L'assassino di Savarino fuori dal carcere, don Rigoldi: "Credo in Remi"
Il cappellano del carcere minorile Beccaria don Gino Rigoldi ha seguito il percorso rieducativo di Remi Nikolic, che cinque anni fa uccise l'agente Savarino
Ha fatto molto discutere la decisione dei giudici del Tribunale dei minorenni di affidare in prova ai servizi sociali Remi Nikolic, nomande che cinque anni fa, quando era ancora minorenne, investì e uccise l'agente di Polizia locale milanese Nicolò Savarino per poi cercare di darsi alla fuga all'estero. Solo cinque anni di detenzione al Beccaria per la morte di un uomo, che hanno fatto gridare in molti allo scandalo, compreso il sindaco di Milano Beppe Sala che ha parlato di una decisione "umanamente inaccettabile". Il Corriere della Sera ha raccolto una testimonianza di senso inverso, quella di don Gino Rigoldi, cappellano del Beccaria che, assieme agli altri educatori, ha seguito il percorso rieducativo del ragazzo: "Mi rendo conto - ha detto - che chi ha perso una persona cara forse avrebbe voluto una pena maggiore, e forse chi ha conosciuto la persona uccisa può dire al suo posto di volere una punizione più dura. Ma noi, che crediamo alla possibilità di cambiamento dei giovani, sappiamo che la pena per un adolescente vale una fatica più che doppia rispetto ad un adulto. Abbiamo, o meglio, i giudici hanno applicato la legge che prevede i percorsi di cambiamento e redenzione". Rigoldi afferma di aver visto sin da subito l'angoscia e la disperazione di Nikolic per l'atto commesso e aggiunge che il giovane non ha mai chiesto scusa ai familiari dell'agente solo perchè non intendeva farlo da detenuto, mossa che qualcuno avrebbe potuto ritenere strumentale: "La richiesta di perdono, se sarà possibile e se vorranno accoglierla, sarà un impegno di questo nostro ragazzo, in cui abbiamo creduto e continuiamo a credere".