L'abbraccio mortale del Salone
Salone del Mobile: le sedi culturali della città e il loro ruolo di utile cornice: forse è il momento di mettere al centro la città e non l'evento
by Bruce Wayne
Ore 20.00, zona Piazza della Repubblica, vetrina di un prestigioso negozio di arredo. Una cena di lavoro in vetrina a negozio chiuso. Siamo nei giorni del Salone e quindi tutto è possibile, anche questo. Mi incuriosisce una delle commensali, ha l'aria un po' imbarazzata, forse la tensione dell'incontro di lavoro, forse l'esposizione al pubblico nella vetrina che affaccia su una via che a quest'ora straripa di auto - si, nonostante Milano si professi la città del futuro, durante questi grandi appuntamenti tutti si muovono ancora in auto, il mezzo del passato (?), in una piccolo centro come quello di Milano - inforca una porzione della pietanza ed ecco che le sfugge dal piatto e rotola impietosamente sul tavolo.
Questa scena può apparire buffa ma in verità la sensazione che ha trasmesso a chi scrive è stata quella di una situazione che sembrava artefatta, con degli attori che stavano interpretando una parte obbligata ma che ritenevano assolutamente insolita. In questo esatto momento ho percepito Milano come provinciale e piccina che cerca con questi grandi eventi, come il Salone, di mostrarsi grande Metropoli internazionale stile New York ma che si sente tuttavia imbarazzata ad interpretare questa parte.
E' interessante in tal senso l'opinione che Pierluigi Panza ha espresso circa il Salone, in un pezzo su 10alle5 Quotidiano, qualche settimana fa definendolo una festicciola finalizzata alla costruzione del consenso. C'è poi un tema di ricaduta per la cultura, in questi giorni tutti i principali siti di interesse artistico della città diventano le sedi della festicciola facendo però da utile cornice e non da protagonisti; quanti infatti accedono poi ai musei in questi giorni? La foto qui di seguito da la risposta.
Forse è il momento che si riesca a governare questi appuntamenti mettendo al centro la città e non l'evento. La crisi di Lambrate è li a dimostrarci che oggi chi comanda sono gli organizzatori, che se decidono di sciogliere l'abbraccio mortale, l'area perde tutta la sua attrattività (quindi non era Lambrate la figata ma il Fuorisalone a Lambrate; per la proprietà transitiva la figata è Il Fuorisalone a Milano o Milano?). Crediamo che se Milano vuole davvero diventare una metropoli internazionale deve darsi come obiettivo quello di far diventare normale una cena di lavoro in una vetrina di un negozio, se no questi comportamenti rimangono alla stregua di quegli strani abiti che la gente indossa solo in questa settimana e forse, a carnevale.