Milano

Lara Comi, truffa all'Unione Europea: sequestrati 500 mila euro

L'accusa verso Comi e altri 5 indagati è di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche a danno del Bilancio dell'Unione Europea

Lara Comi, truffa all'Unione Europea: sequestrati 500 mila euro

Un nuovo sequestro preventivo che nasce da uno sviluppo dell'indagine 'Mensa dei poveri' a carico di Lara Comi. E' quanto hanno eseguito i militari del nucleo di polizia economico-finanziaria della Gdf di Milano nei confronti della ex europarlamentare di Forza Italia, e altri cinque soggetti indagati a vario titolo per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche a danno del Bilancio dell'Unione Europea. Il provvedimento e' stato firmato dalla gip Raffaella Mascarino. Il profitto illecito ammonta a 500 mila euro. In base agli accertamenti la ex eurodeputata avrebbe gestito illecitamente le risorse pubbliche assegnatele dal Parlamento Europeo. L'indagine e' nata dalla collaborazione con i funzionari dell'Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode-Olaf.

L'indagine 'Mensa dei Poveri', era stata coordinata dai pm di Milano, Luigi Furno, Silvia Bonardi e Adriano Scudieri e aveva portato a scoprire il sistema di 'tangenti' e retrocessioni che imperava nella zona di Varese. A dominarlo era l'ex ras dei voti di Forza Italia nella provincia Nino Caianiello. In base alle indagini, qualsiasi lavoro, nomina o iniziativa pubblica, doveva essere vagliata e intermediata dal partito, a cui 'tornava' una decima. Comi fini' ai domiciliari nel 2019 in un filone di quella indagine per le false fatture al suo addetto stampa. Il sequestro preventivo di oggi nasce da uno sviluppo di investigativo che avrebbe fatto emergere un sistema simile ma per altre 'finte' consulenze

Truffa a Ue: denaro 'drenato' su conti di Comi e dei genitori 

Soldi ottenuti dal Parlamento europeo ufficialmente per pagare i collaboratori, di fatto per prestazioni inesistenti, per un ammontare totale di oltre 520mila euro. Soldi che venivano motivati ufficialmente come consulenze a latere dell'attivita' parlamentare e poi 'drenati' di nuovo sul conto di Lara Comi o dei suoi genitori. E' quanto emerge dalle indagini dei pm di Milano Furno, Scudieri e Bonardi, e che hanno portato al sequestro della somma da parte del nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf. Insieme alla ex parlamentare azzurra sono indagati 5 suoi collaboratori: Gianfranco Bernieri, Giovannipio Gravina, Alessia Monica, Enrico Giovanni Saia e Maria Carla Ponzini.

In base a quanto si legge nel decreto di sequestro preventivo a firma della gip Raffaella Mascarino, le appropriazioni sono andate avanti dal 2010 al 2017. A beneficiarne oltre alla stessa Comi, anche i collaboratori. E' il caso di Saia, inquadrato come "assistente nella gestione degli uffici per 40 ore settimanali". Di fatto la gip osserva che "sin dalla sottoscrizione del primo contratto e nei giorni immediatamente successivi Saia veniva informato che avrebbe percepito solo una minima parte del compenso fissato" e che "a fronte di tali percezioni - solo in parte dallo stesso effettivamente ricevute - non svolgeva, di fatto, ne' veniva mai incaricato di svolgere, alcuna attivita', se non minimali, assolutamente sporadiche e non documentate per conto della Comi o di Gravina. Attivita' peraltro estranee al contratto". Inoltre il denaro confluito sui conti di Bernieri, incaricato di gestire i rapporti contrattuali con gli assistenti locali, e marito di Ponzini, "veniva in gran parte 'drenato' a favore della Comi, mediante bonifici bancari (con causali fittizie) sui suoi conti o su quelli dei genitori". Talvolta i soldi venivano addirittura consegnati in contanti con emissione di assegni bancari a nome di Bernieri per l'incasso". Questo a sua volta li faceva "tornare alla ex europarlamentare che li accreditava sul suo conto". 








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