Milano
Italia Direzione Nord, melanoma: un destino che può cambiare
Del Vecchio (Dipartimento Oncologia Medica Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori): “Approccio multidisciplinare ad hoc per il singolo paziente”
Italia Direzione Nord, melanoma: un destino che può cambiare
Cos’è il melanoma? Si può prevenire? Come si cura? Quanto è diffuso? Sono molti gli interrogativi che riguardano il temutissimo tumore della pelle, dei quali si è discusso durante uno degli incontri del programma della rassegna Italia Direzione Nord, ideata dal giornalista Fabio Massa e realizzato da Esclusiva srl e Inrete Relazioni Istituzionali e Comunicazione presso il Palazzo delle Stelline a Milano.
Si tratta di un tumore maligno che origina dalle cellule che producono la melanina, dette melanociti. Può insorgere su una pelle integra, oppure da nei preesistenti. Fino a pochi anni fa il melanoma era considerato una neoplasia rara, addirittura rarissima fino all’adolescenza, mentre negli ultimi 20 anni l’incidenza è aumentata di oltre il 4% all’anno in entrambi i sessi. Negli ultimi anni si è avuto un aumento di casi di melanoma tra gli uomini e una riduzione tra le donne. Il melanoma cutaneo ha un’incidenza in Italia di 14,3 casi per 100.000 uomini e 13,6 casi per 100.000 donne, ed è al terzo posto per numero di nuovi casi nella fascia di età da 0 a 44 anni. Ma allo stesso tempo diminuisce l’incidenza della mortalità grazie ai nuovi trattamenti.
«L’avanzamento della ricerca, i risultati raggiunti e l’eccellenza nel trattamento oggi permettono di dire che i pazienti affetti da melanoma hanno molte più possibilità di guarire rispetto al passato- ha spiegato Michele Del Vecchio, Dipartimento di Oncologia Medica Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori-. Quindi se da un lato è vero che l’incidenza è in costante aumento, anche perché si riescono a diagnosticare precocemente grazie alla prevenzione, dall’altro bisogna dire che il trattamento ha diminuito notevolmente l’incidenza della mortalità».
Nel 2019, in Italia, sono stimati 12.300 nuovi casi di questa neoplasia della pelle. Esiste un legame con l’esposizione solare ed è noto che per prevenire il melanoma è necessario utilizzare la protezione solare, ma se aumentano i casi di melanoma è possibile che dipenda da un utilizzo sbagliato delle creme? «Si, in realtà bisognerebbe utilizzarli ogni volta che ci si espone al sole- ha spiegato Piergiacomo Calzavara-Pinton Presidente SIDeMAST, Università di Brescia-. Bisognerebbe utilizzarne 40 grammi per volta dosati su un soggetto normopeso di altezza media. È fondamentale un approccio multidisciplinare valutato su percorsi ad hoc per il singolo paziente. In aggiunta ai solari si possono assumere, attraverso l’alimentazione, vitamina A e D, polifenoli antiossidanti».
Prevenzione vuol dire anche sottoporsi periodicamente a controlli della pelle, informarsi e adottare delle abitudini sane, rivolgendosi anche ad associazioni che hanno fatto di questi fattori la propria mission, come l’ A.I.Ma.Me. Associazione Italiana Malati di Melanoma. «Si tratta di un’associazione nata dall’impulso di un piccolo gruppo di pazienti- ha spiegato Monica Sandri- che hanno ravvisato in Italia la necessità di sviluppare e diffondere una corretta informazione e conoscenza per i malati di melanoma su questa malattia e sui problemi correlati e offrire indicazioni e supporto anche psicologico per affrontarla, rappresentandone finanche gli interessi».
La diagnosi di melanoma rappresenta un momento critico nella vita del paziente e del dermatologo che lo assiste, da qui l’importanza di poter garantirgli un percorso completo in un contesto multidisciplinare. «In tema di prevenzione il ruolo delle istituzioni è fondamentale- ha concluso Gianmarco Senna, Presidente Commissione attività produttive, istruzione, formazione e occupazione, Regione Lombardia-. È necessario intervenire in questa fase piuttosto che in quella della cura e regione Lombardia, è noto, in tema di salute e prevenzione è un punto d’eccellenza. Formazione e istruzione giocano un ruolo fondamentale in questa partita». Risulta, pertanto, fondamentale la creazione di percorsi adeguati, in sinergia con le istituzioni, regione Lombardia in testa, che garantiscano l’eccellenza nel trattamento della patologia in tutti i centri presenti sul territorio attraverso un Percorso Diagnostico Terapeutico e Assistenziale (PDTA).