Milano

Lombardia Informatica, ex presidente indagato per turbativa di gara d'appalto

Giorgio Caielli, ex presidente di Lombardia Informatica, società partecipata della Regione Lombardia, ed ex segretario della Lega a Gallarate è indagato

Lombardia, indagato ex presidente Lombardia Informatica

Giorgio Caielli, ex presidente di Lombardia Informatica, società partecipata della Regione Lombardia, ed ex segretario della Lega a Gallarate (Varese) è indagato nell'ambito di un'inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza di Lodi e coordinata dal pm di Milano Giovanni Polizzi. Le Fiamme Gialle questa mattina hanno eseguito diverse perquisizioni e hanno acquisito documentazione cartacea e Informatica.  Da chiarire sono infatti le assegnazioni fatte da Lombardia Informatica, che svolgeva allora il ruolo per di stazione appaltante, a strutture sanitarie lombarde per sistemi informatici, come computer, software e assistenza tecnica. Sul registro degli indagati ci sarebbero anche un consulente informatico della societa' e due responsabili della Service Trade, che non vinto la gara d'appalto. Caielli e' stato anche segretario della Lega a Gallarate (Varese). 

Le accuse a Lombardia Informatica

La tesi dell'accusa e' che i responsabili della societa' Service Trade SpA, abbiano fatto delle promesse, a Giorgio Caielli, ex presidente di Lombardia Informatica, per assicurarsi di essere al proprio posto nella gara per l'assegnazione di un appalto per forniture di servizi informatici. Un bando, uscito nell'ottobre dello scorso anno, ma assegnato un mese fa, in cui Lombardia Informatica, di cui Caielli era presidente, fungeva da stazione appaltante e che avrebbe garantito servizi per ospedali pubblici della Regione per un valore di 287 milioni di euro.    I primi ad indagare sul caso sono stati i finanzieri di Lodi, coordinati dal pm di Milano Giovanni Polizzi, sospettando delle interferenze della Service Trade, che pero' poi non ha vinto l'appalto. In cambio il leghista Caielli, grazie alle pressioni della societa', avrebbe dovuto rimanere presidente della in-house di Regione Lombardia, cosa che pero' poi non e' avvenuta. 

Lombardia Informatica, Gdf in sede, noi parte lesa

Lombardia Informatica e' "parte lesa dell'intera vicenda e si riserva di costituirsi in giudizio verso coloro che hanno tentato di turbare una propria procedura di gara". A comunicarlo e' la stessa societa', dopo l'indagine della Procura di Milano che ha coinvolto l'ex presidente di Lombardia Informatica, Giorgio Caielli, per corruzione e turbativa d'asta. La societa', che e' partecipata della Regione Lombardia, ha comunicato che "la Guardia di Finanza di Lodi, a seguito di una indagine della Procura della Repubblica di Milano per tentata turbativa d'asta, e' intervenuta stamattina presso gli uffici della societa' regionale Lombardia Informatica, a Milano, per una verifica sulla documentazione della procedura di gara d'appalto per la selezione di operatori per i servizi di gestione delle postazioni di lavoro (fleet management) degli enti sanitari pubblici di Regione Lombardia". Lombardia Informatica "sta collaborando attivamente con le autorita' e ha messo a disposizione la propria struttura per fornire tempestivamente i documenti e le informazioni richieste". La Gara d'appalto - suddivisa in tre lotti per un valore massimo stimato di 287 milioni euro suddivisi in cinque anni di attivita' e dove ogni concorrente non puo' aggiudicarsi piu' di un lotto - e' stata indetta nel mese di ottobre 2017 ed e' in fase di aggiudicazione. Secondo Lombardia Informatica "il fatto che la societa' indagata sia agli ultimi posti della graduatoria per l'aggiudicazione di detta gara d'appalto, rafforza la convinzione che il modello organizzativo adottato da Lombardia Informatica - completa separazione e segregazione delle informazioni tra chi partecipa alla stesura dei capitolati e chi partecipa alle commissioni di gara - sia valido ed efficace". Dunque, conclude la societa', "Lombardia Informatica e' dunque parte lesa dell'intera vicenda e si riserva di costituirsi in giudizio verso coloro che hanno tentato di turbare una propria procedura di gara".







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