Milano

"La candidatura di Minniti per il pluralismo. Nei fatti, circolo per circolo"

di Nicolò Rubeis

Concretezza e visione è ciò di cui ha bisogno il Pd" commenta in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano

"La candidatura di Minniti per il pluralismo. Nei fatti, circolo per circolo"

Quella di Santo Minniti al congresso metropolitano del Pd "è una candidatura che garantisce il pluralismo non a parole o con accordi precostituiti nei corridoi tra pochi che pretendono di parlare per tutti, ma nei fatti e nel dibattito reale, circolo per circolo tra gli iscritti e le iscritte". La consigliera comunale milanese del Pd, Beatrice Uguccioni, sosterrà Minniti come nuovo segretario metropolitano. "Concretezza e visione è ciò di cui ha bisogno il Pd" commenta in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano. "E sono convinta che Minniti abbia proprio queste caratteristiche".

Uguccioni, ci spieghi meglio.

La sua concretezza deriva proprio dall’ampia conoscenza del Pd visto che lo vive da 15 anni, da quando ha iniziato a servire ai tavoli della Festa dell'Unità. La sua è una storia come tante nel Pd e proprio per questo è una storia speciale. Una concretezza sperimentata sul campo da segretario del circolo del Giambellino e come presidente di Municipio. E ne so qualcosa visto che anche io sono stata presidente per 10 anni. Minniti ha imparato ad affrontare quotidianamente battaglie politiche e amministrative. Ed è proprio una competenza politico amministrativa che serve al Pd per poter gestire le tante competizioni che ci attendono, comprese le elezioni sui territori e le prossime comunali di Milano 2027, dove si dovrà gestire la scelta del nuovo candidato sindaco per il centrosinistra tramite le primarie.

Qualcuno, però, sostiene che il fatto di essere un amministratore possa essere penalizzante. E che Capelli, non essendolo, potrà dedicarsi al 100% al partito.

Il Pd si appresta ad avere una segretaria regionale (Silvia Roggiani, ndr) che sarà anche parlamentare e questo doppio ruolo non è visto da nessuno come un potenziale problema. E quindi perché dovrebbe esserlo per Santo Minniti? Ritengo anzi che il suo ruolo istituzionale sia un valore aggiunto perché gli consente di conoscere la macchina amministrativa e affrontare le curve del governo cittadino e metropolitano. Inoltre credo nell'importanza della squadra e non dell'uomo solo al comando. Una squadra composta da persone competenti espressione del territorio, capaci di portare avanti le varie progettualità.

Parlava di pluralismo. Alcuni riformisti che sostengono Capelli affermano di aver ricevuto garanzie da lui in tal senso.

Il pluralismo non si costituisce a tavolino, con accordicchi, ma attraverso un reale, proficuo e sano confronto e realizzando dibattiti che coinvolgano i circoli, le iscritte e gli iscritti per il Congresso e poi i cittadini e le cittadine 365 giorni all'anno. Il Pd nasce dal riformismo laico e cattolico che ha reso grande Milano metropolitana e la Lombardia e, per onorarlo, serve rilanciare un'agenda di sviluppo e inclusione nelle nostre città, una mobilità più attenta ai ciclisti, un disegno urbano rispettoso e opportunità di lavoro di qualità. Insomma, essere riformisti significa indicare una strada all'amministrazione e non solo sentirsi rappresentati in una segreteria unitaria.

Minniti può garantire tutto ciò?

La volontà, dettagliata nel suo programma, di realizzare la 'Segreteria dei territori' ha proprio lo scopo di valorizzare i Circoli ed instaurare una strettissima sinergia da subito. I componenti della segreteria, infatti, non saranno espressione delle cosiddette correnti, ma saranno scelti dai circoli in rappresentanza dei territori.

Chi appoggia Minniti, però, sembra in minoranza. Una sfida in salita?

Quella di Santo è stata una candidatura che da subito ha coinvolto moltissime iscritte e iscritti di ogni età che si sono messi al lavoro, nonostante il periodo agostano, per raccogliere le firme a suo sostegno e, soprattutto, per elaborare insieme un programma condiviso. Sono certa che Minniti, da segretario metropolitano, saprà dare risposta ai bisogni e alle richieste dei cittadini e delle cittadine.

Ma di che cosa ha bisogno oggi il Pd metropolitano?

Di essere presente dove le persone si incontrano con istanze concrete. Ho come l'impressione che alcuni vivano il partito come una monade a sé stante che si deve poi confrontare con i luoghi di lavoro e le imprese. Non è proprio così, il Pd deve essere aperto e in costante connessione. Solo così, aprendosi, si può raggiungere l'obiettivo di essere riformisti concretamente nell'azione politica. E poi al Pd metropolitano serve una visione che non si fermi a Milano. Soltanto ragionando come area vasta metropolitana si possono affrontare le sfide che riguardano l'ambiente, la mobilità e l'abitare.







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