Milano

Inchiesta hacker: con dati rubati profitti illeciti per oltre 3milioni. Report anche su La Russa

La banda avrebbe fabbricato dossier con dati e informazioni segrete su imprenditori e politici, tra cui un report su La Russa, mettendo a rischio la sicurezza nazionale

Inchiesta hacker, con dati rubati profitti illeciti per oltre 3milioni. Report anche su La Russa

Ammonterebbero a oltre 3milioni di euro i profitti generati dalle attività illecite della vasta rete di spionaggio smascherata da un'indagine sui dossieraggi della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Milano. Al centro dell’inchiesta, condotta dal pm Francesco De Tommasi, un gruppo di hacker e investigatori privati collegati a società che raccoglievano informazioni segrete per creare dossier su politici e imprenditori. Secondo gli atti dell’indagine, le società coinvolte, tra cui la Equalize srl, avrebbero incassato oltre 3,1 milioni di euro di profitti illeciti. Di questi, ben 2,3 milioni sarebbero stati generati dalla sola Equalize srl, specializzata nella creazione di dossier illegali tramite informazioni ottenute in modo clandestino. Gli investigatori hanno calcolato che, solo nei primi sette mesi del 2023, la società avrebbe guadagnato 763mila euro dai suoi report segreti.

Una rete con ramificazioni internazionali

L'inchiesta ha rivelato che la rete di spionaggio non si limitava all'Italia. Gli inquirenti hanno scoperto l’esistenza di una società clone della Equalize srl a Londra, la Equalize Ltd, indicativa di un’operazione internazionale. In Inghilterra operava un gruppo di giovani, intercettati dagli investigatori, che accedeva direttamente alla banca dati Sdi delle forze dell'ordine italiane.

Un pericolo per la democrazia: spiate le alte cariche dello Stato

Tra le vittime della rete, spiccano nomi di alto profilo. Dossier dettagliati erano stati raccolti su figure chiave delle istituzioni italiane, tra cui il Presidente del Senato Ignazio La Russa e i suoi figli, nonché altri esponenti di spicco della politica e dell'imprenditoria. Il presidente della Fondazione Fiera, Enrico Pazzali, avrebbe infatti chiesto ai suoi uomini della Equalizer un "dossier" su La Russa e sul figlio Geronimo. "Fammene un'altra - dice Pazzali a Nunzio Calamucci, collaboratore dell'agenzia con a capo il super poliziotto Carmine Gallo e mente del progetto informatico - Ignazio La Russa. E metti anche un altro se c'è... come si chiama l'altro figlio, Geronimo La Russa? Metti Antonino La Russa...".

In un’ulteriore intercettazione, è emerso il tentativo di accedere a un'email intestata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Questo ha sollevato forti preoccupazioni sulla minaccia alla sicurezza nazionale, come sottolineato da esponenti politici come la premier Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Gli altri obiettivi della rete: da Renzi a Sangalli, un’indagine a largo raggio

Tra le vittime dello spionaggio anche Matteo Renzi, ex Presidente del Consiglio, Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, e l’avvocato Piero Amara, noto per le sue vicende legali legate a casi di grande rilevanza come quello dell'ENI e della Loggia Ungheria. Anche diverse aziende, tra cui Heineken Italia, erano clienti della rete di spionaggio.

Rapporti con mafie e servizi segreti: la struttura occulta della rete

Il gruppo, secondo il pm De Tommasi, aveva costruito una complessa struttura organizzativa, paragonabile a un sistema "a grappolo", con "contatti nelle forze dell'ordine e nelle altre pubbliche amministrazioni" da cui "reperire illecitamente dati". Lo scrive negli atti il pm della Dda Francesco De Tommasi, che denuncia una minaccia senza precedenti alla democrazia e alla sicurezza del Paese. "Ogni collaboratore gruppo si muove per dati e gode "di appoggi di alto livello, in vari ambienti, anche quello della criminalità mafiosa e quello dei servizi segreti, pure stranieri" e gli indagati "spesso promettono e si vantano di poter intervenire su indagini e processi".

Nunzio Samuele Calamucci, uno degli arrestati, ha confermato questi rapporti, ammettendo la necessità di "mimetizzare la fonte dei dati" per evitare problemi legali. La rete aveva accesso privilegiato a informazioni riservate, ottenute attraverso contatti nelle forze dell’ordine e nelle amministrazioni pubbliche.

Tecnologie per il controllo totale: dalla geolocalizzazione ai software di spionaggio

Le intercettazioni hanno svelato anche i progetti tecnologici del gruppo. Tra le attività discusse, l'acquisto di apparecchiature per la geolocalizzazione dei telefoni cellulari, ottenibili a prezzi ribassati grazie a presunti contatti nei servizi segreti regionali. Inoltre, veniva sviluppato un software di ricerca chiamato "Beyond", utilizzato per raccogliere informazioni dettagliate su target specifici.

 







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