Irccs, flash mob dei ricercatori. I precari scendono in piazza
Le richieste: un lavoro stabile e adeguatamente retribuito"
Irccs, flash mob dei ricercatori. I precari scendono in piazza
"Un lavoro stabile e adeguatamente retribuito". Questa la richiesta dei ricercatori che oggi hanno organizzato un flash mob alla Camera del lavoro: serve un futuro per la Ricerca Pubblica in Sanità
LA PROTESTA - "La Ricerca scende in piazza. I ricercatori precari della (precaria) Ricerca sanitaria Pubblica chiedono lavoro stabile e adeguatamente retribuito". Si legge in una nota di Fp e Nidil Cgil Milano , con cui il sindacato annuncia per oggi in tutto il territorio nazionale iniziative pubbliche a chiusura della campagna di raccolta firme (iniziata il 24 maggio) sulla petizione "Ricerchiamo Stabilmente" tesa a garantire al personale precario degli Irccs (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) "un lavoro stabile e adeguatamente retribuito ed il futuro della Ricerca Pubblica in Sanità".
A Milano presso lo spazio antistante la Camera del lavoro (corso di Porta Vittoria,43) si terrà un flash mob a partire dalle ore 16 dei ricercatori precari degli Irccs milanesi (Istituto Neurologico Besta, Istituto Nazionale dei Tumori, Policlinico).
"Si tratta, in Lombardia, di circa 1500 lavoratori tra ricercatori e personale di supporto - si spiega nella nota - che svolgono un fondamentale lavoro di ricerca per nuove scoperte nell'ambito della prevenzione e la cura di svariate patologie (neurologiche, oncologiche, ecc. ecc. con 1620 progetti di Ricerca, 38.406 pazienti che partecipano agli studi clinici, 2700 pubblicazioni) che dal 1° Gennaio 2018 vedono messi definitivamente a rischio i loro posti di lavoro a seguito del progressivo taglio di risorse destinato alla Ricerca e della applicazione di Jobs Act (che impedisce agli IRCCS pubblici di continuare ad usare determinate tipologie contrattuali) e riforma Madia (che non ha previsto nessuna soluzione per la situazione venutasi a creare con l'applicazione del Jobs Act). Il 60/70% di loro ha oltre 3 anni di servizio, il 40/50% oltre 5, alcuni arrivano oltre i 20 anni di precariato. Il numero di ricercatori è in continua contrazione e almeno il 30% di loro ha dovuto, spesso a malincuore, abbandonare la Sanità Pubblica per andare a lavorare nel privato o all'estero. La situazione è ormai insostenibile. Abbiamo un livello di investimenti pubblici in Ricerca sensibilmente più basso degli altri paesi sviluppati. La mancanza di soluzioni urgenti e opportune priverà il paese di un asset essenziale per lo sviluppo, anche economico, e la salute della popolazione. Nessun grande paese può permettersi di perdere un settore simile se vuole mantenere livelli di eccellenza e universalità delle cure e della salute. Chiediamo al Governo, alla Regione e a tutte le Istituzioni coinvolte di provvedere immediatamente con interventi e risorse comparabili con quelle investite dagli altri grandi paesi della Ue e del mondo".