Milano

La Lega formalizza le espulsioni di Grimoldi e Michieletto

Redazione

Il consiglio federale della Lega delibera di formalizzare le espulsioni di Grimoldi, ex segretario della Lega lombarda, e del consigliere veneto Michieletto

La Lega formalizza le espulsioni di Grimoldi e Michieletto

Il consiglio federale della Lega ha approvato la richiesta di espulsione per l'ex segretario della Lega lombarda Paolo Grimoldi. Sulla richiesta, deliberata nella riunione odierna del massimo organo esecutivo del partito, dovra' esprimersi il consiglio di disciplina e garanzia. Grimoldi, autore da mesi di una campagna social 'Uno al giorno' su tutte le fuoriuscite dal partito, aveva annunciato il voto di Umberto Bossi a favore di un indipendente nelle liste di Forza Italia alle scorse europee. Bossi non ha mai confermato ufficialmente quel voto. Il senatur non si e' mai scritto alla Lega Salvini premier ma soltanto alla 'vecchia' Lega Nord, e quindi mai si e' pensato di valutare provvedimenti nei suoi confronti. E' invece gia' fuori dal movimento l'ex segretatario delle Liga veneta, Toni Da Re, che peraltro non ha rinnovato la tessera.

La nota della Lega: "Segnalazioni emerse su indicazione dei territori"

 Il consiglio federale della Lega ha dunque deliberato di formalizzare alcune espulsioni, tra cui l'ex parlamentare Paolo Grimoldi e il consigliere regionale del Veneto Gabriele Michieletto, conferma la Lega, in una nota ufficiale. "Le segnalazioni sono emerse su indicazione dei territori - si precisa dalla segreteria - per tutelare lo straordinario e generoso impegno di migliaia di militanti che per troppo tempo hanno assistito a polemiche strumentali, inutili e dannose contro la Lega". Tutti i membri del consiglio federale si sono espressi a favore. Alla riunione, durata oltre tre ore, non hanno partecipato, per impegni pregressi, i governatori lombardo e veneto Attilio Fontana e Luca Zaia. Si sono collegati Massimiliano Fedriga e Giancarlo Giorgetti.

Grimoldi: "Reazione scomposta della Lega alla debacle elettorale"

"Una reazione scomposta alla debacle elettorale delle europee e delle amministrative". Così all'Ansa l'ex segretario della Lega lombarda Paolo Grimoldi dopo che il Consiglio federale del Carroccio ha formalizzato la sua espulsione. Secondo Grimoldi "non è vero" che la richiesta di espellerlo "arriva dai territori. Il congresso in Lombardia, per esempio, non viene fatto svolgere da 9 anni e il direttivo regionale non ha formalizzato alcuna richiesta, neppure si è mai riunito. Semplicemente si cerca di eliminare i leghisti storici rappresentativi. Solo così, forse - conclude Grimoldi - Salvini potrebbe rimanere segretario".

Il consiglio federale della Lega e la difesa della "linea Salvini-Vannacci"

Tornando al consiglio federale, durante il suo discorso introduttivo, Salvini avrebbe tracciato un bilancio del voto appena concluso, tra europee e ballottaggi, difendendo la linea scelta in campagna elettorale. Il segretario leghista avrebbe quindi rivendicato come la scelta di non portare il partito verso il centro abbia pagato in termini di consensi elettorali. E continuera' a pagare, a suo avviso, come dimostra il successo di Marine Le Pen in Francia. Nel suo intervento, Giorgetti avrebbe ripercorso quanto riscontrato in campagna elettorale, sostenendo che occorre prendere atto del bel contributo di Roberto Vannacci, che ha fatto una campagna dando grande visibilita' al partito, riproponendo temi e posizioni non poi cosi' lontane dalla tradizione del Movimento, che ricalcano quelle portate avanti da esponenti storici come l'ex sindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini.

Il vice segretario leghista avrebbe poi tenuto a sottolineare come vi sia nel partito una classe dirigente che cresce nelle amministrazioni locali, che deve la sua forza dal saper coniugare pragmatismo e valori storici. Durante la riunione, alcuni dirigenti avrebbero, invece, lamentato la mancata disponibilita' a correre per le europee di 'pezzi grossi' al Nord, come successo in altri partiti (tra gli esempi citati, i dem Stefano Bonaccini e Matteo Ricci, 'campioni di preferenze').

La Lega e l'autonomia differenziata

A questo proposito, Salvini avrebbe spiegato che, stando ai calcoli del partito, 46 candidati nella lista Lega su 71 avrebbero preso in totale 90mila preferenze, per una media di duemila a testa. Diversi esponenti avrebbero poi espresso la necessita' di 'spiegare' meglio sui territori l'autonomia differenziata, che, senza un approfondimento, rischierebbe di far perdere voti al Sud senza farne acquistare al Nord. Infine, dal capogruppo al Senato Massimiliano Romeo sarebbe stata avanzata la proposta di una riunione in 'conclave' per fare il punto sulla situazione e sul partito. Salvini avrebbe proposto il mese di luglio per questa riunione.







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