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L'opera di Domenico Pellicanò protagonista a Mede. FOTO
Domenico Pellicanò (foto: Roberto Nucera)

L'opera di Domenico Pellicanò protagonista a Mede

Uno dei nuovi Maestri dell'arte italiana protagonista di uno speciale evento nella prestigiosa cornice del museo Regina Cassolo di Mede, Pavia. Le sale del Castello Sangiuliani hanno infatti ospitato sabato 21 settembre  l'inaugurazione ufficiale della mostra di Domenico Pellicanò, che sarà visitabile sino al 13 ottobre. Non solo: prima del vernissage, la sala consiliare ha visto la presentazione del nuovo volume dedicato all'artista di Reggio Calabria, con al tavolo dei relatori il suo autore, il noto storico, critico d'arte e sociologo dell’arte Gian Piero Rabuffi. Una occasione nella quale è stata confermata la vocazione verso l'arte e l'attenzione alle sue più interessanti e recenti manifestazioni da parte del Comune lomellino e della sua Amministrazione, rappresentata nel corso dell'incontro dal sindaco Giorgio Guardamagna e dall'assessore alla Cultura Patrizia Cei

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Gli appassionati e cultori d'arte di Mede avevano già avuto modo di conoscere il pittore originario di Reggio Calabria al convegno tenutosi sempre al Castello lo scorso 21 giugno: a tre mesi di distanza, come a suggellare simbolicamente l'inizio e la fine dell'estate all'insegna della cultura, la possibilità di lasciarsi appieno immergere nell'immaginifico e potente universo espressivo dell'artista, sfogliando le pagine di un volume e percorrendo le sale della mostra, che costituiscono una rappresentativa ed eloquente testimonianza della ampiezza e profondità della ricerca intellettuale e pittorica di Pellicanò.

"Pellicanò sta scrivendo la sua storia nell'arte contemporanea: la sua opera è un patrimonio da custodire -  ha spiegato Rabuffi al pubblico presente -. Egli non cerca sterili formule di comodo per assecondare il gusto del mercato, ma è un artista con ormai cinquanta anni di studio alle spalle. Ha una propria personalità ben definita, ed una capacità di sintesi che non è appannaggio di tutti"

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Nel nostro intervento abbiamo aggiunto che la sua narrazione, che attinge ai grandi cicli del mito greco così come ad altri grandi archetipi dell'Occidente, instaura sempre anche un vivo dialogo con la storia dell'arte stessa ed i suoi protagonisti, denunciando in questo tanto la propria contemporaneità quanto la propria autonomia espressiva.

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Nato nel 1952 e diplomatosi in scultura all'Accademia di Brera, Pellicanò ha completato la propria formazione intraprendendo in gioventù una lunga serie di viaggi per soggiornare in alcuni dei più significativi poli artistici e culturali europei, visitando i musei e le città ma soprattutto gli studi e gli atelier dei più interessanti artisti a lui contemporanei. Tornato in Italia, ha eletto Milano quale luogo in cui fondare la propria poliedrica ed eclettica attività artistica, tra pittura, scultura, grafica, disegno. Ha conseguito negli anni numerosi premi esponendo in significativi contesti nazionali ed internazionali e riscuotendo crescente consenso di critica e pubblico. La sua è arte colta e immediata allo stesso tempo: usa il potere simbolico e archetipico del mito adattandolo ad un linguaggio espressivo ben conscio delle proprie radici ma suggestivamente proiettato in una dimensione pienamente attuale e del tutto personale, distinguibile ad un primo sguardo anche da parte di un osservatore occasionale. E' di recente costituzione anche l’Archivio Generale dell'Opera del Maestro curata dal professore Gian Piero Rabuffi, che suggella e tutela la sua produzione sino ad oggi, a garanzia anche dell'interesse nei suoi confronti da parte di collezionisti e amanti d'arte.

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