Dalla Lombardia agli Usa, la sinistra radical brutta copia del bagaglino
Dalla via intitolata a Ceaxi al test a Trump, da Claretta Petacci a De Benedetti: la sinistra radical pare quasi il bagaglino
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C'era una volta il buon senso. Manca, in giro. Manca molto. Così, mentre Milano ancora sta là abbarbicata a via sì via no a Craxi - che è stato indubbiamente un protagonista della vita pubblica milanese - Sesto San Giovanni a trazione forzista va dritto per la sua strada e anticipa il capoluogo, chiudendo per parte sua una stagione di divisioni: via intitolata a Craxi, e pure a Miglio, che è stato un grande ideologo della Lega Nord, poi definito da Bossi "una scoreggia sparata nello spazio". Ovviamente la sinistra radical contesta tutto aspramente. Poi ci sono gli Stati Uniti, dove si mette in dubbio il fatto che Trump sia capace di intendere e volere. Quindi che cosa fa la sinistra radical di quel Paese? Invece di confrontarsi sui contenuti della politica trumpiana, lo sottopone a un test di cinque domande che mia figlia saprebbe risolvere senza troppi sforzi. Forse giusto con un aiutino sulla parte in cui bisogna fare 100 meno 7. Considerato che Trump è uno degli uomini più ricchi del mondo, proprio deficiente non mi sembra. Mentre Milano non si concilia con Craxi, e gli Usa con il loro cervello, abbiamo Gene Gnocchi che dà della scrofa a Claretta Petacci, il cui unico problema era quello di aver amato Mussolini. E poi abbiamo De Benedetti che dà del vecchio rincoglionito a Eugenio Scalfari, ovvero l'editore di Repubblica che dice che il fondatore è solo un ingrato. E poi Renzi ci informa che sul suo conto ci sono 15859 euro, "meno di quando è diventato premier". Virgolettato. Se vuole, gli diamo 80 euro. Quanto è bella la sinistra. Pare quasi il bagaglino, se il bagaglino non si dovesse offendere per questa definizione.