Milano

La condanna allontana il bis: niente secondo mandato per Sala?

E con la condanna di oggi la ricandidatura di Beppe Sala alla guida del Comune di Milano, finiti i due anni che gli mancano, si allontana...

di Fabio Massa
E con l'evento di oggi la ricandidatura di Beppe Sala alla guida del Comune di Milano, finiti i due anni che gli mancano, si allontana. La sentenza è un po' uno spartiacque. Il primo cittadino un po' se lo aspettava. In primo grado difficilmente l'accusa, dopo un tira e molla così forte, dopo l'avocazione, può uscire completamente sconfitta. Però la convinzione di essere stato dichiarato colpevole da innocente, a Beppe Sala lo mangia dentro. Già la prima volta, quando venne indagato, aveva pensato di lasciare. Ci volle del bello e del buono, a pochi mesi dalle elezioni, a dirgli che no, non si poteva dimettere.

Stavolta lo dice chiaro e tondo, subito, lui stesso. Segno che si era preparato: rimango sindaco fino alla fine. Però poi aggiunge che non sa per il dopo. In fondo, le Olimpiadi le ha conquistate e chi - se non lui - è il candidato migliore per gestirle una volta smessi i panni del primo cittadino? In fondo, chi lo sa che cosa succederà politicamente da qui a due anni? La Lega ancora più forte potrebbe sfondare in città con un buon candidato? In fondo - e questo è il pensiero più forte - chi glielo fa fare a un manager di guadagnare un quinto di quel che guadagnava prima e di farsi condannare per "stare" in politica? Se vincerà questo pensiero, la partita per Milano è aperta. A destra come a sinistra, visto che Pietro Bussolati, l'ex segretario, in una intervista ad Affaritaliani.it ha già preconizzato che in caso di non ricandidatura il Pd dovrà guardarsi non intorno ma al suo interno.

fabio.massa@affaritaliani.it








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