Le Regionali innescano il rimpasto: i dubbi di Sala, le velleità degli altri
Rimpasto al Comune di Milano? Non se ne parla da un po', ma con le Regionali alle porte molti assessori sembrano intenzionati a farsi i propri conti
di Fabio Massa
Non se ne sente più parlare da un bel po'. Eppure c'è chi assicura che arriverà, a tempo debito. Il rimpasto al Comune di Milano, del quale si è parlato ai tempi in cui molti avevano velleità di candidarsi alle Regionali, adesso - secondo quanto può riferire Affaritaliani.it Milano - è, se non in congelatore, quantomeno in frigorifero. Ovviamente tutti lo tengono d'occhio. Perché parlare di rimpasto in giunta è un po' come parlare di corda a casa dell'impiccato. E con in mezzo le Regionali, tutti faranno i loro conti. Nel borsino dei rumors, è data in calo la possibilità che Carmela Rozza, assessore alla sicurezza, lasci Palazzo Marino per un'avventura regionale. Del resto, il sindaco è stato chiaro: nessun paracadute. Prima della candidatura, lui vuole le dimissioni. E quindi, questo raffredda tutto e tutti. Un altro che non si capisce se correrà oppure no, è Marco Granelli. Per il mondo cattolico la partita è complessa: bisogna prima di tutto capire se ci saranno le primarie. E se ci saranno le primarie, se correrà oppure no Fabio Pizzul, recordman di preferenze cattoliche, del quale si continua a parlare come capo della comunicazione del nuovo arcivescovo. Ma più probabilmente potrebbe candidarsi, magari da indipendente, visto che il Pd è intenzionato a portare un solo candidato "ufficiale". Poi c'è il tema di Pierfrancesco Majorino. Di lui tanto si era parlato. Poi aveva spento i motori. Oggi c'è chi giura che ci stia pensando. Ma forse non c'è nulla in pentola, anche se bolle sempre, sempre in moto, come è costume dell'ex segretario milanese dei Ds, oggi assessore al Welfare. Per ora, da fonti di Affari, pare che il sindaco non ce l'abbia proprio tra le priorità, il rimpasto. Bisogna prima vedere chi va. Figurarsi se d'attualità è chi potrebbe entrare: tuttavia da questo punto di vista è lecito pensare che Campo Progressista, che adesso conta ben cinque consiglieri a Palazzo Marino, potrebbe chiedere un proprio spazio.
C'è poi la questione del livello dirigenziale. Il Giornale ha sparato duramente, nei giorni scorsi, sul direttore generale Arabella Caporello scommettendo sull'arrivo di Cristian Malangone, ex dg di Expo, condannato in primo grado e poi assolto in appello. Tuttavia i bene informati riferiscono che Malangone non sarebbe alle porte. Potrebbe mancare più tempo di quello che, ad oggi, danno le previsioni. Ma che Sala debba mettere mano alla macchina pare cosa certa. Magari proprio in concomitanza con il rimpasto. Se ci sarà, quando sarà.