Milano
L’Italia e la diplomazia ad Expo: “Qui convinciamo gli Stati a votare per noi”
Di Fabio Massa
Probabilmente è il diplomatico in Italia che ha stretto più mani di capi di stato e di governo in assoluto. Lui, Stefano Gatti, 52 anni (ad agosto), si schermisce. La sala dove riceve Affaritaliani.it è quella dove Matteo Renzi incontra i capi di Stato. C’è il toro dorato e una grande vetrata che affaccia sul quarto piano di Padiglione Italia. In un giorno di relativa calma, è l’unico padiglione nel quale c’è da far coda per entrare
“Al di là della della coda, possiamo dire che noi siamo soddisfatti”
Niente ansia da accessi?
Guardi, questo Palazzo offre la base logistica e diplomatica per tutti gli incontri dei capi di stato e di governo. Tra l’altro oggi siamo proprio contenti, sa perché?
Perché?
Perché abbiamo vinto una scommessa con i nostri vicini del padiglione tedesco. Loro dicevano che la Merkel non sarebbe venuta e invece noi dicevamo che il nostro presidente l’avrebbe convinta. Abbiamo vinto noi.
Strana vita, veder passare i potenti della Terra.
È un lavoro. Qui ci sono 35 persone all’ufficio cerimoniale, più che a Roma. Ci aspettavamo di avere 40 tra capi di stato e di governo in tutta la durata di Expo. Abbiamo già raggiunto quella quota e non siamo ancora a fine luglio.
Di aneddoti ne avrà
Certo, anzi alla fine ci scriviamo un libro (ride, ndr). Al di là degli scherzi ne abbiamo viste tante. Da Putin che aveva una guardia che seguiva il suo piatto al ristorante per evitare che qualcuno glielo sostituisse agli americani che hanno voluto per la visita di Michelle tutti i curriculum vitae di chiunque gli si avvicinasse a meno di cinque metri. Incredibile. Molto professionali, gli americani. Per loro la sicurezza a è una cosa scientifica. Tra l’altro per l’occasione la moglie di Matteo Renzi è stata fantastica.
Perché?
Perché è venuta il giorno prima. Le abbiamo spiegato ogni singola parte dell’esposizione. Ha studiato tantissimo e il giorno dopo avremmo potuto assumerla come guida: fantastico.
E i russi?
Basano la loro sicurezza sulla sorpresa. Nessuno sapeva da dove sarebbe uscito Putin. Alla fine è passato in mezzo alla folla in coda, che era allibita.
Solo folklore, queste visite diplomatiche?
Al contrario, molto concretezza. Fate conto che ogni diplomatico, e in genere sono tre per ogni personalità, che segue un capo di stato o di governo, ha il suo dossier da trattare, a volte semplicemente davanti al caffè.
Dossier?
Sapete che si voterà per il consiglio di sicurezza dell’Onu? L’Italia è in lizza, ma i pretendenti sono tanti e i posti sono pochi. Oppure c’è la corte di giustizia, oppure ci sono tante altre questioni. Fate conto che tra vip e funzionari l’Italia sta ospitando più personalità in questi mesi che in dieci anni.
Un bel biglietto da visita anche per lei.
Mi piacciono le cose complicate.
A proposito di cose complicate, difficile gestire Michelle?
Ma no. Gli americani sono bravissimi. Certo è la first lady e non si scherza. Poi ci sono anche le cose divertenti. Ad esempio abbiamo una piccola flotta concessaci in sponsorship da Fiat chrysler. Ci sono capi di stato che per la prima volta salgono su una Maserati. Ne rimangono colpiti.
@fabioamassa