Milano

Io, "l'uomo dei muri puliti", che ha rimesso a nuovo la statua di Montanelli

Intervista esclusiva di Claudio Bernieri

Andrea Girandi ha partecipato al lavaggio della statua di Montanelli dopo che era stata imbrattata, ma questo è solo uno degli interventi a cui ha partecipato

Io, "l'uomo dei muri puliti",  che ha rimesso a nuovo la statua di Montanelli

“La vernice  stata tolta usando un diluente e passando poi sulla superficie della statua una paglietta abrasiva”  racconta Andrea. Ecco cosa vuol dire amare Milano. Mentre l’artista di strada TVboy agisce di notte,  Andrea, l’uomo della contro-bomboletta spray  restaura i muri  di giorno, quarantena permettendo. E, indossato l’abito da lavoro, una tuta  bianca, è arrivato ai giardini Montanelli per restaurare la statua del Maestro della penna. E’ stato soprannominato  dalle portinaie del Ticinese “l’uomo dei muri puliti”.

Il prof. Andrea Girandi, docente di economia , con secchio, raspino e pennello da mesi  restaura gratis pali della luce, androni, cancellate, mattoni vari invasi da tag e scarabocchi . Persino l’edera artificiale che ricopre una enorme parete in corso Ticinese 83, di fronte al museo diocesano, deturpata dalle scritte dei vandali è stata ridipinta., Restaurati i cartelli stradali, gli zoccolini dei marciapiedi… Ed ora la statua di Montanelli .

Ci racconta il  suo  sdegno in corso Ticinese, alla  luce del sole. “Sì,  c'ero anch'io in quel gruppo di volontari che ha ripulito la statua di Indro Montanelli ai Giardini a lui dedicati. Comunque la si pensi sulla sua vita, trovo che l'imbrattamento sia stato un atto grave da non minimizzare in nessun caso. Un atto che definirei di prevaricazione del pluralismo democratico, attraverso l'imposizione della propria visione delle cose e della storia anche a chi la pensa in modo diverso. Danneggiare un monumento, scrivere insulti ai danni di chi per ovvie ragioni non ha più possibilità di replica, è una vera e propria forma di violenza e, aggiungo anche, di viltà.

 

 Per esprimere le proprie riserve sulla vita di Montanelli si possono usare forme rispettose di confronto democratico sui media e sui social. Ma gettare una tolla di vernice contro una statua, vantandosene orgogliosamente in rete, è un gesto da condannare senza indugio.

 Aggiungo inoltre che applicare la morale corrente in modo retroattivo a fatti avvenuti quasi un secolo fa, per quanto questi stridano con la nostra coscienza collettiva, è un atteggiamento privo di significato. La morale, proprio come il diritto, non è e non deve mai essere retroattiva (e le contestazioni rivolte a Montanelli riguardano un periodo storico in cui la morale era profondamente diversa da quella attuale).

 Di questo passo, altrimenti, arriveremo a cancellare dai libri di storia Giulio Cesare, Ottaviano Augusto, Alessandro Magno : un oscurantismo culturale pericoloso per la nostra democrazia, che rischierebbe di minare alle fondamenta quel pensiero complesso, patrimonio della nostra civiltà moderna, che ci permette di avere senso critico, capacità di giudizio, e una visione articolata e multiforme della vita.

Ricordo che la semplificazione del pensiero attraverso condanne morali basate su contrapposizioni nette e acritiche tra bene e male ha contraddistinto, storicamente, le peggiori dittature di qualsiasi colore politico.

 Inoltre, nessuno me ne voglia, mi sento in dovere di ricordare i grandi meriti di Montanelli nel panorama giornalistico italiano. Un uomo che non è sceso a compromessi con il potere, e ha sempre anteposto l'obiettività dell'informazione alle logiche di partito. Credo quindi che quanto fatto oggi sia stato un mero dovere civico.”

 Poi,  come ogni giorno , Andrea si  mette al lavoro,

Oggi ripulisce  da graffiti e scarabocchi  due “edicole” della  storica agenzia fotografica Farabola, installate dal dopoguerra  all’entrata del numero civico  60.  Sempre più spesso residenti del Ticinese, affascinati dal decoro.  lo avvertono dei raid notturni  degli imbrattamuri , e lui all’alba  va all’attacco e ridipinge.

 “E lei sa che in questa cascina del ‘400 ci  viveva Leonardo Da Vinci”  gli racconta Elena, la portinaia del  vicino  stabile di via Vetere 5. Stabile vetusto deturpato dai graffitari , sito davanti a un residence maison di prostitute sudamericane, venduto dalla suore orsoline anni fa a un tycoon della movida. Qui nel quartiere si respira la storia .   

Al 5, racconta l’Elena al  prof, Andrea,, ci sono ancora  pavimenti in cotto autentico  del 400 lombardo e  gradi camini  d’epoca,  dove si scaldava Leonardo, che ivi alloggiava.

