Milano

Lattuada (Milano Unita): sfidiamo Bernardo sulla sanità pubblica

“E’ una sfida per me provare a guardare la mia città anche con uno sguardo diverso oltre la rappresentanza del lavoro"

IMPRESE-LAVORO - Elena Lattuada, già segretario generale della Cgil lombarda si candida al comune di Milano nella lista Milano Unita, che sostiene Beppe Sala e lancia subito una sfida a Luca Bernardo, candidato sindaco del centro destra: “Si presenta come una persona che conosce a fondo la sanità pubblica, visto che viene proprio da lì. Noi potremmo sfidarlo, perché sappia difendere la sanità pubblica in questa città e in questa regione. Visto che parla con entusiasmo del suo lavoro al Fatebenefratelli, è opportuno che la sanità pubblica diventi il punto dirimente. Mentre il centro destra in regione ha sempre fatto scelte diverse”, insiste polemica Lattuada. E quello della sanità, nella stagione post pandemica, sembra essere un terreno di scontro prioritario. “I sindaci hanno la responsabilità della salute pubblica e la pandemia ci ha dimostrato che il bene salute è una cosa che va mantenuta, preservata e per certi versi riconquistata. Quindi è indispensabile un nuovo protagonismo del comune”, spiega l’ex segretario della Cgil lombarda. 

“Dunque va ripensata la struttura sanitaria a cui collegare la condizione sociale delle persone, riconnettendo la spesa sociale proprio al tema della salute. Non tutti hanno vissuta la pandemia allo stesso modo. Certamente le Case della salute (presenti nel progetto di legge in discussione alla Regione ndr) parlano di uno sviluppo territoriale del sistema sanità. E dunque nella città a 15 minuti ci deve essere spazio per la sanità. Ma il penso che le case della salute siano pubbliche”, chiarisce subito Lattuada. Ma cosa l’ha spinta a passare dall’impegno sociale alla politica? “E’ una sfida per me – dice - provare a guardare la mia città anche con uno sguardo diverso oltre la rappresentanza del lavoro e provare a partire da quella esperienza (il sindacato) per capire come aiutare e favorire il buon vivere e il lavorare bene in questa città”. Obiettivi ambiziosi, poi c’è il tema del modello di sviluppo perché la Milano post Expo dei 9 milioni di turisti appartiene al passato. “Il post pandemia (ancora da raggiungere a pieno) ha dimostrato che dei cambiamenti ci sono stati, sia nel lavoro, che sul versante dell’abitare la città. E’ indubbio che Milano viva una transizione, è difficile dire oggi quale sarà, se ci sarà, l’esito definitivo. Servirà una città con degli spazi per il lavoro e per vivere, diversi. Città a 15 minuti? Bene perché non pensare a luoghi dove le persone possano lavorare ed incontrarsi avendo una dimensione nuova. E questo vale anche per chi vive di lavoro autonomo. Poi c’è il tema di una Milano che si riposiziona, a partire dal turismo e anche dal sociale. Qui occorre riconvertire, puntando comunque ad una città attrattiva nel rispetto della transizione ecologica”. Ma quali sono le priorità che avete proposto a Sala? “Sono tre e riguardano la qualità dell’abitare, le Case della salute e il lavoro buono, in una città giusta e inclusiva. Alcune cose sono state fatte altre vanno progettate”, conclude Elena Lattuada che sul candidato Bernardo taglia corto: “Il centrodestra ha vissuto un travaglio interno nell’individuare il candidato, ne hanno cambiati talmente tanti, e finalmente la campagna elettorale può iniziare. E poi anche Sala viene dal mondo delle professioni…”.

 








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