Milano
Indipendenti, di quartiere e iperconnesse: ecco le "librerie-Zoom". VIDEO

Il Covid ha accelerato il processo di trasformazione delle "librerie sotto casa" milanesi, che si adattano ai tempi con format diversi dalle librerie mainstream
Indipendenti, di quartiere e iperconnesse: ecco le "librerie-Zoom"
Book influencer, book blogger, book-tuber: che partecipano insieme agli autori, magari presenti in Sudamerica assisi nel proprio salotto, a conferenze-zoom che si celebrano sul computer. Un esperimento mediatico che ruota intorno alla libreria Tempo Ritrovato, che non è virtuale, ma ha le vetrine in corso Garibaldi: è la libreria zoom inaugurata da Luca: ovvero, ai tempi del Coronavirus, un ideale salotto virtuale, creato dal software di “Zoom” che permette di visualizzare su ogni pagina Facebook, in diretta, contemporaneamente, quattro autori sparsi per il mondo.
E poi c’è la libreria-casa, con salotto e giardino, all’altro lato del centro storico, al Ticinese, tempio della alternativa e sessantottina libreria Calusca. Alla Calusca, si trovavano un tempo lontano fanzine e pubblicazioni underground, ciclostilati di gruppi punk e proclami rivoluzionari anarchici e situazionisti e beat, e il tutto si ispirava alla libreria City Lights del poeta Lawrence Ferlinghetti a San Francisco, luogo di passo della beat generation. La Calusca, chiusa de decenni, rivive almeno nella atmosfera di via Scaldasole, un tempo reame di ladri, teppa e “ligera”: ecco la Scaldasole Books, esempio di “libreria casa”. Un salotto e, al centro, una poltrona Frau e la libraia- amica Marina che consiglia, suggerisce, e soprattutto scova edizioni introvabili. Marina ha posizionato davanti alla vetrina un piccolo banco con libri d’antan a due euro, libri vintage, edizioni scomparse per i collezionisti di quartiere. E, in primavera, offre un giardino condiviso dove leggere in gruppo insieme a un facilitatore saggi e romanzi.
Alla ricerca dell’edizione perduta
Qui si trovano il Malaparte smarrito e i romanzi fiume sovietici, tipo Il Placido Don, o la edizioni tascabile in francese della Recerche. E’ l’usato letterario. Perché le librerie di quartiere riciclano libri introvabili, libri illustri di autori famosi mai più ristampati per le oscure leggi del marketing.
Tempo ritrovato e Scaldasole books rappresentano in modi diversi la nuova vita delle piccole librerie indipendenti che , per via del Covid e della cessata mobilità dei lettori, offrono proprio sotto casa un salotto amico che gli addetti ai lavori chiamano appunto “ Libreria-casa” , per differenziarle dagli “stores” ovvero a quella libreria ibrida, un po’ Ikea in po’ centro fitness ed Esselunga, che caratterizza ormai l’offerta delle grandi catene mainstream. Non luoghi contro i salottini di quartiere?
A mediare, ecco le “ librerie bar”, come quella di Verso, in corso Ticinese che offre letture e tisane e chupito.
C’è poi il fondamentalista locale Waden, di via Vetere, dove i libri sono quasi del tutto scomparsi e restano il bar e i tavoli di lettura, all’insegna del vintage d’arredamento riciclato. Lì i lettori si siedono: un po’ Bar Rattazzo un po’ Biblioteca Sormani, bocconiani e fanciulle chic in fiore leggono e lavorano al computer: a sera si presentano libri con l’autore. Un salotto ibrido letterario d’altri tempi, ma senza scaffali di libri . Quelli si comprano su Amazon. Luogo di passo con tavolini davanti al parco delle Basiliche, dove possono nascere amori letterari, colti e consapevoli sorbendo un cappuccino equosolidale.
Le uniche che vendono
Ma il Natale verrà salvato proprio dalle piccole e amiche librerie di quartiere? “La gente non si muove più per il Covid, e quando ha bisogno di un libro va sotto casa, dove trova un commesso competente che è anche un amico che non considera il lettore solo un cliente. La librerie di quartiere ora sono le uniche che vendono”, spiega così Angelo, patron della specializzata, storica ma familiare Libreria Militare, all’angolo con via Morigi. Scaffali con libri insoliti, dall’era napoleonica al Vietnam al complottismo: lunghi corridoi straripanti di libri al cui centro, Angelo, il libraio amico, consigliere di clienti-amici sembra uscito dal "Nome della rosa” . Una comunità curiosa di libri non conformisti, per “piccolo complottista curioso”. La visiteremo alla prossima puntata.
Resta il dilemma. Libreria casa con un angolo per il caffè? Una biblioteca pub per amici in lettura? Un dopolavoro letterario?
Alla libreria Verso di corso Ticinese i commessi sembrano entusiasti del loro caffè point. Un’ area ristoro un po’ radical chic, immersa nella frenetica zona della movida delle Colonne di San Lorenzo, tra chupito e bamba: “L’attività del bar si integra con quella della libreria: tavolini appartati e silenziosi, wi-fi libero, divani e poltrone dove fare una sosta o un appuntamento di lavoro, studiare, sorseggiare un caffè, una tisana di giorno, un bicchiere di vino o una birra la sera, con un occhio di riguardo alla qualità dell’offerta. Gli eventi sono però il cuore pulsante di Verso: non solo presentazioni di libri, ma anche incontri tematici, reading, cicli sui mestieri del libro, corsi, serate di cabaret e teatro, lezioni e contaminazioni culturali”
Al bar in libreria
Macchè tisane... Luca, scettico, scuote la testa: “Il bar distoglie il lettore dal centro della libreria: il libro". Angelo è categorico e sorride : “Io ho scelto di fare il libraio, non il barista. Una volta noi librai indipendenti partecipammo a una riunione di lavoro in una famosa libreria-madre, una casa editrice che ha una infinita catena di stores: gironzolavano intorno agli scaffali i famosi lettori clienti che non guardavano più i libri, ma il menu degli aperitivi del bistrot o la sala relax... Sembrava di essere al Fiordaliso”.
Il nostro viaggio tra librerie indipendenti continuerà nella prossima puntata proprio nella piccola libreria di Angelo.