallentamento rispetto all’anno precedente. Con l’eccezione di Monza, che registra un incremento significativo (+0,6%), gli altri territori mostrano variazioni prossime allo zero o negative.

Prosegue l’espansione del terziario in Lombardia, che negli ultimi sette anni ha incrementato la quota sul totale delle imprese di oltre quattro punti (dal 61,1% al 65,3%): crescono soprattutto le attività di alloggio e ristorazione (+1,4%) e l’ampio comparto degli altri servizi (+1,2%), mentre risulta più contenuto l’incremento del commercio (+0,3%). Il processo di terziarizzazione determina il calo delle attività agricole (-0,9%) e industriali (-1,2%), mentre il trend negativo delle costruzioni (-1,2%) è dovuto alla crisi che ha colpito il comparto dal 2012 in poi.

Il numero di imprese artigiane attive in Lombardia registra l’ottavo anno di flessione consecutivo (-0,8%): l’unico settore che mostra un trend positivo sono gli altri servizi (+2%), mentre le perdite maggiori in termini assoluti provengono ancora dall’edilizia
(-1.605 imprese, pari al -1,6%), che rappresenta il 40,6% del tessuto artigiano lombardo. Rispetto ai livelli massimi del 2008, lo stock imprenditoriale artigiano in Lombardia si è ridotto di circa 23mila imprese, pari a una riduzione percentuale dell’8,5%.

Continua la diminuzione delle imprese attive gestite in prevalenza da persone con meno di 35 anni di età (-2,7%): questa tendenza prosegue da diversi anni ed è spiegata sia da dinamiche settoriali, visto l’elevato peso di un comparto in difficoltà come l’edilizia
(-9,2%), sia da fenomeni demografici, con il calo della popolazione residente in Lombardia nella fascia di età 20-34 anni. L’imprenditoria giovanile cresce comunque nei settori dell’istruzione (+15,7%), dell’agricoltura (+2,9%), dei servizi di supporto alle imprese (+1,8%) e delle attività artistiche, sportive e di intrattenimento (+6,7%).

In Lombardia le imprese femminili mostrano un incremento maggiore della media (+0,8%), raggiungendo una quota sul totale pari al 19,1%, che rimane però inferiore a quella nazionale (22,5%). La crescita è spiegata anche da una struttura orientata soprattutto al terziario: i settori dove l’incidenza femminile raggiunge i valori più elevati sono infatti le altre attività dei servizi (54,5%), la sanità e assistenza sociale (32,8%) e l’istruzione (28%).

Prosegue la crescita delle imprese straniere (+4,2%), che in cinque anni hanno portato la propria quota sul totale dal 9,4% al 12%, un valore superiore a quello nazionale (10%). L’incidenza straniera supera il 20% nei servizi di supporto alle imprese e nelle costruzioni, mentre il maggior contributo alla crescita proviene dal commercio (+5,6%).

Il 2016 conferma la riduzione delle procedure concorsuali già evidenziata l’anno precedente: il calo è particolarmente significativo per i concordati (-47,3%), che sono meno di un terzo rispetto ai massimi del 2013, mentre per i fallimenti la riduzione è del 7,2%. Notizie meno positive giungono invece dagli scioglimenti e liquidazioni, in massima parte volontari, che tornano ad aumentare (+5,7%) dopo un biennio in cui si erano ridimensionati.

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