Milano
L'ex sindaco Pisapia attacca Salvini: coi suoi decreti più irregolari
Giuliano Pisapia, ex primo cittadino di Milano ora europarlamentare, esorta il Governo giallo-rosso a rivedere i decreti Salvini quanto prima
L'ex sindaco Pisapia attacca Salvini: coi suoi decreti più irregolari
L'ex sindaco Pisapia scrive un lungo post sulla sua pagina Facebook, dove esprime la sua contrarietà nei confronti dei decreti Salvini: “Si sta demolendo la costituzione pezzo per pezzo” con queste parole l’ex presidente della corte costituzionale Giovanni Maria Flick ha commento l’approvazione del secondo decreto sicurezza a firma Salvini e governo giallo verde. Come emerge ormai chiaramente i “decreti Salvini”, nulla hanno a che vedere con la sicurezza in quanto hanno creato le condizioni per cui decine di migliaia di migranti che avevano ottenuto, o avevano chiesto, il visto per motivi umanitari - e che quindi erano regolari e non certo clandestini - sono finiti, da un giorno all'altro, in una situazione di irregolarità con il rischio di finire nell'illegalità. Non solo: pensiamo alle multe abnormi, ai poteri eccessivi e illogici al Ministro dell’Interno per la chiusura dei porti, al sequestro e distruzione delle navi che prestano soccorso. Tutte cose in spregio ai doveri di solidarietà imposti dalla Costituzione e dalle convenzioni internazionali sottoscritte dall’Italia.Un arretramento sui diritti umani e civili a dir poco preoccupante: sul decreto “insicurezza bis” l’attuale Presidente del Consiglio Conte, allora a capo del governo giallo-verde, aveva anche chiesto la fiducia, mentre il Presidente della Repubblica lo aveva pesantemente censurato dal Capo dello Stato. Eppure quegli obbrobri legislativi sono ancora lì. Alcuni ministri dei 5 stelle hanno ripetutamente dichiarato che si intende solo procedere a un maquillage, mentre invece serve un ribaltamento radicale di norme a dir poco sciagurate. Temi così delicati, che toccano centinaia di migliaia di persone e i loro diritti, meritano attenzione e rispetto istituzionale. Queste norme non sono diverse se cambia il governo: restano un’onta per l’Italia civile. Capisco che ci sono state altre priorità, dalla finanziaria all’Ilva, a Alitalia (solo per citarne alcune); capisco che siamo in un clima elettorale che rende tutto più complicato; ma quando si tratta di umanità, di giustizia, di diseguaglianze, di diritti – e anche di doveri – non vi può essere il minimo arretramento. Il 5 febbraio saranno cinque mesi di governo giallorosso: speriamo che, dopo 5 mesi, il Parlamento possa esaminare, e approvare, vere riforme che non solo cancellino norme inique e inaccettabili ma che facciano ritornare quello stato di diritto che il passato governo ha in più occasioni cancellato."