Milano
"L'inganno" di Veronica Tomassini: di amori e ombre a Milano
Il nuovo romanzo di Veronica Tomassini edito da La Nave di Teseo è una sequenza di frammenti all'inseguimento di un amore che forse è solo chimera
"L'inganno" di Veronica Tomassini: di amori e ombre a Milano
Una sequenza di frammenti, un flusso di coscienza per raccontare la storia di un amore sfuggente che è in realtà soprattutto un viaggio interiore. "L'inganno" di Veronica Tomassini è un libro prezioso, esistenziale. Con Milano che fa da teatro e cornice alle peripezie orfiche di una giovane donna che dalla Sicilia giunge al Nord per inseguire l'ombra di un musicista di Tolosa.
L'inganno è la finitezza delle cose del mondo
Ma nella Milano "delle sartorie eleganti, di certa femminilità vezzosa e vuota, dei caffè raffinati, dei giovanotti con costose cravatte e con indosso blazer stile haute nouveauté" i giorni scorrono ed il francese è uno spettro. La protagonista realizza così che "ogni giorno l’attesa non consuma la sete. È una sete dello spirito, per questo attraverserà il mistero, nella contemplazione, o in un inesplicabile richiamo, sedendo sulle panche delle chiese nella via Torino, sperse nel silenzio e nel profumo ancestrale, l’incenso e l’origine da cui tutto procede. Si accorge che forse il volto che cerca è il medesimo del Figlio dell’uomo, inchiodato, schernito, il Volto era il solo, era l’amore; e si nascondeva dietro ogni altro, ogni pellegrino incontrato, il francese, gli uomini del suopassato, Jan, il musicista vagabondo, del giaciglio sotto i portici della Galleria Vittorio Emanuele. Si accorge che l’inganno è la finitezza delle cose del mondo a cui voler confliggere un’appendice di perennità".
Il nuovo romanzo di Veronica Tomassini per La Nave di Teseo
"L'inganno", edito da La Nave di Teseo, è il nuovo libro di Veronica Tomassini, che ha esordito nel 2010 con Sangue di cane ed ha pubblicato negli anni anche Il polacco Maciej, Christiane deve morire, L’altro addio e Mazzarrona, candidato al Premio Strega. Nei suoi scritti tornano spesso ambientazioni suburbane, storie intestine e periferiche, vicende di estrema emarginazione. Nel 2020 decide di autopubblicare il romanzo epistolare Vodka siberiana, per il quale sceglie una diffusione minima, basata sul contatto personaleattraverso Facebook. Attualmente scrive per “Il Fatto Quotidiano” e “Pangea News”.