L’antologica di Agostino Bonalumi a Palazzo Reale di Milano
Inaugurata la mostra dedicata ad Agostino Bonalumi a Palazzo Reale, nel ricordo dello storico collaboratore Luca Lovati morto nell'allestimento
di Simonetta M. Rodinò
Inaugurata questa mattina la mostra "Bonalumi 1958 - 2013”, ospitata al primo piano di Palazzo Reale di Milano. La rassegna, ancor prima di essere visitabile, è stata funestata, come ampiamente scritto, dalla morte improvvisa dello storico assistente, nonché migliore amico per vent’anni del pittore, Luca Lovati, cui il Comune di Milano e l’Archivio Bonalumi dedicano l’antologica.
“Luca era una sorta di fratello maggiore per me e parte vibrante del processo creativo di mio padre”, ha affermato il figlio Fabrizio.
L’esposizione, da oggi aperta al pubblico, si snoda lungo undici grandi sale e si apre con un riassunto delle opere realizzate da Bonalumi - nato nel 1935 a Vimercate - nel corso dei decenni, per poi seguire un percorso cronologico.
Ecco i primi suoi lavori, non ancora quelli che lo renderanno famoso, ma che ne costituiscono il presupposto ideale: legati all’Informale, con l’inserimento di elementi come paglia, canne, tubi estrusi…
Un anno importante è il 1959: in quella generazione di artisti, di cui Bonalumi e Castellani sono i capofila – l’apripista fu ovviamente il grande Lucio Fontana, ma il suo gesto assoluto era irripetibile - che vogliono superare il citazionismo, per quanto quello dell’artista fondatore del movimento spaziale fosse straordinariamente inedito.Nasce un nuovo linguaggio.
“Quell’essere “dentro e fuori” la tela, cioè, metaforicamente dentro e fuori la pittura, è un’intuizione talmente potente che, una volta avviato il processo, mostra ancora un’infinità di declinazioni possibili”, spiega il curatore Marco Meneguzzo.
Così, Bonalumi ne sceglie una, cui resterà fedele per tutta la vita, per i successivi cinquantaquattro anni di attività, e che tende a fare della forma estroflessa un tutt’uno col supporto, un’unità inscindibile.
Rigorosamente monocromi, i suoi lavori, rossi, blu, bianchi, grigi, gialli…, con il passare degli anni diventano più grandi e coinvolgono sempre più tutto lo spazio, che non diventa soltanto uno spazio “visto”, ma uno spazio “sentito”, come nell’ambiente “Blu abitabile” (nella prima sala - riassunto): una serie di sedici elementi modulari, aggettanti e armonicamente sfasati tra loro, determina, chiudendolo, uno spazio circolare.
Tra i lavori degli anni Settanta, poi, la ricostruzione dell’opera “Struttura modulare bianca” presentata per la prima volta nella sala personale alla XXXV Biennale d’Arte di Venezia del 1970, un’installazione composta da una serie di moduli che s’innalzano verso l’alto.
Per l’autore l’interpretazione del mondo si sviluppa interamente sulle superfici plastiche, sulle ombre e le luci, sempre alla ricerca dello spazio, di un nuovo spazio di un futuro piacevole e positivo. Ci credeva Bonalumi. Credette fino all’ultimo, pochi giorni prima di morire. Aveva 78 anni.
Il Museo del Novecento di Milano, sempre nelle stesse date, dedica a Bonalumi un focus : otto opere su carta realizzate tra 1967 e fine anni Settanta.
“BONALUMI 1958 – 2013”
Palazzo Reale, Piazza Duomo 12 - Milano
Museo del Novecento – Piazza Duomo 8 - Milano
16 luglio - 30 settembre 2018
Orari: lunedì 14.30-19.30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30-19.30; giovedì e sabato 9.30-22.30
Ingresso libero
www.palazzoreale.it