Milano
Inchiesta dossieraggi: l'interrogatorio di Del Vecchio jr
Sarebbe stato Del Vecchio stesso a richiedere l'interrogatorio per difendersi dalle accuse e chiarire la sua posizione nel caso dei dati rubati
Inchiesta dossieraggi: l'interrogatorio di Del Vecchio jr
E' durato sino a sera giovedì 21 novembre, l'interrogatorio di Leonardo Maria Del Vecchio, uno dei figli del fondatore di Luxottica scomparso nel 2022, nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Milano e dalla Direzione Nazionale Antimafia (Dna) sui presunti dossieraggi illegali. L'imprenditore, indagato per concorso in accessi abusivi a sistemi informatici, ha chiesto di essere ascoltato per chiarire la propria posizione e respingere le accuse.
L’interrogatorio, svoltosi in una caserma degli investigatori anziché al Palazzo di Giustizia, è iniziato nel pomeriggio e si è protratto fino a sera. Del Vecchio, assistito dall’avvocato Maria Emanuela Mascalchi, ha risposto alle domande del pubblico ministero Francesco De Tommasi e dei carabinieri, ribadendo – come sostenuto dal suo legale – di essere “una persona offesa” nell’intera vicenda. “Le accuse ipotizzate sono infondate”, ha dichiarato la difesa, sottolineando che eventuali responsabilità sarebbero da attribuire ad altre persone.
Le accuse: dossier, trojan e falsi documenti
Secondo la Procura, Leonardo Maria Del Vecchio avrebbe commissionato una serie di attività di dossieraggio, in particolare nei confronti del fratello Claudio e della sua ex compagna Jessica Ann Sarfaty, al fine di acquisire un controllo sulle questioni ereditarie. Gli inquirenti ritengono che l’imprenditore si sarebbe avvalso dell’aiuto di due collaboratori fidati, Marco Talarico, gestore patrimoniale, e Mario Cella, capo della sicurezza, entrambi indagati, oltre che di una rete di hacker guidata dall’ex poliziotto Carmine Gallo e dall’hacker Nunzio Samuele Calamucci, attualmente agli arresti domiciliari.
Tra le attività illecite contestate, la creazione di falsi dossier con dati riservati, l’elaborazione di un falso rapporto della Polizia di New York per screditare Claudio Del Vecchio e il tentativo, mai riuscito, di inoculare un trojan sul cellulare di Sarfaty per monitorarla.
In particolare, il presunto falso documento della Polizia di New York, risalente apparentemente al 2018, indicava che Claudio Del Vecchio fosse stato controllato in compagnia di una persona registrata per crimini sessuali. Gli inquirenti sostengono inoltre che, nell’estate 2023, la rete di hacker abbia tentato di simulare conversazioni tra Sarfaty e un famoso illusionista per incrinare ulteriormente la sua immagine.
La contesa familiare e altre accuse
Secondo gli investigatori, Leonardo Maria avrebbe anche chiesto aiuto alla rete Equalize per ottenere informazioni utili nella disputa patrimoniale che coinvolge i fratelli. L’imprenditore, erede di quote significative della cassaforte di famiglia, avrebbe cercato di “tenere sotto controllo” Claudio e una consulente della sorella Paola, temendo un presunto ricatto.
La magistratura continuerà a valutare le dichiarazioni di Del Vecchio e il materiale raccolto dagli inquirenti per accertare la verità su una vicenda che intreccia eredità, questioni familiari e presunte attività illegali.