Milano

L'evoluzione digitale in Italia e il mercato ICT

Marchese (EP Soft Strategy Group): "Il mercato ha bisogno di nuovi professionisti digitali, in questo momento l'offerta non riesce a soddisfare la domanda"

Secondo l’Assintel Report 2019, nel 2018 il mercato ICT italiano ha raggiunto i 30 miliardi di euro, crescendo di +0,7% rispetto al 2017, con una prospettiva di incremento di +1,6% nel 2019. Il solo comparto IT cresce oltre il doppio (+1,6%), merito delle tecnologie legate alla Terza Piattaforma e agli Acceleratori dell'Innovazione, che volano a due cifre. Secondo le stime di IDC, in tre anni più della metà dell’economia globale risulterà digitalizzata. La corsa alla trasformazione digitale non solo accelererà, ma si moltiplicherà coinvolgendo più ambiti e figure aziendali, più fronti di innovazione tecnologica, più partner e attori esterni, un’intelligenza artificiale che costituirà un fattore trainante nell’adozione di soluzioni di Big Data e Analytics.
«L’esigenza che si sta manifestando sempre più pressante da parte delle grandi organizzazioni- commenta Antonio Marchese Executive Partner Soft Strategy Group -  è quella di dedicarsi alla ormai ben nota trasformazione digitale, cavalcando investimenti in software innovativi (in cloud e on premise) volti all’ efficienza e alla digitalizzazione dei processi aziendali per sfruttare e concretizzare vantaggi industriali in termini di saving dei costi produttivi e migliore competitività sul mercato».

Ma l’Italia ha abbastanza risorse talentuose per far fronte alla richiesta crescente di figure altamente specializzate?

«Come, e più che in altri settori- dichiara Marchese- è un problema tutt’altro che risolto: il mercato cioè ha bisogno di nuovi professionisti digitali, ma l’offerta non riesce a soddisfare la domanda, sia numericamente sia qualitativamente. Se si guarda alle stime per il 2019 per esempio, e approssimando per difetto, in Italia si potrebbe avere necessità di un numero di competenze ICT intorno alle 16mila unità, mentre il mondo della formazione universitaria dovrebbe produrne circa la metà, una situazione tutt’altro che sostenibile per il mercato. Le aziende e le grandi organizzazioni per far fronte a questo gap spesso ricorrono alla formazione per ‘riconversione professionale’, ad un più stretto contatto con scuola e università che hanno l’obiettivo di innovare i percorsi di studio per evitare la ‘obsolescenza’ tecnologica e fornire alle giovani leve un giusto mix di skill, non solo di tipo tecnico (‘hard’) ma anche di tipo ‘soft’».

Come avete contribuito ad ingrandire ed innovare il settore?

«Il nostro gruppo- risponde l’executive partner di Soft Strategy-  in crescita costante dal 2015, anno su anno ha creato nel triennio 2016-2018 un volume di posti di lavoro di oltre 200 persone, ha stretto relazioni con Università e incubatori, investito in progetti di ricerca e progetti finanziati a livello nazionale anche con le grandi imprese nazionali, investito in certificazione del proprio personale per essere sempre all’avanguardia in un settore fortemente competitivo.

A quali progetti innovativi state lavorando?

«Le nostre diverse divisioni lavorano su molti progetti innovativi che spaziano dall’ambito IoT (per soluzioni legate al microclima ambientale, localizzazione all’interno di edifici, domotica) all’energy management (soluzioni di domotica, living services, illuminazione intelligente), dalla security e privacy (soluzioni per la sicurezza di piattaforme digitali basate su paradigmi innovativi a microservizi, GDPR, gestione del consenso) alla cosiddetta ‘sap digital economy’ attraverso i servizi di InnovatesApp  per trasformare in modo realmente innovativo e radicale i modelli di business delle grandi imprese per e creare nuovi prodotti e servizi. Stiamo decisamente puntando anche su soluzioni integrate che vedono l’impiego di ‘robot’, algoritmi di machine learning e talenti specializzati in Data Science per la gestione efficace di enormi dimensioni di dati e l’automazione dei processi aziendali al fine di assicurare ai nostri clienti quel cambiamento radicale nella propria operatività con un notevole efficientamento delle procedure operative spesso ancora manuali».

Antonio Marchese Executive Partner di Soft Strategy SpA ha maturato una profonda esperienza nel settore della Finanza, della Consulenza e dell'IT, lavorando per oltre 15 anni in società di livello internazionale ricoprendo ruoli dirigenziali. Dal 2015 è entrato come partner in Soft Strategy SpA della quale è divenuto Executive Partner. Successivamente crea Soft Strategy Group SpA, Gruppo 100% italiano specializzato nella fornitura di servizi professionali alle imprese di medie e grandi dimensioni nei mercati di Telecomunicazioni, Energy & Utilities, Trasporti, Retail, Fashion e Pubblica Amministrazione. Ne fanno parte Soft Strategy, azienda specializzata nel settore del management consulting e dei servizi legati alla trasformazione tecnologica dei processi produttivi, InnovatesApp, la cui mission è aiutare i propri clienti nel trarre il massimo beneficio dall’adozione delle applicazioni e tecnologie offerte dalla suite SAP Intelligent Enterprise, Soft Strategy Financial Advisory i cui servizi vanno dalle Operazioni Straordinarie (M&A advisory, Buy/Sell, Side Due Diligence e Operational Assessment) a tutte le aree di competenza CFO e della funzione Finance, fino ai progetti di efficientamento con un focus su organizzazione e processi e Soft Strategy Digital Trust i cui servizi abbracciano Offensive Security, Digital Identity e Privacy Consent & Rights Management, DevOps & Data Security, Fraud & Crime e Smart World Safety.

Il gruppo conta ad oggi oltre 320 dipendenti e 8 sedi in Italia (Roma, Milano, Bologna, Genova, Firenze, Matera, Rende e Palermo).

Con il ruolo di Executive Partner Marchese ha dato un forte impulso alla crescita di Soft Strategy SpA - portando il valore di produzione da circa 6 milioni di euro del 2015 a circa 14 milioni di euro del 2017. Il mondo ICT è da sempre nel DNA dell'imprenditore che nel 2016 ha costituito, come azionista di riferimento, il suddetto Gruppo che ha raggiunto nel 2018 un valore di fatturato di oltre 21 milioni di euro facendo leva su competenze e innovazione. Proprio la cultura dell'innovazione lo ha spinto a creare la startup InnovatesApp sul finire del 2015, con la precisa volontà di realizzare una realtà di mercato che accompagnasse i clienti nel percorso di trasformazione digitale dei propri processi di business sfruttando al massimo il potenziale innovativo delle soluzioni SAP basate su tecnologia HANA.








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