Milano

Its attori fondamentali per la ripresa occupazionale

Confindustria Lombardia ha organizzato l'incontro “Le competenze per la Transizione 4.0: l’esperienza degli ITS Lombardi”

di Paola Bulbarelli 
 

Non solo l’orgoglio di essere iscritti all’università. Alla pari c’è il senso di appartenenza che  scaturisce per chi sceglie di frequentare un ITS, istituto tecnico superiore di alta specializzazione tecnologica. Per dirla chiara, la laurea triennale non è mai decollata veramente. Ecco allora la necessità  far partire davvero gli Its mettendo da parte la cannibalizzazione delle università a favore di scuole  nate per creare occupazione. Se ne è parlato durante l’ incontro  in diretta streaming “Le competenze per la Transizione 4.0: l’esperienza degli ITS Lombardi”, organizzato da Confindustria Lombardia, il soggetto fondamentale, che ha seduto al tavolo importanti relatori da Melania Rizzoli, assessore alla Formazione e Lavoro di Regione Lombardia a  Barbara Mazzali, Presidente del Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione del Consiglio Regionale della Lombardia, al Vicepresidente per il Capitale Umano di Confindustria Giovanni Brugnoli, alla Consigliera del Ministro dell’Istruzione Cristina Grieco, il Direttore dell’Ufficio Scolastico per la Lombardia Augusta Celada e la referente di Confindustria Lombardia per la valorizzazione degli ITS Monica Poggio e Matteo Colombo ricercatore Adapt. Ha tenuto le fila dei tanti temi Claudio Tucci del Sole24Ore. Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia ha avuto il compito di aprire i lavori.

“Dobbiamo fare un progetto su cui creare il futuro dei nostri giovani -ha sottolineato Bonometti- Ancora una volta vediamo che l’industria è centrale in questi aspetti formativi. E i ragazzi sono le leve su cui giocare. Importante è formare le persone in modo che abbiano le competenze necessarie per affrontare questi momenti di cambiamento e trasformazione cercando di mettere le imprese nelle condizioni di saper cogliere quella ripresa che sicuramente prima o poi arriverà”. Bisogna guardare avanti, al futuro prossimo. “Ma se non abbiamo messo le basi e non abbiamo focalizzato il nostro intervento sulle persone qualificate difficilmente coglieremo questa opportunità -continua il presidente- L’importanza della formazione professionale deve diventare centrale nelle politiche di sviluppo. Le aziende stanno cercando figure professionali e non si trovano. Questo dimostra che va rafforzato l’investimento sulla formazione professionale. Che diventa un’attività strategica per un paese che vuole crescere e che vuole sviluppare”.  Quindi sviluppo e formazione vanno di pari passo. “Le scuole professionali devono diventare strutturali, non possono aspettare che l’assessore di turno dia fondi per poter proseguire i corsi di formazione.  Bisogna introdurre dei finanziamenti per cercare di creare un sistema che alla fine raggiunga l’obiettivo di dare un’occupazione ai giovani. Spero nascano proposte concrete”.

 


 

Pronta la risposta di Melania Rizzoli.  “Parlare di ITS oggi significa parlare di futuro -conferma l’assessore-  Il futuro dei nostri giovani, il futuro delle nostre aziende e dei nostri territori, il futuro del mondo del lavoro delle competenze da esso richieste. Ad oggi la Lombardia, con 3.500 allievi (21% del totale nazionale), è la prima Regione per numero di Fondazioni attive: 20 su 104 hanno sede legale nel territorio lombardo, rispetto ad una media nazionale inferiore a 10 Fondazioni per Regione. Vi sono, inoltre, altre 2 Fondazioni con sede legale in Veneto ma che erogano percorsi

 

in Lombardia. Dal 2014 al 2020 Regione Lombardia ha investito oltre 72 Milioni di euro nel sistema ITS, utilizzando largamente anche le risorse messe a disposizione dal POR FSE”. Con un obiettivo ben chiaro. “Da parte nostra pensiamo a innovare e moltiplicare portando il sistema dagli attuali 3.500 studenti ad almeno 30mila senza per questo dover abbassare l’asticella della qualità e provando a mantenere gli stessi standard di inserimento lavorativo che hanno permesso agli ITS di guadagnarsi la fama di cui oggi godono. Le risorse per realizzare tutto questo non mancano. L’impegno regionale sarà non solo confermato ma sicuramente rafforzato e ad esso si affiancano, oltre alle risorse nazionali, le somme previste nell’ambito del PNRR e che per la Lombardia stimiamo essere circa 300 milioni di euro. A queste risorse, si aggiungono poi, quelle già previste dal MISE per gli investimenti in conto capitale e che prevede il rimborso alle Fondazioni del 50% delle spese per investimenti relativi a potenziamento strumentale e infrastrutturale delle sedi e dei

laboratori ITS”. Importante anche il lavoro fatto in Regione Lombardia attraverso la missione valutativa promossa dal Comitato paritetico. “Nel 2019 Confindustria ci ha segnalato proprio l’intervento di sostegno ai percorsi di Istruzione Tecnica Superiore e di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS) in Lombardia _ha spiegato la presidente Barbara Mazzali-  In quella occasione il Comitato ha potuto conoscere il deciso impegno di Confindustria per supportare il sistema ITS in Lombardia; in parallelo le politiche per la formazione e l’occupazione dei giovani rientrano fra le priorità che il Consiglio ha indicato all’interno del proprio programma triennale di valutazione. Lo scorso anno abbiamo portato a termine uno studio sull’efficacia dell’apprendistato di I livello che ha dato risultati interessantissimi. I giovani che conseguono una qualifica o un diploma professionale in apprendistato hanno una probabilità di trovare lavoro maggiore (di 16 punti percentuali in più) rispetto a chi ha svolto solo periodi di alternanza scuola-lavoro. Il 77% degli apprendisti di I livello è occupato dopo il diploma professionale. Le imprese che hanno assunto un apprendista, rispetto a quelle che non l’hanno fatto, registrano una maggiore produttività del lavoro, in particolare nel caso di apprendistati di lunga durata. Un altro studio significativo portato a termine nel 2017 riguardava il programma Garanzia Giovani, che aiuta i giovani a trovare un’occupazione oppure un’opportunità di formazione. Dallo studio emergeva che l’86% dei ragazzi che aveva partecipato al programma successivamente aveva un’occupazione”.  Le conclusioni a Marco Bonometti che, ancora una volta, ha messo l’accento sulla necessità di passare dalle parole ai fatti e al “cercare di avvicinare i giovani insegnando il nuovo non su macchine obsolete. Deve esserci uno sforzo di novità e di innovazione tecnologica per ricreare quelle opportunità di lavoro altrimenti non ci può essere futuro”. 








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