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La sostenibilità ambientale volano per il rilancio
Gianluca Parreschi

La sostenibilità ambientale volano per il rilancio

A tu per tu con Gianluca Parreschi, avvocato internazionale d’impresa a Londra, Milano e Arezzo e membro dell’“International Bar Association London”. È fondatore dello “Studio Associato Legal Union” specializzato in diritto ambientale e Social Corporate Responsabiliy. 

Lei da molto tempo si occupa di diritto ambientale ed è tra i maggiori esperti italiani della materia.  Può spiegarci come la sostenibilità ambientale possa essere il volano della ripartenza?
È dimostrato da numerose ricerche internazionali che le aziende più attente alla sostenibilità ambientale sono quelle che presentano le migliori performance in termini di fatturato e marginalità, creando così valore per tutti gli stakeholders. Queste aziende sono anche le più appetibili per i fondi di private equity e per gli investitori di diversa natura rispetto alle omologhe aziende che non seguono tali principi. La sostenibilità ambientale è un concetto molto ampio, direi a geometria variabile. Pertanto un’attenzione verso l'ambiente attraverso iniziative mirate o filantropiche verso la comunità non solo giova ai bilanci delle società, ma attira investitori e facilita i finanziamenti, oltre ad essere una pratica eticamente corretta.  La ripartenza può avere come base proprio questo modello. Sono infatti allo studio particolari agevolazioni per le imprese che si attengono a determinati standard di questo tipo.

Ci può spiegare in parole semplici il ruolo degli avvocati nella diffusione dei criteri ESG (Enviroment, Social e Governance)?
Gli avvocati dovranno rivestire sempre di più un ruolo da protagonisti come ambasciatori dei principi di sostenibilità ambientale “ESG” all’ interno delle aziende fornendo una copertura consulenziale che va dalla stesura del “Codice Etico Aziendale”, alla asseverazione di conformità ai principi “ESG” delle aziende fino all’attività di consulenza esterna per condurre le imprese verso la consapevolezza dell’importanza della responsabilità sociale dell’impresa.

Quali sono i vostri strumenti per diffondere queste pratiche nelle aziende italiane?
Come Legal Union - di cui sono fondatore con il prof. Eraldo Stefani l’ avv. Barbara Sodi – siamo partiti dallo studio comparativo della normativa vigente, sia nazionale  che internazionale, ovvero dal Codice dell’ Ambiente Italiano, dai 17 obiettivi di sostenibilità dell’ Agenda ONU 2030, oltre ad altre numerose normative nazionali e comunitarie. Da questo studio imponente di materiale abbiamo tratto i principi ispiratori per una economia sostenibile attraverso un nostro protocollo operativo davvero innovativo.

Che cosa è un Codice Etico Aziendale?
Molte aziende italiane quotate e non, da alcuni anni si sono dotate su base volontaria di un “Codice Etico Aziendale”, una carta d’identità dell’impresa dove sono fissati in maniera chiara i principi etici che guidano l’attività d’impresa e che devono essere conosciuti ed osservati da tutti i soggetti che ruotano intorno: soci, management, maestranze, fornitori. Oggi non solo le grandi aziende, ma anche le PMI hanno maturato la consapevolezza che l’azienda svolga una funzione sociale, sia dal punto di vista morale che reputazionale. Ritengo si tratti di una svolta epocale ed irreversibile verso un’evoluzione etica del ruolo e delle finalità dell’impresa, che si svincola dal mero perseguimento dello scopo di lucro, per svolgere anche una funzione sociale attraverso azioni di restituzione di una parte dei risultati economici in favore della collettività.

Com’è oggi la figura dell’avvocato di impresa?
L’avvocato d’impresa odierno si è evoluto al mutamento del contesto congiunturale. Oggi il suo ruolo deve essere concepito nell’ ottica di evitare alle aziende i contenziosi giudiziari e dunque la sua funzione è quella di anticipare gli scenari patologici piuttosto che gestirli. Un ruolo di consulente legale che nel day by day affianca l’imprenditore, come già accade da tempo nei paesi del Common Law.  Tra le nuove competenze del legale di impresa vi è anche quella di assistere e di consigliare l’impresa nella ricerca dei capitali per finanziare lo sviluppo e la crescita della sua azienda nel caso di situazioni virtuose, ma anche quella di contribuire alla protezione gli asset aziendali nel caso di crisi di impresa nell’ interesse non solo degli azionisti, ma anche delle maestranze e degli stakeholders. Mi auspico che gli avvocati di impresa possano supportare le imprese italiane nella delicata fase del reperimento dei capitali e nella ricerca o di investitori industriali al fine di favorire aggregazioni aziendali più competitive o di investitori finanziari come fondi di private equity e venture capital sia nazionali che internazionali. La sfida non è quella di mantenere a tutti i costi l’italianità degli azionisti, ma quella socialmente ben più importante di conservare le sedi e gli impianti in Italia, continuando a creare valore e distribuire ricchezza nel nostro paese a prescindere dalla nazionalità della proprietà.  

Come sarà la situazione delle imprese post Covid 19?
I dati macroeconomici in mio possesso sono molto preoccupanti. Temo che molte chiusure temporanee di società e di esercizi commerciali decretate per fermare il contagio si trasformeranno in default conclamati con gravi ripercussioni sul sistema economico e con ancora più nefasti effetti sul livello occupazionale. Noi avvocati specializzati dovremo essere in prima linea per cercare di salvare il maggior numero di imprese cercando di emulare, mi si passi la licenza, gli eroi del nostro tempo cioè gli operatori sanitari mediante il ricorso a procedure-terapie concorsuali a tutela della continuità aziendale e cercando di far confluire alle imprese meritevoli nuova finanza sia bancaria che extrabancaria per sostenere la ripartenza. 

L’ Europa può rappresentare per l’Italia un valore aggiunto per la ripresa?
L’ Italia è uno dei paesi fondatori dell’Unione Europea ben prima del suo allargamento ad altre nazioni, che oggi mi sembra stiano per così dire “sgomitando” ben oltre la loro oggettiva rilevanza economica e politica. Indubbiamente la crisi che si è innescata a seguito del Covid 19 è una crisi mondiale e dunque anche europea. Nessun paese europeo né è immune visto che tutte le economie europee sono interconnesse. Questo dovrebbe suggerire a livello di istituzioni europee una maggiore visione di unità e di interventi di sostegno all’economia maggiormente condivisi evitando di dare l’impressione ai cittadini europei di una contrapposizione nella UE tra un asse nordeuropeo e i paesi della fascia mediterranea. In pratica un’Italia debole ed in recessione sarebbe un danno per tutta l’Europa e forse la fine dell’Europa come siamo stati abituati a concepirla fino ad oggi. Se da una parte l’Italia dovrà fare la sua parte in tema di riduzione del debito pubblico, dall’ altra non mi sembra proficuo che il peso dell’Italia valga, con tutto il rispetto, in ambito comunitario meno di quello dell’Olanda.

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