Milano

In autunno nuove mostre dedicate ad Alberico Verzoletto. FOTO

di Gian Piero Rabuffi

L'autunno porterà nuove importanti occasioni espositive per l'opera del Maestro del Biellese, paesaggista di primo piano scomparso nel 2010

In autunno nuove mostre dedicate ad Alberico Verzoletto

Il pieno ritorno alla quotidianità sembra continuare a sfuggire come sabbia tra le dita, ogni volta illudendoci di essere vicini a reimpossessarci di quello che la pandemia e questi impronosticabili diciotto mesi ci hanno tolto. Ed invece, ci tocca ancora oggi fare i conti con la realtà dei fatti. Con equilibri perduti e non ancora ricomposti, nell'insoddisfazione di giorni che sono ancora di incertezza ed inquietudine. Tra le tante storie che la pandemia ha riscritto c'è anche il nostro rapporto con il tempo e con il futuro in particolare. Un nuovo senso di precarietà accompagna le nostre giornate. E nuove regole del vivere comune sono riscritte ogni settimana, ricalibrando di volta in volta il bilanciamento tra spinte verso il recupero della normalità e necessarie precauzioni e prudenze per non ricadere nel baratro. E la fine dell'incubo Covid, che a tratti appare farsi più vicina, ogni volta pare poi tornare ad allontanarsi come se stessimo percorrendo un infinita serie di tornanti in montagna. Una costante ripartenza che non porta mai con sé una piena liberazione. Così anche per l'arte e per le attività nei luoghi della cultura. Esperienza, quella del “semplice” piacere di recarsi ad una mostra, la cui assenza negli scorsi mesi si è fatta acutamente sentire.

Inverno a Curino 1990

Inverno a Curino 1990

paese assolato 1990

Paese assolato, 1990

Strada in collina 1987

Strada in collina, 1987

La ripresa, tanto attesa ed auspicata, è infine giunta anche per l'arte, con le riaperture degli spazi espositivi e dei musei. Ma, anche in questo caso, nulla sembra ancora poterci far tornare a quella che era la nostra esistenza prima del marzo 2020. E' notizia di questi giorni infatti che, su decisione del Consiglio dei Ministri, dal 6 agosto si potrà accedere a musei, altri istituti e luoghi della cultura e mostre solo con il possesso del Green pass. La quarta ondata resta una minaccia all'orizzonte, non ancora sventata. Ma ormai la strada è tracciata. Un nuovo lockdown appare impensabile, non resta per gli operatori della cultura che guardare avanti. Tra irrequietezza e voglia di rilanciare. E coraggio, entusiasmo e senso civico per tornare a riappropriarci di quello cui abbiamo dovuto rinunciare. Si preannuncia dunque un autunno animato da un rinnovato desiderio di cultura.

Una barca sul Cinquale 1990

Una barca sul Cinquale, 1990

Sarzana   paesaggio con cipressi 1991

Sarzana -   Paesaggio con cipressi, 1991

 

Paesaggio toscano 1991

Paesaggio toscano, 1991

Ed in questo contesto giunge particolarmente gradita la notizia che anche la figura di Alberico Verzoletto sarà protagonista di nuove occasioni espositive e di approfondimento critico. Ancora una volta, merito della tenace e lodevole opera di promozione culturale di Giancarla Mazza Verzoletto, che custodisce e diffonde l'eredità artistica del marito attraverso l'archivio dei lavori del pittore di Trivero, deceduto nel 2010. Una ricorrenza mancata a causa del virus, quella del decennale della scomparsa di colui che è stato il principale esponente pittorico del Biellese degli ultimi decenni, una delle voci più peculiari e autorevoli del Piemonte e del Nord Italia. Un'occasione sottrattaci dalla pandemia, ma per la quale nei prossimi mesi si potrà dunque porre rimedio con iniziative di assoluto rilievo e che sono in corso di definizione proprio in questi giorni.

E la possibilità di accostarsi nuovamente da vicino alle opere del “Gigante di Trivero”, questo il soprannome con il quale era noto Verzoletto, sarà sicuramente un lenitivo dello spirito per le restrizioni dell'ultimo anno e mezzo. La pittura dell'artista biellese è infatti espressione di massima libertà, e di un contatto con la natura e l'umano – e con le intersezioni tra i due mondi - di assoluta e genuina profondità.

La barca rossa 1987

La barca rossa, 1987

 

Paesaggio presso Biella 1987

Paesaggio presso Biella, 1987

Il pittore, talento autodidatta folgorato dalla lezione post-impressionista francese, ha elaborato e coltivato un proprio affettuoso ed intimo dialogo con alcuni luoghi che hanno assunto per lui un significato speciale. Ci sono Trivero e la Valsessera primo di tutto, con le valli, i fiumi, i boschi, le case addossate alle colline. E poi le altre località che ne hanno ispirato l'animo sensibile, dalla Toscana alla Liguria, dall’Umbria alla Sardegna. Suo soggetto iconico, che ben ne racchiude la poetica, è l'arbo del castagno, pianta umile e indomita, generosa ed austera, da Verzoletto rappresentata in molteplici “ritratti” che impressionano per vividezza e capacità di trasfigurare il dato oggettivo in una dimensione onirica, fiabesca, a tratti surreale. Proprio in questa sua capacità di rielaborare il dato della natura e tradurlo in un linguaggio nuovo e familiare al tempo stesso, quotidiano eppure immaginifico, risiede uno dei tratti più significativi della pittura di Verzoletto. Sono opere che trasmettono il respiro di una saggezza antica, che è quella della Natura ma anche della civiltà contadina e rurale dalla quale attinge sapientemente la cultura dell'artista e che proprio con la Natura ed i suoi cicli aveva nei secoli stabilito un rapporto di rispettosi e timorati equilibri.

Valsessera 1986

Valsessera, 1986

Veglio   Il castagno 1997

Veglio -   Il castagno, 1997

E se abbiamo poco sopra attribuito all'arte di Verzoletto un potenziale curativo per lo spirito desideroso di una ritrovata riappacificazione, è giusto riconoscere che tale vocazione ha una valenza che certo precede e trascende le più recenti contingenze. Giacchè l'opera del pittore di Trivero si è da sempre prestata ad essere interpretata come una possibile chiave per ricomporre la frattura venutasi a creare in seno alla società contemporanea tra noi e quelle radici che riconducono ad un diverso rapporto con l'altro, con lo scorrere del tempo, con il regno naturale che ha plasmato la vastità del mondo che si apre davanti ai nostri occhi bramosi di quiete e bellezza. Una lezione certo oggi più attuale che mai.







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