Le quattro cose che a Milano non si faranno mai (ed è una tragedia)
Agenzia del farmaco, Navigli aperti, Città metropolitana e Insieme: cronaca di quattro cose che a Milano non si faranno mai (ed è una tragedia)
EMA/ Ma chi ci crede davvero? Il governo? Il governatore? Il sindaco? Forse, Assolombarda? O la Camera di Commercio? Qualcuno ci crede, questo è chiaro, visto che le prime settimane di Beppe Sala sono state improntate al massimo ottimismo sulla partita che dovrebbe portare l'agenzia del farmaco, in fuga post-Brexit, a Milano. Eppure siamo pronti a scommettere che Milano non vincerà (e sarà un peccato). La colpa? Dello stesso governo (oggi Gentiloni, ieri Renzi) che mentre gli altri mettevano sgravi fiscali e agevolazioni di vario tipo, oppure facevano un sano lavoro di lobbying (leggasi accordi sotto banco Germania-Francia), stava immobile a farsi fare i dossier (a volte, neppure in inglese) dalle autorità locali. C'è da dire che Beppe Sala ci ha messo la faccia, e neppure poco. C'è da dire che Roberto Maroni ci ha messo qualche buona idea, tipo la proposta di dare il Pirellone (se sotto la Stazione Centrale non fosse una cloaca a cielo aperto, sarebbe un'idea non solo buona, ma geniale). Ma dubitiamo che Milano ce la farà con l'Ema. Scommettiamo che l'Ema non arriva?
NAVIGLI/ Ora dobbiamo riaprire i Navigli. Tutti d'accordo, da destra e da sinistra. Altra promessa di Beppe Sala in campagna elettorale. O meglio, perché il sindaco è persona concreta e soprattutto onesta, la qualificò come "sogno". Sogno perché per una roba come questa ci vogliono una decina d'anni e talmente tanti soldi da far venire un colpo a Roberto Tasca, il suo scrupolosissimo assessore al Bilancio. Che si troverà l'anno prossimo con una prevista e prevedibile ulteriore contrazione delle risorse a disposizione. Ora Sala, che si sta dimostrando un politico fine nelle cose amministrative (sulle primarie per le regionali, invece, c'è un po' di confusione), ha proposto di fare un referendum sulla riapertura dei Navigli insieme a quello per l'autonomia. Vinceranno entrambi con il 98,5 per cento ma solo perchè l'1,5 per cento restante avrà sbagliato a tracciare il segno. Dopodiché arriverà la parte pratica, e saranno dolori. Scommessa: entro la fine del mandato di Sala neppure un Naviglio sarà riaperto.
LA CITTA' METROPOLITANA/ Sono arrivati i soldi, una boccata d'ossigeno. Ma giusto una, eh, tra una bracciata e l'altra di un nuotatore fermo immobile e bello zavorrato per andare a fondo. Abbastanza da arrivare a settembre (forse). Rimane tutto il problema contingente seppur non emergenziale, e pure quello prospettico. Dove va a finire la Città Metropolitana con la pessima Legge Delrio? E perché alla Festa dell'Unità di Milano non si è previsto un appuntamento con il suddetto Delrio, con tanto di pestaggio (verbale) da parte di tutti i consiglieri metropolitani? Tanto all'ingresso i piloni si prestano a fare un immenso ring. Scommessa: il bilancio rimarrà là, mese dopo mese, anno dopo anno, fin quando non chiuderanno tutto e Comune e Regione dovranno accollarsi tutti i dipendenti. I politici, intanto, saranno fuggiti da tempo dalle loro responsabilità.
INSIEME A PISAPIA/ A Milano si forma il gruppo di Insieme. In Regione no, perché Mdp e Insieme litigano. A Roma Insieme vuole "sfidare" il governo Gentiloni fin da settembre su vicende programmatiche forti. A Roma, Mdp vuole sfiduciare fin da settembre il governo Gentiloni punto e basta. Pisapia non si candida. D'Alema e Pisapia non si amano (eufemismo). L'avvocato, tanto per dirla in francese, ne ha già le palle piene. Insieme non ha uno straccio di strutturazione né locale né nazionale. Mdp non ha uno straccio di voglia di sciogliersi in Insieme. Gad Lerner, l'altra sera in Camera del Lavoro, è stato sonoramente fischiato quando ha detto di aver fatto una riunione con i vertici Pd. Insomma, tutto porta a una scommessa. Scommettiamo che Pisapia si rompe e si sfila?