Milano
Inter-Napoli, arrestato Piovella: Ciccarelli tra gli indagati
Il gip Guido Salvini convalida tre arresti: "Espressione brutale di una sottocultura sportiva di banda".
Inter-Napoli: tra gli indagati anche Nino Ciccarelli
Spunta un nuovo nome tra gli indagati per gli scontri avvenuti il 26 dicembre prima della partita Inter-Napoli, ed è un nome noto a chi bazzica gli ambienti ultras, quello di Nino Ciccarelli. Lo riportano oggi alcuni quotidiani. Ciccarelli è stato convocato ieri dalla Digos ed è uscito in tarda serata dalla Questura di Milano. Quarantanove anni, Ceccarelli ha fondato il gruppo dei 'Viking' nel 1984. La sua "carriera" conta già 12 anni di carcere e 5 anni di 'Daspo', misura ancora in corso. Venne coinvolto anche negli scontri ad Ascoli nei quali mori' il tifoso Nazareno Filippini, omicidio per il quale venne prima arrestato ma poi prosciolto.
"Potere di influenza" sui tifosi a lui "subordinati sulla base dell'ideologia del cameratismo sportivo... in grado di condizionare le dichiarazioni di coloro che verranno ascoltati dalla P.G e dagli inquirenti nel corso delle indagini", "decisa ed esplicita reticenza rispetto alla ricostruzione dell' organizzazione e dello svolgimento dei fatti" e pericolo di reiterazione dei reati: sono i motivi che hanno spinto il gip Guido Salvini a disporre l'arresto in carcere del capo ultra' Marco Piovella.
Scontri Inter-Napoli: convalidati i tre arresti
Il gip di Milano, Guido Salvini, ha convalidato l'arresto dei tre ultras dell'Inter in relazione all'assalto contro i van dei tifosi del Napoli durante il quale è morto, travolto da un suv, uno dei leader del tifo organizzato di Varese, Daniele Belardinelli. Per i tre ultras - Francesco Baj, 31 anni, Luca Da Ros, 21 anni, e Simone Tira, 31 anni - il magistrato ha disposto la custodia in carcere per il pericolo di inquinamento delle prove e la possibilità di reiterazione del reato.
Intanto un quarto uomo, Marco Piovella, è stato arrestato in relazione agli scontri. Il nome di Piovella era stato fatto nei giorni scorsi da Luca Da Ros, uno dei tre tifosi arrestati, come l'organizzatore del raid contro la colonna di tifosi napoletani, nel corso del quale era morto Daniele Berardinelli, investito da un auto di cui si cerca ancora il guidatore. Lo stesso Piovella, assistito dall'avvocato Mirko Perlino, si era recato sabato in Questura per fornire la propria versione dei fatti. L'arresto, precisa una nota della Questura, è avvenuto per le imputazioni di rissa aggravata, lesioni, omicidio e violazioni degli articoli 6 e 6 ter della Legge 401/1989. L'attività investigativa condotta dai poliziotti della Digos della Questura di Milano circa i fatti occorsi lo scorso 26 dicembre prima dell'incontro di calcio Inter-Napoli ha portato al riconoscimento del tifoso neroazzurro, soprannominato "il rosso" e uno dei leaders della Curva Nord, specificatamente dei Boys San, responsabile delle coreografie da diversi anni. Il 34enne ultras, già destinatario di numerose denunce all'Autorità Giudiziaria per episodi di violenza in occasioni di manifestazioni sportive, è stato anche indagato per violazione del Da.Spo a cui è attualmente sottoposto.
L'attacco degli ultras dell'Inter è stato "un'azione di stile militare, preordinata e avvenuta a distanza dallo Stadio Meazza". Così il gip ha scritto nell'ordinanza con cui ha convalidato gli arresti. Si è trattato, rileva ancora il gip, di "un agguato ai tifosi della squadra opposta che erano giunti a Milano e stavano transitando in una via ancora lontana dalla sede dell'incontro sportivo". Il magistrato stigmatizza l'accaduto come "espressione tra le più brutali di una 'sottocultura sportiva di banda' che richiama piuttosto, per la tecnica usata, uno scontro tra opposte fazioni politiche".
Nessuno degli indagati, però "sembra aver assistito direttamente al momento in cui Belardinelli è stato travolto da una vettura forse un Suv o una monovolume che, sorpassando a sinistra alcuni furgoncini della colonna napoletana, ha investito il giovane più o meno al centro della platea stradale di via Novara". A tal proposito, come riportato dal Giorno, ha parlato il padre di Belardinelli: "Chi era alla guida si costituisca, lo faccia per noi e per l'uomo che ha ucciso, mio figlio. Non aspetti che la Polizia lo trovi, perché tanto lo troveranno, sono sicuro".