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Caso Barbato, il capo dei vigili lascia. Il sindaco: "Ha fatto una sciocchezza"
Antonio Barbato

Caso Barbato, il capo dei vigili lascia. Il sindaco: "Ha fatto una sciocchezza"

Se ne parlava da giorni. Poi oggi, dopo il parere del Comitato per la legalità, c'è stato il passo indietro del diretto interessato: Antonio Barbato, comandante dei vigili urbani di Milano, ha lasciato l'incarico.

L'ormai ex numero uno dei vigili urbani era finito al centro delle polemiche dopo essere stato intercettato (senza essere indagato) nell'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia sugli affari al Nord di una serie di società legate al clan catanese dei Laudani. "Quello che è accaduto è inverosimile - è il commento di Barbato - Mi sento in un Paese strano, mi hanno diffamato: ora mi concentrerò a preparare le cause". Nel frattempo Barbato è stato subito "destinato ad altro incarico", come ha confermato il sindaco Sala.

Matteo Salvini ha subito commentato su Facebook la decisione: "Rimosso per un'indagine il capo dei Vigili di Milano, scelto da Pisapia e confermato da Sala, in passato candidato per Rifondazione Comunista. Povera Milano... #pdacasa #andiamoagovernare"

Il parere del comitato per la legalità e la trasparenza

Il Comitato per la Legalità, la Trasparenza e l'Efficienza amministrativa del Comune di Milano – sollecitato dal sindaco Giuseppe Sala - ha espresso il suo parere sulla vicenda riguardante il comandante della Polizia locale, Antonio Barbato e rimette in capo al sindaco ogni decisione. Pur sollecitando una valutazione che non può prescindere da una “ineccepibile condotta”, del comandante.

IL RAPPORTO COMPLETO

Il Comitato, guidato da Gherardo Colombo, scrive: “La lettura dei documenti inviatici comporta, in relazione alle competenze del Comitato, una duplice evidenziazione: da un lato, gli aspetti rigorosamente giudiziari, che saranno valutati nella loro completezza dalla competente Autorità, non richiedono in questa sede, allo stato, un’analisi da parte di questo Comitato; dall’altro, un tema, di carattere generale, attinente alla trasparenza (e, di conseguenza, all’etica) comportamentale che deve contraddistinguere tutti i pubblici dipendenti e, massimamente, coloro i quali ricoprono ruoli apicali. Etica comportamentale che, oltre a tutti gli altri principi in essa impliciti, impone di distinguere ruolo pubblico e vicende private: nel caso specifico, il comportamento del Comandante Barbato va analizzato alla luce di tali principi e, seguendo questa impostazione, il solo ipotizzare di poter accettare l’ipotesi che una società di security faccia pedinare un proprio collega (con il quale sembra esservi in corso uno scambio di querele) depone in senso avverso alla correttezza che un comandante deve avere. Sempre in linea con questa impostazione, il quesito a cui, a parere del Comitato, si deve dar risposta è il seguente: alla luce delle notizie conosciute, il Comandante Barbato può continuare a ricoprire un ruolo così delicato, oppure le stesse hanno scalfito il rapporto di fiducia su cui l’affidamento di quel ruolo si fonda? La risposta a questo quesito, evidentemente, richiede una valutazione che esula dalle competenze del Comitato, per cui ci si rimette alla decisione che l’autorità comunale riterrà adatta al caso in esame. Il Comitato ritiene comunque utile ricordare che, per ricoprire un incarico così delicato e vitale per l’ordinato svolgimento della vita pubblica, sia indispensabile, a monte del rapporto di fiducia interpersonale, il più ampio (se non addirittura, unanime) riconoscimento di una costantemente ineccepibile condotta che, quotidianamente, riaffermi la pubblica autorevolezza della carica e del ruolo”.

LA DECISIONE DI SALA

Il comandante della polizia locale di Milano, Antonio Barbato, è stato "destinato ad altro incarico". Lo ha deciso il sindaco, Giuseppe Sala, su richiesta dello stesso capo dei vigili, dopo avere ricevuto il parere sul caso del Comitato per la legalità e la trasparenza. Barbato, che non è indagato, era stato intercettato nell'ambito di un'inchiesta della Dda di Milano.

"Oggi, a seguito delle necessarie verifiche mie e del Comitato per la Legalità, la Trasparenza e l'Efficienza amministrativa del Comune di Milano sui fatti emersi in questi giorni, mi sono confrontato con il Comandante della Polizia locale" che "mi ha chiesto di essere destinato ad altro incarico all'interno dell'Amministrazione comunale" ha commentato il sindaco in una nota. "Apprezzando la sensibilità dimostrata da Barbato e tenendo in considerazione i 35 anni di servizio prestati per Milano, ho chiesto al Direttore Generale del Comune di individuare una nuova collocazione al di fuori della Polizia locale" ha aggiunto Sala. "La reggenza della Polizia locale di Milano sarà assunta temporaneamente dal vice comandante Paolo Ghirardi", ha concluso il sindaco. 

"Mi dispiace per lui ma obiettivamente ha fatto una sciocchezza" è stato il commento di Sala sulla vicenda del comandante dei vigili: "Mi dispiace un po' per Barbato, per la sua storia personale, un ex Martinitt con 35 anni di servizio. Non ho l'istinto del giustiziere, non mi sembra giusto farlo. Credo che per questo fosse impossibile rimanere lì". Il sindaco ha poi specificato che l'ormai ex comandante non è stato esonerato "ma è lui che ha chiesto di essere affidato ad un altro incarico. Considerando tutto quello che è successo è incompatibile con la guida del corpo dei vigili. A mio giudizio è una persona che ha fatto una grande leggerezza, bisogna considerare però il fatto che in 35 anni ha dato il suo contributo ai vigili urbani. Quindi per questo ho chiesto alla direzione generale di dargli un altro incarico". 

M5S: IL SINDACO HA DELEGATO LA DECISIONE

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, nella vicenda che ha coinvolto il comandante della polizia locale, Antonio Barbato, "non si e' assunto alcuna responsabilita', delegando la decisione al Comitato Legalita' e infine non facendo altro che prendere atto della volonta' di Barbato". Lo ha sottolineato in una nota il capogruppo del Movimento 5 stelle a Palazzo Marino, Simone Sollazzo.

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