Milano
La speranza di domani? Un nuovo blitz in Centrale

Sono stati accoltellati un poliziotto e un carabiniere in Stazione Centrale. Niente di nuovo. Sono violenti i paesini, di quella violenza che spiazza. Figurarsi le metropoli e le grandi città. Non sono stupito, né scandalizzato. Detto questo: ho una genuina simpatia per i militari dell'Arma e pure per i poliziotti. Sarà perché sono dappertutto, sul territorio, e sono davvero l'Italia insieme alle sagrestie e ai bar, sarà perché ho iniziato a fare il giornalista di nera (e tutto quello che ne consegue). E sarà perché so che cosa fanno, come vivono.
Ecco, sarà per questo che vorrei che domattina, mentre mi reco dalle parti del Pirellone, succeda una cosa semplice semplice. Che mi fermino. Che mi chiedano i documenti, anche a me, prevedibilmente vestito in giacca e cravatta. Che fermino la signora con la sporta della spesa, il parcheggiatore abusivo, il tassista fermo sulle strisce. Il ciclista, quello con lo skateboard. Sogno che fermino l'assessore regionale che va verso via Fabio Filzi e il consigliere comunale che se ne va a mangiare giù dalle parti di porta Venezia. Sogno che fermino gli immigrati, profughi, clandestini, cervelli in fuga, disperati o contenti, lavoratori o gente che ozia, le puttane, i baristi, gli spacciatori (gente in cerca di guai, cit). Sogno che fermino i rom ma anche i milanesi che aprono le vocali. Sogno che ci siano i poliziotti a cavallo e gli elicotteri che girano in circolo, come la volta scorsa. Sogno le volanti, il controllo a tappeto. Spero che non arrestino nessuno, come la volta scorsa, che non trovino nulla che non va. Sogno che domattina tutti invochino più sicurezza per la Stazione che è la porta di Milano, una vergogna a cielo aperto tollerata e difesa per fini ideologici da troppo tempo. Sogno che il 20 maggio ci siano anche loro, a sfilare, i poliziotti e i carabinieri. Sogno in effetti che ci sia un segnale bello forte che lo Stato c'è. Lo voglio vedere, percepire. Perché fin quando c'è lo Stato io mi sento sicuro. Quando mi fermano per chiedermi i documenti, mi sento sicuro. E' quando accoltellano un poliziotto o un carabiniere che comincio a preoccuparmi.
fabio.massa@affaritaliani.it