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Milano
La lettera di Caryl Menghetti ai cognati dopo l'omicidio del marito

Martinego, la lettera di Caryl Menghetti ai cognati dopo l'omicidio del marito

Quasi due mesi sono trascorsi dal terribile delitto del 26 gennaio, quando Caryl Menghetti ha ucciso il marito Diego Rota con 25 coltellate a Martinego, nella provincia di Bergamo. Un atto di violenza estrema che ha sconvolto la comunità e che ha lasciato la loro figlia di soli cinque anni senza genitori: la piccola ha perso non solo il padre in maniera brutale, ma di fatto anche la madre. Oggi, Il Corriere della Sera riporta la notizia di una lettera scritta da Caryl ai cognati, la sorella e il fratello di Diego e la sua moglie, in cui chiede loro di prendersi cura della figlia.

Caryl: " Dovessi mancare, vorrei restasse sotto la vostra tutela"

Caryl scrive nella lettera lunga un foglio e un paio di righe: «Cari Vanessa, Angelo, Evi e tutti i famigliari, è successa questa grossa cosa. Nemmeno io posso, riesco a dare una spiegazione. Un giorno, se vi andrà di vedermi, ne potremmo parlare uno davanti agli altri» La figlia al momento è affidata ai nonni materni, ma Caryl scrive: «Se almeno a lei volete ancora bene sappiate che mai impedirò di farvela vedere. Mi sono sempre fidata di voi e vi voglio tuttora bene anche se capisco l’odio nei miei confronti. La nipote è anche vostra e sapete perfino preferisco che lei stia con voi. Dovessi mancare anch’io, vorrei restasse sotto la vostra tutela. Se la vorrete, chiederò come fare».

La custodia della bambina: tra processi legali e valutazioni psichiatriche

Come accennato, al momento la bambina è sotto la custodia dei nonni, ma il processo per il trasferimento della custodia alla sorella della vittima, Zia Vanessa, è già in corso. Attualmente trascorre i mercoledì e i weekend alternati con lei, ma l'udienza davanti al giudice è prevista per giugno. Riguardo al processo penale, è stata richiesta una consulenza per valutare lo stato mentale di Caryl: una valutazione che potrebbe essere determinante sia per una eventuale condanna sia per la sua autorità genitoriale sulla bambina. 

Dai sintomi post-parto all'omicidio del marito 

Caryl Menghetti attualmente si trova a Torino in una Rems, una struttura dedicata alle persone con problemi psichiatrici sottoposte a misure cautelari. Lo scorso gennaio, la donna uccise a coltellate il marito Diego; poco tempo prima, Diego si era rifiutato di allontanarsi da casa assieme alla figlia, nonostante Carly avesse iniziato a manifestare i primi sintomi di disturbi mentali con tendenze violente, soprattutto nei confronti di lui. I primi segnali di scompensi risalgono alla fase post parto, dopo la nascita della bambina che per dieci anni avevano lottato, con tanto di tentativi di fecondazione assistita. Quando si presentò il problema, Caryl è stata sottoposta a trattamento sanitario obbligatorio (TSO) e ha seguito un percorso di cure a Nembro, da cui sembrava essersi ripresa. Tuttavia, il 26 gennaio, tutto è precipitato: dopo essere stata dimessa dal reparto di Psichiatria a Treviglio e aver ricevuto una terapia farmacologica, quella sera, ha preso un coltello e ha ucciso il marito. 
 


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