Milano

Just Eat compie 10 anni e apre a Milano il customer care con 200 addetti

Just Eat entro fine anno aprirà un customer care interno a Milano che arriverà a impiegare oltre 200 addetti

Just Eat compie 10 anni e apre a Milano il customer care con 200 addetti

Da start up ad azienda che per prima in Italia ha implementato il modello di assunzione per il business del delivery, assumendo oltre 6.000 rider come lavoratori subordinati in 23 città italiane. Ed entro fine anno prevede l’apertura del customer care interno a Milano che, a regime, conterà oltre 200 addetti. Il tutto nella sede in zona Porta Nuova De Castillia 23, uno spazio di lavoro realizzato in chiave sostenibile in cui saranno ospitati gli oltre 400 dipendenti previsti a inizio 2022.

Stiamo parlando di Just Eat, società leader nel mercato della consegna di cibo a domicilio, che ha celebrato il decimo anniversario dall’arrivo in Italia, paese chiave per il Gruppo, annunciando investimenti e progetti per consolidare la presenza e il valore generato sul territorio con la creazione di nuovi posti di lavoro, l’introduzione del servizio di delivery in nuove città e l’aumento dell’offerta di ristoranti.

Siamo orgogliosi del percorso fatto fino ad oggi e dell’evoluzione che abbiamo avuto, prima come pionieri e ora come leader di questo mercato. Abbiamo iniziato in un appartamento di Milano in 8 persone, oggi siamo oltre 300 e abbiamo assunto 6000 rider, a cui presto si aggiungeranno oltre 200 nuove assunzioni del nuovo customer care che apriremo a Milano”, ha dichiarato Daniele Contini, Country Manager di Just Eat Italia. Il mercato ha enormi potenzialità. I ristoranti investono maggiormente sulla delivery, le piattaforme facilitano la digitalizzazione del processo, i clienti apprezzano e aumentano la frequenza di utilizzo, ci sono altre potenziali occasioni di consumo come l’asporto, il grocery, la ristorazione in ambito aziendale”, continua Contini. “Il nostro futuro prevede investimenti, percorsi di consolidamento e sviluppo. Oltre a una grande sfida: crescere in modo sostenibile anche dal punto di vista etico, sociale e ambientale”, ha concluso.

 

DIGITAL FOOD DELIVERY, UN SETTORE DA 1,5 MILIARDI NEL 2021

Il settore digital food delivery nel 2021, secondo i dati forniti da Valentina Pontiggia, Direttore Osservatori eCommerce B2c e Innovazione Digitale nel Retail del Politecnico di Milano, registra un + 59% raggiungendo il valore di 1.5 miliardi, il più dinamico dell’e-commerce. Dei circa 40 miliardi generati dall’e-commerce, infatti, il food & grocery rappresenta il 10% del totale, per un valore di circa 4 miliardi, in crescita a +38% nel 2021. All’interno di questo comparto, l’alimentare vale circa 3,6 miliardi, di cui il 42% è rappresentato dal digital food delivery, il 37% dal grocery alimentare e il 21% dall’enogastronomia. Già dal 2020, il 100% delle province è stato coperto da almeno un’iniziativa di food delivery, con il 68% della popolazione che nel 2021 ha accesso potenziale al servizio di digital food delivery.

“Se pensiamo che nel 2016 il valore di questo mercato era di 126 milioni e oggi siamo a 1,5 miliardi comprendiamo la portata di questa crescita incredibile” ha commentato Alessandro Lazzaroni, general manager di Burger King Italia. “Per noi questo è un asset molto importante e attraverso packaging, prodotti e offerte dedicate cerchiamo di fare contenti i clienti del food delivery. È fondamentale essere rilevanti per il nostro target e, accanto allo sviluppo di ristoranti più grandi con spazi dedicati ai bambini che possano essere ‘divertenti’, spingiamo tanto sul cibo a domicilio” ha proseguito.

“Il 50% del nostro fatturato deriva dal food delivery” ha aggiunto Matteo Pichi, ceo di Poke House. “La nostra è una giovane catena di ristorazione che si basa molto sulle piattaforme di consegna: queste ci consentono infatti sia di farci conoscere, sia di conoscere meglio i gusti dei clienti”.

 

MAGGIORI TUTELE CON IL CCNL E I NUOVI HUB PER 6000 RIDER

Considerati come il simbolo della precarietà se non addirittura delle condizioni di sfruttamento del moderno mercato del lavoro, per i rider in Italia il 2021 ha segnato una svolta importante.

Just Eat, prima azienda del settore a farlo nel nostro Paese, ha deciso di implementare il modello di assunzione per il business del delivery, assumendo oltre 6.000 rider come lavoratori subordinati, inquadrati con il CCNL del settore logistica, trasporto merci e spedizioni, in 23 città.

