Isis, il gup: "Fatima, straordinaria qualità di proselitismo"
Isis, Le motivazioni della sentenza di condanna per Fatima, la 'foreign fighter' milanese
Parla di "straordinaria qualita' del proselitismo" il gup di Milano Donatella Banci Buonamici nelle motivazioni alla sentenza con cui il 23 febbraio ha condannato, tra gli altri, a 5 anni e 4 mesi Marianna Sergio, la sorella della prima foreign fighter italiana finita a giudizio, Maria Giulia 'Fatima' Sergio, partita da Inzago (Milano) per andare a combattere in Siria per la causa dell'Isis. "Nel procedimento - sottolinea il magistrato - e' emersa con assoluta evidenza la straordinaria qualita' del proselitismo, basata sul puntuale adempimento degli obblighi religiosi scaturenti dall'interpretazione del Corano". Questo aspetto per cui "ogni persona che raggiunge lo Stato Islamico compie a sua volta attivita' di proselitismo volto a convincere gli altri a raggiungere lo Stato Islamico, "emerge con assoluta evidenza nelle conversazioni di Maria Giulia, che saranno poi fatte proprie dalla sorella Marianna, la quale, alla partenza di Maria Giulia diventera' un punto di riferimento dell'attivita' di proselitismo rivolta ad altre donne". Oltre alla condanna a 5 anni e 4 mesi, come chiesto dall'accusa, per Marianna Sergio, accusata di associazione con finalita' di terrorismo internazionale, il gup nel processo abbreviato ha condannato anche Arta Kakabuni e Baki Coku, zii di Aldo Kobuzi, marito di Fatima, rispettivamente a 3 anni e 8 mesi e a 2 anni e 8 mesi. Condannata anche Lubjana Gjecaj a 3 anni, mentre e' stato assolto per non aver commesso il fatto il marito Dritan Gjecaj, per il quale i pm avevano chiesto 2 anni e 4 mesi. Maria Giulia Sergio e' invece a processo col rito ordinario.
L'attivita' di proselitismo, scrive il giudice, viene svolta in modo particolare da Marianna Sergio dopo la partenza della sorella 'Fatima' sia nei confronti dei genitori sia verso altre donne. "Numerose - si legge nelle motivazioni - sono le telefonate nelle quali Marianna svolge propaganda in favore dell'Isis; soprattutto dopo la partenza della sorella, svolge una pressante e costante attivita' di indottrinamento nei confronti di numerose donne, in particolare Rudina, Dunia e Lubiana, invitandole pressantemente ad aderire ai precetti dello Stato Islamico. E' quindi evidente il contributo che ha dato all'associazione terroristica Isis". Per il gup "e' evidente che l'intero nucleo familiare ha maturato la decisione di partire per la Siria, con il contributo determinante di Marianna Sergio, la quale, con la sorella Maria Giulia, ha esercitato una fortissima pressione psicologica sui genitori Sergio e Assunta, determinandoli alla partenza ed ha, con il padre Sergio, contribuito a organizzare il viaggio".
Nelle motivazioni della sentenza che ha portato alla condanna, tra gli altri, di Marianna Sergio, il gup di Milano evidenzia il ruolo determinante delle donne nell'Isis in generale e, in particolare, in questa indagine. "La chiamata alle armi - scrive il gip - non e' rivolta esclusivamente agli uomini: Il Califfo ha infatti intrapreso una massiccia campagna di reclutamento rivolta al pubblico femminile. Sono coinvolte in questa propaganda - prosegue - giovani donne occidentali cui l'Is ha messo a disposizione una rete di supporti ad hoc che le aiuta a recarsi in Siria, affidando loro il compito di contribuire alla nuova societa' che il Califfo vuole realizzare". Le donne "nel califfato hanno ruoli molteplici", come documentato dalle indagini: "a volte si limitano a inneggiare al jihad esprimendo il pieno sostegno ad azioni come quelle di Charlie Hebdo (successivamente all'attentato al giornale satirico, due delle imputate, Marianna Sergio e Arta Kakabuni gioiscono per la morte dei miscredenti); altre agiscono da reclutatori, come SAmira Yerou; altre ancora non solo sposano i mujaheddine si trasferiscono con loro in Siria, ma imparano l'uso delle armi come accaduto a Maria Giulia Sergio, ancora oggi latitante; altre ancora sarebbero impegnate nella gestione di altre donne, appartenenti a minoranze religiose, prese come schiave e vendute come concubine ai combattenti".
Il giudice fa un lungo preambolo nelle motivazioni sul fenomeno storico dell'Isis che vuole instaurare "il 'sistema di terrore' contro chiunque (persone, Stati - intesi come 'Stati comunita'' -, organizzazioni internazionali)". "E' uno stato terrorista - spiega il gup - operante a livello sovranazionale, dotato di un apparato organizzativo estremamente sofisticato, all'interno del quale, con una ripartizione dei ruoli operano uomini e donne, provenienti da ogni parte del globo, che svolgono molteplici compiti: dalla propaganda attuata essenzialmente attraverso la diffusione sul web, al reclutamento, all'indottrinamento, al combattimento, all'assistenza agli associati sia nei territori del Califfo che nel territorio estero". In questa strategia, chiarisce il gup, "si inseriscono gli innumerevoli atti di terrorismo portati a compimento in varie parti del globo con una impressionante escalation di terrore".
"La nuova sfida del Califfato impone di anticipare la sanzione alle condotte di chi voglia andare, i cosiddetti foreign fighters, nei teatri di guerra anche per il rischio che torni sul territorio nazionale radicalizzato e addestrato". Lo scrive il gup di Milano Donatella Banci Buonamici, nelle motivazioni delle condanne a carico di Marianna Sergio e altre persone per terrorismo internazionale. Il magistrato fa riferimento agli "interventi legislativi che hanno apportato sostanziali modifiche" dettate "dalla necessita' di affrontare in maniera specifica l'allarme creato dai fatti piu' recenti di terrorismo islamico". In particolare, si rivolge alle modifiche introdotte gia' dopo gli attentati di Londra nel 2005 e anche dopo quelli di Parigi dei mesi scorsi. "Il quadro normativo introdotto dal 2005 - scrive il gup - mostra quindi una progressiva tendenza del legislatore ad anticipare la soglia di rilevanza penale, anticipandola non piu' solo al momento in cui si 'attenta' ma anche alle condotte preparatorie".