Milano
Le cinque cose che voi umani... potreste aver visto in Expo. O forse no, e allora ve lo raccontiamo

di Fabio Massa
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Vedere Raffaele Cantone, commissario dell'Anticorruzione inerpicarsi su per il tappeto elastico del padiglione del Brasile, reso scivoloso dalla pioggerella che funesta il sito Expo. Lui si diverte come un matto, sorridendo con la faccia da ragazzino. I due uomini della scorta un po' meno, temendo di cadere a faccia in giù.
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Mangiare a Eataly, il regno di Farinetti. A parte il fatto che sarà pure buonissimo ma intanto il gotha è andato a Identità Golose, chi ha pensato di mettere la distribuzione self service da una parte (velocissima) e la distribuzione delle bibite da un'altra (lentissima) forse non ha capito che il fuoco è stato inventato per scaldare il cibo, e che farlo raffreddare non lo rende migliore. E poi 45 euro per due coperti e due portate a testa senza vino non è certo... popolare.
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Osservare i movimenti corporei di Diana Bracco, numero uno di Padiglione Italia e di Giuseppe Sala, numero uno di Expo. I due si odiano da anni, ma entrambi stanno appoggiati alla balaustra della scalinata di Palazzo Italia mentre sotto Matteo Renzi sembra il Berlusconi dei tempi migliori quanto a bagno di folla. Romeo e Giulietta.
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Incrociare Paolo Glisenti, l'uomo che la Moratti voleva alla guida di Expo, nella folla. A tempi si perse quasi un anno perché la Moratti lo voleva e Formigoni no. Ora visita l'Expo che poteva essere sua e invece lo vede ospite anonimo. Sorride, vero signore fino alla fine, e mormora: "Bello bello, mi piace molto"
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Sentire Renzi ringraziare Letizia Moratti (con una lezione di stile che Pisapia manco se la sogna) e non Romano Prodi, che giustamente si incazza come una biscia. Sentire Renzi ringraziare anche i "precedenti presidenti della Regione", che poi è uno solo e si chiama Roberto Formigoni. Amoveatur ut amoveatur.