L'Osservatorio Cgil: il Jobs Act fa calare l’occupazione femminile
I dati dell'Osservatorio della Camera del Lavoro di Milano rivelano: dall'introduzione del Jobs Act il lavoro femminile è in calo
(IMPRESE-LAVORO.COM) - Milano - Dall’analisi sviluppata dall’Osservatorio del mercato del lavoro della Camera del Lavoro di Milano, appare evidente che “l’incremento degli avviati al lavoro ha avuto la stessa dinamica tra i due generi fino all’entrata in vigore del Jobs Act: marzo 2015. Anzi, verso la metà del 2014, l’occupazione femminile segnava un incremento leggermente più significativo e per lo più ascrivibile al rafforzamento occupazionale sostenuto dai processi di innovazione e dal conseguente trasferimento tecnologico. Successivamente, il Jobs Act ha avuto un esito deprimente per l’occupazione femminile, ed è proprio a partire dal marzo 2015 che il dato inizia a declinare, distinguendosi dall’esito maschile, in coincidenza con gli effetti delle nuove norme. A ulteriore chiarimento, occorre ricordare che per finanziare gli sgravi del 2015, è stata abrogata la Legge 407/1990, che prevedeva incentivi mirati all’inserimento lavorativo a favore di determinate categorie e tra queste, le donne. Esaurito il picco (tutto maschile) del dicembre 2015, la parabola discendente torna ad accomunare i due generi , avvicinando sempre più il dato, fino a farlo coincidere con l’esito totale. L’occupazione trae vantaggio solo dai faticosi processi innovativi e da performance di crescita dell’economia reale, per questo è necessario un Piano Straordinario per l’occupazione giovanile e femminile, così come indicato nel Piano del Lavoro”.