L’inutile (e dolorosa) strage continua: la vergogna dei 103 morti sul lavoro - Affaritaliani.it

Milano

L’inutile (e dolorosa) strage continua: la vergogna dei 103 morti sul lavoro

Siamo a quota 103 morti in Lombardia e gli incidenti nel resto del paese superano ampiamente quota mille. Un Paese civile deve sapersi dare strumenti adeguati

di Daniele Bonecchi per Affaritaliani.it Milano
Siamo a quota 103 morti in Lombardia e gli incidenti nel resto del paese superano ampiamente quota mille. Morti di lavoro, e non di crepacuore perché la Borsa non ha offerto le performance sperate, ma annegati in una vasca di liquami (come ieri nel Pavese), caduti da una impalcatura o maciullati da una macchina pesantissima. Se per gli incidenti stradali ci si aggrappa alla menzogna della tragica fatalità, per chi muore tentando di vivere, di sbarcare il lunario, non ci sono spiegazioni buone nemmeno per il bar dell’angolo. “La Repubblica italiana è fondata sul lavoro”, torneranno a studiarlo (pare) sulla Costituzione, dall’anno prossimo, i nostri ragazzi a scuola. Ma ciò che la Carta considera un diritto, per troppi, oggi è un rischio. Morire o restare mutilati sul lavoro è una ingiustizia ma troppi lo considerano un prezzo equo da pagare per produrre profitto. La Regione riunisce il tavolo con le forze sociali, per assumere qualche ispettore in più, ed è già un fatto positivo. Ma si continuerà a morire per dare un futuro alla propria famiglia e magari per mandare qualche soldo lontano. E il dolore crescerà. Un paese civile deve sapersi dare strumenti civili e questa è una sfida per chi lo guida, di qualsiasi colore abbia la cravatta.








A2A