Lombardia: imprese in espansione, crescita concentrata a Milano - Affaritaliani.it

Milano

Lombardia: imprese in espansione, crescita concentrata a Milano

Tornano a salire gli scioglimenti e le liquidazioni, in massima parte volontari

Si conferma la fase di espansione del numero di imprese attive in Lombardia, ma la crescita su base annua (+0,2%) mostra un leggero rallentamento, a causa delle cessazioni che tornano a salire (+3,8%). Questa tendenza è confermata dall'incremento delle procedure di scioglimento e liquidazione (+9,2%) dopo diversi trimestri di andamento decrescente, mentre continuano a calare fallimenti (-4,1%) e concordati (-43,2%). E' quanto emerge dal report sulla demografia d'impresa di Unioncamere Lombardia nel secondo semestre 2016. La crescita, si spiega in una nota, rimane concentrata a Milano (+1,5%), mentre tra le altre province solo Monza (+0,6%) e Varese (+0,2%) mostrano un segno positivo. Continua l'incremento delle società di capitali (+2,6%), delle imprese attive nell'alloggio e ristorazione (+1,5%) e negli altri servizi (+1,4%), mentre prosegue il calo per industria (-1,4%), costruzioni (-1,4%), agricoltura (-0,7%) e imprese artigiane (-1,1%).

Il saldo tra imprese iscritte e cancellate alle anagrafi camerali lombarde risulta positivo (+4.756 unità), come succede tradizionalmente nel secondo trimestre per via della concentrazione delle cancellazioni in altri periodi dell'anno, si spiaga in una nota. Il confronto con il 2015 vede però una lieve diminuzione del saldo, dovuto soprattutto a un aumento della mortalità (10.073 cessazioni, +3,8% su base annua), che negli ultimi anni aveva invece evidenziato un andamento decrescente. Sul fronte delle iscrizioni si registra solo un lieve calo rispetto al 2015 (14.829 movimenti, -0,9%), confermando l'andamento piuttosto stabile registrato dopo la significativa contrazione del 2011. Il numero di imprese attive sale a 816.805, in aumento dello 0,2% rispetto al secondo trimestre 2015. Si tratta di una crescita leggermente inferiore a quella registrata nei primi tre mesi (+0,3%), lasciando intravedere un possibile rallentamento del trend positivo che nell'ultimo anno ha permesso un incremento di circa 3mila posizioni attive. La crescita del numero di imprese attive in Lombardia è un fenomeno che inizialmente ha riguardato solo Milano, territorio che continua a registrare l'aumento di gran lunga più significativo (+1,5%). Da diversi trimestri il segno positivo è comparso anche per Monza-Brianza (+0,6%), ma fatica ad allargarsi alle altre province, con l'eccezione di Varese (+0,2%).

Se a Bergamo e Sondrio il numero di imprese attive ha infatti raggiunto i livelli di un anno fa, gli altri territori mostrano ancora una contrazione del tessuto produttivo, con perdite comprese tra il -0,5% di Lecco e il -2,3% di Lodi, provincia dove il dato particolarmente negativo si spiega con un'intensa attività di pulizia degli archivi amministrativi. Tra le forme giuridiche aumentano soprattutto le società di capitali (+2,6% su base annua, pari a +5.846 posizioni), in crescita da molti anni su tutto il territorio nazionale ma che in Lombardia arrivano a rappresentare il 28,7% del totale delle imprese attive (contro il 20,7% italiano), soprattutto per il ruolo determinante della provincia di Milano (39,5%). Prosegue invece il calo delle società di persone (-2,2%, pari a -3.352 unità), non tanto per un elevato livello di mortalità ma piuttosto perché scelte sempre meno spesso dagli imprenditori che aprono una nuova impresa, come evidenziato dal basso tasso di natalità (0,6%). La metà delle imprese lombarde sono ditte individuali, che registrano un lieve calo (-0,2%) sintesi di elevati tassi di natalità e mortalità; prosegue invece la crescita delle altre forme giuridiche (+1,4%), soprattutto cooperative e consorzi. Le dinamiche settoriali risentono non solo delle condizioni congiunturali che caratterizzano l'economia lombarda, ma anche, e soprattutto, delle trasformazioni strutturali di lungo periodo del tessuto produttivo regionale. Per quello che riguarda i comparti in contrazione, nell'industria (-1,4%) e in agricoltura (-0,7%) prevalgono sicuramente le motivazioni strutturali legate al processo di terziarizzazione, mentre il discorso è diverso per le costruzioni (-1,4%), che hanno vissuto una fase di espansione significativa prima di entrare in una profonda crisi dal 2011. La crescita del terziario è guidata dal trend positivo, anche in questo caso strutturale, dell'alloggio e ristorazione (+1,5%) e degli altri servizi (+1,4%); il commercio (+0,5%) presenta invece un andamento più condizionato dalla situazione congiunturale, confermando la fase di crescita in corso dopo la stagnazione degli anni 2012-2013. Ancora negativa la variazione per le imprese attive artigiane (-1,1%): l'andamento decrescente è dovuto soprattutto al calo delle iscrizioni al ruolo artigiano (-6,6%), che raggiungono un nuovo minimo (4.241 movimenti), mentre le cancellazioni, che possono essere dovute alla chiusura dell'impresa o alla perdita del carattere artigiano, diminuiscono anch'esse ma in misura meno rilevante (-1,4%). L'aumento della mortalità registrato nel trimestre trova conferma nei dati riguardanti gli scioglimenti e le liquidazioni, in massima parte volontari, che tornano a salire (+9,2% rispetto al secondo trimestre 2015) dopo diversi trimestri di andamento decrescente; il fenomeno è particolarmente evidente nelle attività immobiliari (+35,8%). Si conferma invece la diminuzione dei fallimenti: le procedure aperte nel trimestre sono 742, in calo del 4,1%, con flessioni significative nella manifattura e nel commercio all'ingrosso, mentre risultano in aumento nelle costruzioni. Un calo ben più consistente si verifica per i concordati (-43,2%), il cui numero è ormai pari a un terzo di quello registrato nel 2014. 








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