Un progetto a cui si affianca l’apertura degli hub prevista a inizio 2022. Si tratta delle sedi logistiche e organizzative dei rider,  in cui potranno recarsi all’inizio del turno, depositare i propri zaini per essere puliti e in cui potranno confrontarsi e dedicarsi a momenti di formazione. All’estero sono già presenti e rappresentano per l’Italia uno step ulteriore verso maggiori tutele per la categoria.

“Favorire lo sviluppo economico insieme alla tutela dei diritti fa parte del dna della nostra città” ha affermato Lorenzo Rossignoli, direttore dell’area formazione per il lavoro del Comune di Milano. “Quello degli hub è un tema centrale a livello di infrastruttura e non solo. Cerchiamo di essere infatti attenti ai settori di sviluppo, soprattutto nei servizi, approfondendo con parti sociali e università i diversi fenomeni, come nel caso del food delivery. L’attivazione dello sportello per i rider durante il lockdown da parte del Comune è stato un segnale rispetto alla questione dei diritti, ma va accompagnato a percorsi formativi per la creazione di nuovi professionisti e opportunità lavorative”.

 

NUOVI PROGETTI E INVESTIMENTI IN TUTTA ITALIA

Il piano per l’Italia di Just Eat prevede l’espansione del business del servizio di delivery nelle città, con l’ingresso in importanti centri come Palermo, entro novembre 2021, insieme all’aumento dell’offerta dei ristoranti, fino al 75% della copertura nazionale.

L’azienda intende così consolidare il percorso iniziato 10 anni fa in Italia, quando ha avviato la propria attività da pioniera del digital food delivery, ospitando 200 ristoranti nel primo anno e registrando 2000 ordini il primo mese. Oggi conta oltre 24.000 ristoranti, con una crescita annuale del 50%, in 1.300 comuni italiani, coprendo il 66% della popolazione, in un contesto di mercato competitivo e in forte evoluzione.

Il primo ristorante attivo su Just Eat nel 2011 è stato Mozzarella e Dintorni a Milano, che ancora oggi è in piattaforma. Negli anni, oltre a migliaia di ristoranti indipendenti, si sono unite anche le grandi catene, continuando a garantire un’ampia offerta per i consumatori.

Alcuni numeri? 23 mila chilometri di pizza, 5 milioni di hamburger, 156 milioni di roll sushi, 16 milioni di palline di gelato, 3 milioni di chili di patatine fritte sono stati consegnati in questi 10 anni da Just Eat. Cifre che raccontano l’evoluzione dei consumi e il sostegno ai ristoratori nel lancio di nuovi format di tendenza. Inizialmente le cucine più popolari erano pizza e kebab, a cui si sono aggiunte negli anni le cucine orientali e da tutte le parti del mondo, fino a raggiungere oggi oltre 90 tipi di cucine diverse disponibili sulla piattaforma.

 

IL FUTURO DEL FOOD DELIVERY? SOSTENIBILE

L’obiettivo di raggiungere emissioni zero per le proprie operations entro il 2030, continuando a lavorare sulla green mobility per i rider, combattendo lo spreco di cibo e promuovendo l’utilizzo di pack sostenibili con azioni dedicate ai ristoranti partner sono le priorità di Just Eat per i prossimi anni. Un impegno di lungo termine, con programmi volti a ridurre l’impatto del cibo a domicilio sull’ambiente, che si muove su tre grandi direttive: lotta allo spreco alimentare, riduzione dell’inquinamento atmosferico, e impegno per creare un ambiente di lavoro inclusivo ed equo.

A febbraio del 2017 l’azienda ha lanciato Ristorante Solidale, un progetto che mette in contatto chi prepara il cibo con chi ne ha più bisogno, per evitare lo spreco di cibo e aiutare allo stesso tempo le persone in difficoltà. Ad aprile 2020 sono stati lanciati i pack biodegradabili e compostabili e oggi lo shop dedicato al packaging per i ristoranti partner è totalmente plastic free. La green mobility, con l’introduzione negli hub dei mezzi elettrici per i rider, è tra le priorità del 2022. Infine, la scelta a livello globale di assumere tutti i rider con contratti di lavoro dipendente.

Anche sul fronte della propria sede meneghina, la sostenibilità resta centrale. La struttura De Castillia 23 fa parte infatti del progetto Urban Up - Unipol Projects Milan del Gruppo Unipol finalizzato alla riqualificazione e progettazione di edifici che diventano luoghi di lavoro innovativi incentrati sul benessere delle persone. Un’operazione condotta da JLL Italia, azienda leader mondiale nella consulenza specializzata per il settore immobiliare e nella gestione degli investimenti, insieme a Baker McKenzie, studio legale internazionale che ne ha seguito gli aspetti legali.

 







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