Leggenda metropolitana? Nessuno tra i santoni della Sovraintendenza archeologica ( che lasciano languire le colonne di san Lorenzo invase da  bottiglie di birra, ora  piedaterre di spacciatori )  si preoccupa di appurare. A pochi passi , ecco l’antica pusterla di Porta Cicca, ora presidiata da spacciatori nigeriani con le inevitabli tag : più in là i resti della arena romana, pronta per essere riaperta ai turisti.

In questo contesto  di antichi richiami  Andrea, volontario  del bello,  vigila e agisce alla luce  del sole. Ecco il suo diario dai tempi del virus. Tre  mesi con mascherina, secchio e pennello:

“Anziché avvalermi del diritto alla passeggiata, mi avvalgo (quasi nello stesso arco di tempo) del "diritto al ripristino del decoro urbano" .Agisco da solo per non violare il divieto di assembramento. Sto a due metri di distanza da qualsiasi passante e intanto ridipingo i muri imbrattati. Restauro targhe di palazzi, cancelli delle scuole, pali .

Il palazzo dove soggiornò Leonardo ha recuperato la sua antica dignità. Colore originale su tutto il muro che dà su Via Vetere. Giustizia è fatta, per la nostra memoria storica e artistica.”

Andrea è  la sentinella anti degrado nel giardino di Via Scaldasole, da poco acquisito alla cittadinanza,  ma ambito  dai tossicomani:

“Tre balordi  lo avevano  occupato. Dentro facevano i gradassi insultando i passanti, soprattutto le donne. Ho chiamato io la polizia. E ho aperto il cancello agli agenti

I tre ovviamente mi hanno ricoperto di insulti e minacce di ogni genere.

Vittoria per il nostro quartiere. Mi dicono tra l'altro..... che un negozio di bombolette  spray aperto nel quartiere e che  riforniva i graffitari  ha chiuso , non riaprirà più. Che gioia”

Fiore all’occhiello  della vigilanza dolce  dell’Uomo dei muri puliti  è stata la Darsena: un monumento della vecchia Milano ricoperto di enormi scritte, tag, insulti vari, slogan politici fuori luogo,   frutto della movida selvaggia , del vino e  dello spaccio.

“Dopo infinite telefonate alla Digos, tutto è stato ricoperto” racconta.

L’unico cruccio  dell’uomo dei  muri puliti, e  dell’intero  quartiere Ticinese è lo stabile al numero 7 di via Vetere. Deturpato da decenni, un vero labirinto di scritte, insulti, macchie, manifesti marci ,sputi , vomito, brandelli di adesivi.

Andrea da tempo  convince gli amministratori   responsabili dei palazzi ad abbonarsi alla Amsa per la ripulitura dei muri: “e l’amministratrice del civico 7 di via Vetere, la signora Fabbrini, ha deciso di combattere  con noi volontari  del bello  la monnezza  sui muri del palazzo che amministra , chiosato dai vandali da decenni: è scesa anche lei a difendere il  pulito,  contro il degrado. Tea breve l’ultimo palazzo riempito di scarabocchi  del quartiere verrà ripulito”

Ecco l’uomo che ha sentito il dovere , insieme a un gruppo di volonterosi del bello, di ridare dignità a  Montanelli, Per la storia, i virtuosi erano Andrea Amato presidente assoziazione Retake) Maurizio Carmignani e Luciani Oggiano.  Si sono aggiunti   due volontari  della associazione culturale Renovatio Imperii.

Racconta il suo presidente, Davide Montingelli:” Cinque anni fa ho creato Renovatio Imperii per salvaguardare il nostro meraviglioso patrimonio artistico e culturale. In questi ultimi giorni questo nostro tesoro è stato minacciato: in tutto il mondo occidentale è in atto un'assurda iconoclastia, basata su una (in)giustizia sommaria e retroattiva. Nella nostra associazione abbiamo discusso molto su come agire. Poi è accaduto il fatto: la statua del giornalista Indro Montanelli a Milano, già minacciata, è stata vandalizzata col favore delle tenebre. Personalmente non ho esitato un attimo, dovevamo intervenire. E lo abbiamo fatto, tempestivamente, alla luce del sole, davanti ai cittadini milanesi che in toto ci hanno mostrato il loro appoggio mentre procedevamo alla pulizia della statua. 
Un sentito grazie ai ragazzi di Retake Milano, senza i quali quest'opera non sarebbe stata possibile. Solo grazie a loro ci sono stati i presupposti per un'azione efficace e a norma. Insieme abbiamo risposto al revisionismo storico, in una maniera pacifica, costruttiva e propositiva. I monumenti sono fatti per ammonire (dal latino moneo, appunto...), nel bene e nel male. Montanelli può non piacere, è lecito. Si può scrivere un post, un libro, un articolo contro di lui, contro le sue idee. Ma la Storia non si tocca, non si vandalizza. 
Questo è solo l'inizio: Renovatio Imperii è concretamente in campo, a difesa della nostra Storia, della nostra Cultura, al fianco dei cittadini.
Abbiamo dimostrato che la Storia NON è indifesa”.








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