Milano

Le reazioni. Il Pd attacca: "Flop a Milano". Gallera, Gelmini e Fava esultano

23.46 - Mariastella Gelmini, coordinatrice lombarda Forza Italia: ""Nonostante l'invito di qualche ministro a disertare il voto o il tentativo di paragonare questa consultazione alla situazione catalana, la risposta dei lombardi è chiara: tre milioni di cittadini hanno detto sì a una maggiore autonomia, a più competenze e a una distribuzione più equa delle risorse. Questo referendum rappresenta una battaglia culturale prima che politica vinta dal centrodestra nel pieno rispetto della Costituzione. Ogni regione virtuosa ha il diritto di aumentare le proprie competenze per poter compiere, con maggior autonomia e velocità, scelte importanti in termini di fisco, infrastrutture, scuola, sanità. Per poter migliorare la qualità di vita dei propri cittadini, regioni come la Lombardia devono poter contare sulle energie che producono". Così Mariastella Gelmini, vice capogruppo vicario di Forza Italia alla Camera e coordinatrice lombarda,

22.20 - Gianni Fava, assessore all'Agricoltura e delegato al Referendum: "Le operazioni di voto continuano senza particolari intoppi, al contrario di quanto è stato scritto a lungo in queste settimane. Il sistema sta funzionando. Sta funzionando bene per i ritorni che abbiamo. Numero pazzesco alle 19, se la tendenza sarà mantenuta supereremo i 3 milioni di persone. Credo che alla fine gran parte degli obiettivi che ci siamo fissati fino a qua sono stati raggiunti. Maroni sta seguendo tutta l'operatività". 

22.24 - Giulio Gallera, assessore alla Sanità: "La macchina messa in campo da Gianni Fava non ha avuto alcun intoppo. I nostri rappresentanti di lista su Milano non hanno segnalato disguidi o difficoltà, segno che tutto ha funzionato bene, al di là delle preoccupazioni di qualche sindaco, che tuttavia era infondata. E' un consenso ampio che già oggi è superiore ai voti che il centrodestra aveva preso nel 2016".

22.27 - Pietro Bussolati, segretario metropolitano del Pd: "La scarsa affluenza e partecipazione registrata, in particolare a Milano Metropolitana, è la certificazione di una sconfitta politica. Tutta da intestare a Maroni e alla sua maggioranza, che in questo modo hanno finito per danneggiare la richiesta di maggiore autonomia per la Lombardia. Una richiesta che abbiamo - da sempre - condiviso nel merito, ma che oggi finisce mortificata da percentuali di affluenza comparabili a quelle del 2016, quando si votò per il referendum sulle trivelle. Un tema, soprattutto per ragioni geografiche, di scarso interesse per una Regione come la nostra. Ed è del tutto evidente che la Lombardia non è il Veneto, e i dati lo dimostrano chiaramente. Lo dico con ancora più amarezza, perché sono fra coloro che a questa consultazione hanno scelto un sì convinto all'autonomia. Un'autonomia vera la si può raggiungere solo attraverso un progetto politico alternativo. A partire dalla guida della Regione, scegliendo di voltare pagina alle prossime elezioni. L'urgenza e la necessità di cambiare passo in Lombardia si rende ancora più plastica ed evidente oggi, dopo il disastro organizzativo e il vergognoso e l'indecente ritardo nelle comunicazioni sui dati dell’affluenza, che altro non sono che la prova di una Regione in affanno nella gestione del nuovo. Nient’affatto speciale, una Regione inefficiente e incapace. La Lombardia merita altro e da domani saremo al lavoro per cambiare pagina con Giorgio Gori".







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