Milano
L'assenza dell'Arcivescovo e l'Italia che non chiude (purtroppo)
Sull'esistenza di Dio si dibatte, su quella di un governo serio, francamente, non ho nulla da dire
ASCOLTA LA RUBRICA "PINOCCHIO" OGNI GIORNO SU RADIO LOMBARDIA (100.3), IN ONDA ALLE 19.10 DURANTE IL PROGRAMMA DI APPROFONDIMENTO "PANE AL PANE" E IN REPLICA IL GIORNO DOPO ALLE 6.45
di Fabio Massa
Se sull'esistenza di Dio si dibatte, sulla serietà di certe decisioni invece no. Ieri ho ascoltato con molta attenzione il discorso di Conte, e per una volta mi aveva stupito: pareva che avesse deciso di estendere le misure, rigorosissime, richieste da Regione Lombardia a tutta Italia. Un atto di grande coraggio, per il quale invocava l'ammirazione del mondo. Poi aspetti qualche decina di minuti e scopri che, oltre gli alimentari, devono rimanere aperti quelli che vendono computer telefonini, ferramenta, elettricisti, negozi di lampade, le edicole (forse perché l'ha chiesto Repubblica), le profumerie (sia mai che a casa non ti metti una goccia di acqua di colonia), i negozi di materiale per ottica e fotografia (per farci meglio i selfie sul terrazzo?). In più i servizi assicurativi bancari eccetera. Cioè, in pratica non chiude nessuno tranne quelli che vendono vestiti e scarpe. E niente, sull'esistenza di Dio si dibatte, su quella di un governo serio, francamente, non ho nulla da dire.