L'arma segreta di Beppe Sala? I doppi incarichi degli oppositori
Ecco perché il sindaco di Milano è tranquillo: in consiglio gli oppositori sono dimezzati poiché hanno quasi tutti cariche doppie
di Fabio Massa
Opposizione, pochina. Senza giudizi di merito, giacché chi ci va, in aula, il suo lavoro lo fa e con grande voglia. Ma è certo che Beppe Sala, il sindaco di Milano, non ha contro una pattuglia agguerrita di oppositori, ben coesi e quasi disperati come le falangi "di sinistra" dei due pierfranceschi (Majorino&Maran) e di molti altri che davano filo da torcere a Letizia Moratti. E neppure la truppa che marciava unita contro Pisapia, con contorno di moschee e zingaropoli. I cronisti di Palazzo Marino si ricordano le conferenze stampa a ripetizione, gli esposti, e pure l'ostruzionismo che trascinava le sedute in nottate inquiete. Qualche fuoco c'è stato, contro Beppe Sala. Ma poca roba. Del resto, basta analizzare un po' chi ci va assiduamente, sui banchi dell'opposizione. Iniziamo dal gruppo Lega Nord Lega Lombarda Salvini. Il capogruppo è Alessandro Morelli: uno che si vede spesso a Palazzo Marino, ma che adesso dovrà gestire la partita della Rai e non solo, essendo stato eletto parlamentare. Ce la farà a fare entrambe le cose? Complicato, sicuramente faticoso. E che dire di Matteo Salvini stesso, che è vicepremier e di fatto la figura forse oggi più in vista d'Italia? Quando arriva ha una forza mediatica enorme, ma gli impegni sono tanti. Sicuramente meno per Massimiliano Bastoni, che però siede anche in Regione Lombardia. Chi rimane è Laura Molteni, all'inseguimento di un ruolo (per fare doppietta, come gli altri) ormai da mesi. Le Lega ha bisogno di rincalzi? Forse. Così come arriverà presto il momento di cambiare il segretario provinciale della Lega. Per il totonomi è presto, ma se volesse e fosse compatibile con i suoi incarichi di assessore regionale, Stefano Bolognini potrebbe essere un buon candidato.
Ma torniamo in piazza Scala. Manfredi Palmeri, capogruppo per Stefano Parisi, è anche consigliere regionale. E Forza Italia? Prima di tutto ha "perso" Silvia Sardone, che passa nel misto. Farà opposizione, ma non sarà organica agli azzurri. C'è ovviamente Mariastella Gelmini, che è capogruppo alla Camera. Donna importante, nelle dinamiche azzurre, anche perché è segretario regionale del partito che pare non cederà, secondo rumors di Affaritaliani.it Milano, lo scettro a Matteo Perego, così come era stato ventilato, almeno fino alle europee. O almeno questo è quello che hanno detto tutta una serie di esponenti milanesi e lombardi negli incontri che negli ultimi giorni Antonio Tajani sta tenendo sul territorio. Poi c'è l'ormai ex capogruppo, Gianluca Comazzi. Anche lui, è consigliere regionale. Anzi, è capogruppo in Regione. Di Pietro Tatarella si conoscono da tempo i mal di pancia per la gestione del partito. Rimane il capogruppo attuale Fabrizio De Pasquale, con il suo "Milanopost" e la sua battaglia contro la riapertura dei Navigli. Luigi Pagliuca si divide tra i suoi incarichi professionali e il ruolo di consigliere, poi c'è l'attivissimo Alessandro De Chirico, vicino a Gallera e Luigi Amicone. Altro oppositore Matteo Forte, un po' orfano del potere ciellino che fu (esattamente come Amicone). Infine, c'è il Movimento 5 Stelle. Dove ci sono altre dinamiche che rendono meno coesa l'azione. Da una parte c'è Patrizia Bedori, letteralmente "spedita" in spiaggia a Bari affinché non votasse contro la delibera sulle Olimpiadi. Dall'altra c'è l'ex candidato sindaco Gianluca Corrado e in mezzo Simone Sollazzo. Loro l'opposizione la fanno, ma è dura raccordarsi con il livello nazionale: ci pensa Dario Violi a fare da ufficiale di collegamento con Buffagni, Di Maio e co.
Insomma, il sindaco non sembra molto preoccupato dall'opposizione. Forse è per questo che - senza arrivare a "tentazioni nazionali" - c'è chi pensa a lui come leader di un think tank che oggi "pensa" e domani chissà. Sempre che i guai, per la maggioranza, paradossalmente, non arrivino proprio dalla lista Sala, che registra giorno dopo giorno una distanza in aumento dal primo cittadino del quale porta il nome.
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