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L’addio a John Peter Sloan: ci ha lasciato un “Italico perfetto”
John Peter Sloan

L’addio a John Peter Sloan: ci ha lasciato un “Italico perfetto”

È tristissima la notizia della scomparsa di John Peter Sloan, il più innamorato dell’Italia degli insegnanti di inglese in Italia!

Insegnava l’inglese agli italiani in modo unico, innovativo, divertente, coinvolgente. Ma riusciva a farlo così bene perché era penetrato completamente nel nostro modo di vivere, sentire, comunicare.Insegnava inglese, ma parlava dell’italiano, esaltando i tratti unici della nostra lingua, attratto dalla gestualità italiana, che all’inizio non capiva, e dalla modalità originalissima di comunicare degli italiani.Perché Peter era un “Italico”?

Gli Italici, come emerge dal magnifico testo di Piero Bassetti (Fondatore e Presidente dell’associazione “Svegliamoci Italici”) sono un insieme complesso di identità: il più classico italico è l’italiano che espatria, e che conserva e diffonde i tratti tipici del modo di vivere, lavorare e comunicare del nostro territorio. Ma sono decisamente italici anche coloro che, pur senza alcun legame familiare, sono attratti da questi elementi, ne vengono contagiati e li fanno propri, assorbendoli nel loro modo di vivere quotidiano, che diventa quindi italico.

E John Peter Sloan era un “Italico perfetto” perché si era fatto travolgere dalla vitalità della nostra comunicativa, ridondante e complessa, così distante da quella anglosassone, come rappresentava irresistibilmente nei suoi spettacoli: "se chiedi a una donna inglese ‘che cos’hai?’, e lei risponde “niente”, beh, intende proprio ‘niente’. Se invece ti risponde “niente” una donna italiana .... allora sei davvero nei guai!!"

Insegnava l’inglese, lingua diretta, logica, stringata, agli italiani, figli della patria dei mille dialetti, che fino a poco più di un secolo fa conoscevano pochissimo della “lingua di Dante”, riservata a pochi eruditi. La lenta opera di diffusione dell’italiano, iniziata faticosamente con le scuole dopo l’unificazione, non ha smantellato il ricchissimo patrimonio comunicativo derivante dalle mille radici linguistiche locali, tramandate dai dialetti, che, oltre a resistere nella “parlata” popolare in Italia, hanno accompagnato i nostri emigranti nel mondo, dando talvolta origine a forme di linguaggio misto, frutto della fusione tra dialetto italico e lingua locale di destinazione.

Nessun paese al mondo, tranne forse l’India, che però è immensamente più grande, ha tanti differenti linguaggi come la nostra penisola. E il vivacissimo mix di parole, espressioni, versi, gesti, rendono unico il modo di comunicare italiano.

Sloan coglieva ed esaltava tutto questo con la passione autentica di un innamorato.

Era un italico “contromano” come ne esistono moltissimi in Italia: non un italiano trasferito all’estero che diffonde l’italicità nel suo nuovo paese; ma un irlandese trasferitosi in Italia, che ha subìto tutto il fascino del nostro paese e ne è rimasto soggiogato. E ha deciso di dedicare la vita ad aiutarci a migliorare il nostro inglese, divertendoci con il continuo riferirsi alle stranezze della nostra lingua.

Ospite spesso di trasmissioni radiotelevisive, le sue rappresentazioni erano una carrellata irresistibile di modi Italici di comunicare, provenienti da chissà dove, e radicati così profondamente nel nostro modo di fare, da resistere per generazioni, in Italia e all’estero, ovunque gli italici siamo sbarcati e vivano.

L’esilarante esposizione di Peter delle 3 parole più belle del mondo, tutte italiane: “boh”, “mah” e…  “palle”, che termina con la languida e rassegnata constatazione che, purtroppo, “l’italiano è parlato solo in Italia!”.

John Peter Sloan era un italico perfetto. Per contatto, per contagio e per convinzione.

Good bye John! Ci mancherai!

Stefano Clima – Consigliere co-fondatore dell’associazione “Svegliamoci Italici”

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