Milano
Milano, chiuso il campo rom di via Idro. Attesa per le demolizioni
Svuotato e chiuso da qualche ora il campo regolare di via Idro, tutti i residenti lo hanno lasciato. Attualmente sono in posa i new jersey che impediscono l’accesso insieme al presidio della Polizia locale.
Era iniziato ieri il trasferimento dei residenti alla presenza degli operatori del Comune oltre che di Polizia locale, Polizia di Stato, Carabinieri, Vigili del Fuoco, Croce Rossa e Protezione civile. Nei prossimi giorni l’area sarà pulita da Amsa e MM effettuerà i lavori di demolizione dei manufatti e degli impianti idrico ed elettrico. La zona sarà restituita a verde e insieme al Consiglio di Zona e ai cittadini sarà decisa una nuova destinazione.
Al momento dell’intervento erano presenti 94 persone su 106 residenti censiti (in sei erano assenti per detenzione) e in 80 hanno accettato l’accoglienza nelle strutture messe a disposizione dal Comune. In 12 sono stati accolti nel Centro di autonomia abitativa di via Ponti, 19 in quello di via Marotta, 7 nel Centro di via Brambilla. Nei Centri di emergenza sociale sono andate 30 persone e 12 sono state accolte al villaggio di via Martirano. Una decina di persone ha scelto di trovare una sistemazione in modo autonomo. Si chiude così una vicenda di degrado ed emarginazione, una ferita che era stata aperta negli anni ’80, e si apre per i Rom residenti un percorso di integrazione, legalità e inclusione vera nel tessuto urbano. “Noi ribadiamo la nostra linea – dichiara Marco Granelli assessore alla Sicurezza e Coesione sociale -, siamo contro le favelas che costituiscono sempre un’esperienza negativa per chi ci vive ma anche per la città e per questo stiamo chiudendo i campi rom regolari, questo è il terzo, aperti 30 anni fa”.
"La scelta di chiudere il campo nomadi di via Idro segue la logica dell'inclusione sociale per i suoi abitanti. Non intendiamo spostarli, come qualcuno dice, in altre zone a loro riservate creando nuove favelas, ma nel tessuto urbano ordinario, quale punto strategico per una vera integrazione. E' dunque una azione all'insegna della legalita', della sicurezza e della lotta al degrado che punta ad affrontare globalmente il disagio abitativo, lavorativo e sociale per i cittadini e per il territorio". Così Beppe Sala, candidato a sindaco di Milano per il centrosinistra, commenta la decisione di sgomberare il campo abusivo di via Idro.
La giornata di lunedì 14 marzo non è stata priva di momenti di tensione: se circa 90 persone sembrano aver accettato l'invito dell'Amministrazione a trasferirsi altrove, chiedendo solo qualche giorno per raccogliere le proprie cose, una decina di irriducibili ha inscenato una violenta protesta culminata con l'incendio di un'auto e di una baracca. Duro il commmento di Samuele Piscina, capogruppo Lega Nord in zona 2: "Gli incendi appiccati dai rom sono una chiara dimostrazione della mancanza di volontà di integrarsi insita in questi delinquenti. Inserirli in alloggi o in strutture significherebbe mettere a repentaglio la vita delle persone civili e in difficoltà che alloggeranno nelle stesse strutture o nelle immediate vicinanze. Prefettura e Comune stanno aspettando che gli zingari tirino fuori le armi a fuoco in loro possesso e più volte utilizzate per sparatorie anche nel Quartiere Adriano? Sindaco e assessore ritirino immediatamente le proposte fatte ai rom su alloggi e lavoro e la Questura e la Prefettura facciano arrestare prontamente i sovversivi che stanno appiccando un incendio dopo l'altro". "A chi non vive nella legalità - conclude Piscina - non deve essere concesso alcun benefit a discapito degli onesti cittadini!"