Milano
Inchiesta ultrà: solo un arrestato parla e ammette. Chiesta la scorta per il pm Storari
Minacce e tensione nell'indagine che scuote le curve di Inter e Milan: il caso è stato trasmesso alla Commissione Antimafia, tra silenzi degli arrestati e una possibile scorta per il pm Storari
Inchiesta ultrà: solo un arrestato parla e ammette. Chiesta la scorta per pm Storari
L’inchiesta che ha decapitato i vertici delle curve dell’Inter e del Milan continua a rivelare legami inquietanti tra il mondo ultrà e la criminalità organizzata. Durante gli interrogatori di garanzia tenutisi a Milano, cinque degli arrestati hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, mentre Cristian Ferrario è stato l'unico a rompere il silenzio, ammettendo parzialmente le accuse. Ferrario è accusato di essere un prestanome per il leader ultrà Andrea Beretta, coinvolto anche nell'omicidio di Antonio Bellocco, ucciso a coltellate. Hanno invece scelto il silenzio i principali interrogati, Andrea Beretta, capo della curva Nord interista, Francesco Lucci, leader della curva Sud milanista, e Giuseppe Caminiti, legato alla 'ndrangheta e accusato di un omicidio del 1992.
Scorta per il pm Storari? Minacce e alta tensione
Nel frattempo, cresce la preoccupazione per la sicurezza del pubblico ministero Paolo Storari, che ha coordinato l’indagine. Dopo minacce rivolte ad Andrea Beretta, è stata avanzata la richiesta di scorta per Storari, ora al vaglio della Prefettura. Il caso è stato inoltre trasmesso alla Commissione Antimafia, segnalando la serietà della situazione e l’importanza di garantire protezione ai magistrati coinvolti in questo delicato processo.