Milano

Inaugurata la mostra sui 60 anni del Pirellone

Inaugurata la mostra sui 60 anni del Pirellone. Attilio Fontana: "Simbolo della Regione e icona dello slancio per ripartire"

Il percorso espositivo si apre con un plastico del Grattacielo proveniente dai Gio Ponti Archives posizionato davanti a una grande parete che accoglie il pubblico allo sbarco dagli ascensori al piano 'della memoria', il 26esimo, con la riproduzione di uno schizzo dello stesso Ponti che riassume la sua idea di Milano, della quale il Pirellone è landmark indiscusso. Un disegno realizzato durante un'intervista a Ponti sull'edificio di piazza Duca d'Aosta, nella quale l'architetto racconta con visione profetica la Milano del futuro: 'Sogno una Milano fatta dai miei colleghi architetti. Certamente non voglio una Milano fatta con case basse e un grattacielo qui, uno là, un altro là e un altro ancora là [...] Questo che dico non è un sogno, dico ciò che sarà in futuro'.

Cinque 'movimenti' scandiscono il percorso espositivo, e una linea del tempo accompagna il visitatore attraverso gli eventi più significativi della grande storia nazionale e internazionale, dal 1956 ai giorni nostri.

LO STABILIMENTO PIRELLI - Una storia di persone, uomini e donne al lavoro, che parte dalla veduta del primo stabilimento della Pirelli, azienda pioniera in Italia nella lavorazione della gomma elastica, costruito nel 1872 sull'area nella quale avrà poi sede il Grattacielo.

UN NUOVO CENTRO DIREZIONALE - Al termine del secondo conflitto mondiale, i presidenti dell'azienda Alberto e Piero Pirelli decidono di insediare il nuovo centro direzionale del Gruppo su quest'area. Diversi gli scatti e i reportage d'autore, tra cui anche la celebre serie dell'olandese Arno Hammacher del 1959 e le fotografie di Paolo Monti, che documentano l'evoluzione del progetto architettonico, affidato agli studi Ponti-Fornaroli-Rosselli e Valtolina-Dell'Orto e agli ingegneri Pier Luigi Nervi e Arturo Danusso.

INAUGURAZIONE NEL 1960 - Inaugurato il 4 aprile del 1960, il Grattacielo è subito acclamato dalla stampa internazionale come simbolo del miracolo economico, dell'industria e dei consumi. Anche la Rivista Pirelli dedica all'evento copertine fotografiche e illustrate da autori come Jean Michel Folon ed Ezio Bonini e diversi articoli di approfondimento con le firme dello stesso Gio Ponti e, tra gli altri, Carlo De Carli.

Il Grattacielo Pirelli era in grado di sostenere, supportare e prevedere nuove modalità di vivere il lavoro per la nuova 'Italia in movimento'.

LA VITA DELL'EDIFICIO - Il secondo elemento allestitivo è dedicato proprio alla narrazione della vita nell'edificio: gli spazi interni, il design, il lavoro. Una documentazione affidata allo sguardo di grandi fotografi come De Paoli, Aldo Ballo, Calcagni, Dino Sala e storiche agenzie come Publifoto. Uno scatto fotografico ritrae al 25° piano del Pirellone Leopoldo Pirelli e Arrigo Castellani, direttore dell'Ufficio Propaganda dell'azienda, impegnati nella selezione di alcuni materiali di comunicazione. In quegli anni collaborano con Pirelli i più celebri grafici e designer dell'epoca, che definiscono uno stile innovativo attraverso campagne pubblicitarie diventate presto iconiche. In mostra una selezione delle opere più significative di Lora Lamm, Riccardo Manzi, Alessandro Mendini, Bruno Munari, Bob Noorda, Pino Tovaglia, Alessandro Vignelli, protagonisti del fermento culturale e artistico nella Milano di quegli anni.

MILANO VERTICALE - Negli anni Cinquanta la città vive una stagione di grande vivacità intellettuale ed è pronta per attraversare la seconda metà del secolo. Prima del Pirellone la Torre Velasca e la Torre Galfa iniziano a caratterizzare una Milano 'in verticale', capace di sperimentare e guardare al futuro, verso una nuova modernità. Un contesto in cui anche il Centro Culturale Pirelli, che ha sede in quegli anni nel Grattacielo, organizza eventi di portata internazionale, come il concerto di John Cage o le rassegne letterarie coinvolgendo scrittori come Milan Kundera e Umberto Eco.

GLI ANNI DEL BOOM - Sono gli anni in cui la città meneghina si dota della prima metropolitana, la linea rossa, con grafica e lettering coordinati dallo stesso Bob Noorda; si inaugura il primo tratto dell'Autostrada del Sole, e atterra a Milano-Linate il primo volo di linea. Il Grattacielo è protagonista dei reportage fotografici di maestri come Ugo Mulas, che reinterpretano la moda di quegli anni, ed è palcoscenico del nuovo cinema italiano di autori come Luchino Visconti, Michelangelo Antonioni, Carlo Lizzani. Ma anche drammatici eventi portano Milano e l'Italia verso gli anni Settanta, come la strage di Piazza Fontana.

Il 1970 vede la nascita delle regioni, ed è in questo clima di cambiamento che la Pirelli decide, alla fine del decennio, di trasferire il proprio quartier generale nell'area Bicocca, dove attualmente risiede. La rosa camuna, simbolo del territorio lombardo, diventa il nuovo logo ufficiale della Regione, che si insedia nel Grattacielo Pirelli il 2 giugno 1980.

L'INCIDENTE AEREO DEL 2002 - Nel 2002 un velivolo da turismo impatta contro il ventiseiesimo piano del palazzo: la struttura resiste, ma l'incidente richiede ampie operazioni di restauro che interessano anche il layout degli uffici regionali, la riqualificazione dell'auditorium al piano interrato, il recupero del belvedere all'ultimo piano e l'adeguamento alle norme di sicurezza e risparmio energetico. Il risultato è un complesso architettonico restituito alle proprie funzioni originarie e in grado di guardare a un futuro sostenibile. L'intervento non ha dissimulato l'età del Grattacielo, ha piuttosto esaltato la qualità dei suoi primi sessant'anni. Luogo di attività istituzionale, di incontri, di attività culturali aperte al territorio e al futuro della città.

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