Milano
L'effetto a lungo termine dell'inchiesta Covid è l'immobilismo. Commento
C'è un effetto a lungo termine dell'inchiesta Covid: amministratori e dirigenti alla prossima emergenza saranno portati a non fare proprio nulla
L'effetto a lungo termine dell'inchiesta Covid è l'immobilismo
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C'è un effetto a lungo termine dell'inchiesta Covid che ogni giorno affolla le pagine dei giornali con tutti ma proprio tutti gli atti (a proposito: ma dove è finito il bavaglio tanto temuto della riforma Cartabia? Acqua fresca...). E' l'effetto più dannoso, che è quello che permane quando si abbassa il polverone. Tra un paio di settimane di quest'inchiesta non rimarrà nulla, come al solito. Tutti i messaggi, i whatsapp decontestualizzati, gli emoticon non trascritti, tutto quanto finirà sui giornali e poi dritto nel dimenticatoio. L'inchiesta passerà alle forche caudine di un rinvio a giudizio e poi, se del caso, di un processo. Ciao còre.
La lezione dell'inchiesta Covid? Meglio non fare nulla per evitare rogne
Intanto però le conseguenze pratiche di questa inchiesta saranno devastanti, sul lungo periodo. Perché a tutti quelli coinvolti (e non parliamo solo degli indagati, ma di tutti) l'inchiesta sta dando una grandissima lezione: l'importante è non fare niente. Zero. Nisba. Perché se appena si fa qualcosa, che sia come fa l'ex dg Luigi Cajazzo di provare a sbloccare mascherine incagliate nella dogana, o che sia quel che fanno tutti gli altri, ovvero lottare contro la pandemia nella confusione estrema che regnava in quelle settimane, si finisce nei guai. E allora, per la prossima pandemia, per la prossima emergenza, l'effetto è che tutti proveranno a pararsi il sedere. E non si manderanno manco più i whatsapp. Solo appuntamenti in presenza, lenti, lunghi, compassati. Altro che decisioni in velocità. Riunioni in presenza e senza cellulari. Sia mai che dopo arrivino un gruppo di pm a fare le pulci.
Covid e bambini, faceva bene Gallera a incazzarsi
Addirittura quello che sta uscendo che pare - dai titoli - gravissimo, ha delle ragioni ragionevolissime. Per esempio Giulio Gallera che si infuria perché è stata data da un ospedale la notizia di un bimbo ricoverato per Covid. Io me lo ricordo quel periodo. Noi genitori eravamo preoccupati più che per noi stessi, per i bambini. E in tutto il mondo il problema era questo: i figli possono ammalarsi gravemente? Possono morire? Quella notizia, frutto di un protagonismo di un ospedale, mandava nel panico e nella psicosi ulteriore milioni di genitori, che si sarebbero ulteriormente agitati e avrebbero intasato ulteriormente il sistema sanitario anche quando i figli non avevano niente. E infatti quel maledetto virus, almeno i piccoli, li ha largamente risparmiati. E allora faceva bene a incazzarsi Gallera. La prossima volta, un suo successore, se ne fregherà altamente. Volete la psicosi, l'assalto ai pediatri eccetera? Fatelo. L'importante è che dalle chat non venga fuori un problema per me.
Covid e scudo penale: il contrappasso di Conte
Chiudo con una questione legata al Movimento 5 Stelle e Giuseppe Conte. Durante la prima fase della pandemia si era ipotizzato uno scudo penale non solo per i medici, come è stato fatto, ma anche per gli amministratori. Dissero di no, si opposero. E perché si opposero? Perché pensavano che con gli scandali avrebbero potuto abbattere Regione Lombardia. E' finita che il governatore Attilio Fontana è stato rieletto a furor di popolo e Giuseppe Conte è finito indagato nella stessa inchiesta che avrebbe dovuto abbattere la maggioranza di centrodestra. Come è strano il destino, un po' cinico, un po' baro, a volte molto onesto.